Da Milano a Napoli le mostre dell’8 dicembre
Dalla Serra Moresca a LaChapelle, gli appuntamenti con l'arte nel ponte dell'Immacolata
© David LaChapelle, House at the End of the World, 2005, Los Angeles
Samantha De Martin
07/12/2021
Ci sono le atmosfere esotiche della Serra Moresca che porta a Roma le suggestioni dell’Alhambra di Granada. E c’è un David La Chapelle inedito, che sfoggia al Maschio Angioino opere mai esposte, omaggio alla città di Napoli.
Tra nuove aperture e attesi appuntamenti espositivi, ecco quattro appuntamenti con l’arte da non perdere durante il ponte dell’Immacolata.
A Milano doppio omaggio a Giovanni Gastel
Fino al 13 marzo, giorno della sua scomparsa, Triennale Milano rende omaggio al fotografo Giovanni Gastel attraverso due mostre. La prima, The people I like, in collaborazione con il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, a cura di Uberto Frigerio, snocciola oltre 200 ritratti che racchiudono l’immensa varietà d’incontri durante la lunga carriera del maestro. In questo labirinto di pose, volti, sogni di personaggi del mondo della cultura, dell’arte, della moda, il pubblico incrocia personaggi come Barack Obama e Mimmo Jodice, Roberto Bolle e Franca Sozzani.
Come sottolinea il titolo, la mostra è una dichiarazione d’intenti: il fotografo si svela nella sua più intima autenticità elevando il “ritratto” a opera d'arte per eccellenza.
La piccola mostra I gioielli della fantasia, realizzata in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea, racchiude invece venti immagini di un più ampio progetto commissionato all’autore da Daniel Swarowsky Corporation nel 1991 per l’omonimo libro, tradotto in quattro lingue, e la mostra di gioielli del XX secolo, entrambi curati da Deanna Farneti Cera.
Giovanni Gastel, I gioielli della fantasia, 1991, dal progetto della Daniel Swarovski Corporation © Eredi Giovanni Gastel - Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo
Il Duomo di Siena si racconta in una grande mostra
Dall’8 dicembre al 7 gennaio un percorso intitolato L’immagine del Duomo di Siena: 1223 – 1944 ripercorre in nove tappe le trasformazioni subite negli anni, all’interno e all’esterno, dal Tempio dedicato alla Vergine. Sviluppandosi tra la magnifica ‘Cripta’, racchiusa tra il Battistero e l’antico presbiterio cuore pulsante della Cattedrale, e la sala del Palazzo Arcivescovile, straordinariamente aperta, il percorso regala un viaggio in quello che già in epoca comunale era considerato l’edificio più importante della città.
Oltre cinquanta opere rivelano come dal Duecento alla metà del secolo scorso la Cattedrale di Siena sia stata osservata, interpretata e proposta da versatili pittori, abili disegnatori e valenti fotografi.
La mostra, a cura di Alessandro Leoncini e Chiara Nencini, farà parte del percorso del Complesso Monumentale del Duomo di Siena insieme alla Cattedrale, alla Libreria Piccolomini, al Museo dell’Opera, al Panorama dal Facciatone, al Battistero, alla ‘Cripta’ e alla sala di Palazzo Arcivescovile.
L’esposizione è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30 fino al 24 dicembre, e dalle 10.30 alle 19 fino al 7 gennaio.
John Ruskin, Facciata del Duomo di Siena, 1846 | Courtesy Opera Laboratori
Villa Torlonia come l’Alhambra. Debutta a Roma la Serra Moresca
Dopo articolati e complessi interventi di restauro condotti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la Serra Moresca di Villa Torlonia apre al pubblico restituendo alla città un piccolo angolo di architettura ispirata all’Alhambra di Granada.
Da domani, 8 dicembre, la si potrà ammirare con la sua grotta artificiale pensata come il luogo della Ninfa, con i suoi resti illuminati, le cascatelle e i laghetti popolati da ninfee e fiori di loto.
Progettato intorno al 1839 dall’architetto veneto Giuseppe Jappelli, concepito per ospitare piante esotiche e rare, ma anche come scenario per eventi, il complesso della Serra Moresca di Villa Torlonia torna alla sua originaria bellezza dopo due fasi di restauro. L’allestimento che l'ospite moderno potrà contemplare - basato su uno studio accurato della documentazione grafica e fotografica e sulle descrizioni dei luoghi di Giuseppe Checchetelli - esalta il padiglione da giardino con una struttura in peperino, ghisa e vetrate policrome che fanno da cornice alla fontana interna, oggi di nuovo attiva, e a una raccolta di Agavi, Palme, Ananas e Aloe.
Inserito nel circuito dei Musei di Villa Torlonia, il complesso della Serra Moresca sarà aperto al pubblico da mercoledì 8 dicembre al 31 marzo dalle 10 alle 16, dal martedì alla domenica (chiusura il lunedì). Dal 1° aprile al 30 settembre dalle 10 alle 19. Il complesso resterà chiuso nei mesi di luglio e agosto.
La Serra Moresca di Villa Torlonia, a Roma | Courtesy Zetema
A Napoli un “inedito” David LaChapelle
Paure, ossessioni desideri della società contemporanea espugnano il Maschio Angioino che, a partire da domani, mercoledì 8 dicembre, sarà sede della mostra con cui David LaChapelle esplora con acume l’umanità del nostro tempo.
L’arte surreale, magnetica, provocatoria, coloratissima del fotografo statunitense conosciuto per aver trasformato le pietre miliari della pittura occidentale in tableau ultracontemporanei a tinte forti, stuzzicherà il pubblico con opere realizzate dal 1980 ad oggi. Tra queste Deluge (2007) in cui LaChapelle re-immagina un diluvio biblico, ambientandolo a Las Vegas e rendendo contemporanea l’opera di Michelangelo della Cappella Sistina. Rape of Africa (2009) vede invece la modella Naomi Campbell nel ruolo di Venere in una scena di ispirazione botticelliana ambientata nelle miniere d’oro africane.
David LaChapelle, Behold, 2017, Hawaii I Courtesy Next Exhibition
Particolarmente significative le opere tratte dalle serie Land SCAPE (2013) e Gas (2013), progetti di natura morta in cui l'artista assembla found objects per creare raffinerie di petrolio e stazioni di servizio, presentandole poi come reliquie in una terra reclamata dalla natura.
In esclusiva per la Cappella Palatina, alcuni dei negativi fotografici dipinti a mano realizzati da LaChapelle negli anni Ottanta, quando l’artista adolescente esplorava le idee della metafisica e della perdita, mentre imperversava la devastante epidemia di AIDS. Questi negativi comporranno un'installazione site specific inedita dialogando con i lavori più recenti dell’artista nei quali il fotografo si abbandona a un timore reverenziale per il sublime e alla ricerca di spiritualità. Come si può vedere in Behold (2017), opera simbolo del percorso espositivo.
La mostra, a cura di Vittoria Mainoldi e Mario Martin Pareja, è una produzione Next Exhibition, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Associazione Culturale Dreams, Alta Classe Lab, Fast Forward e Next Event.
Leggi anche:
• Oltre la storia. David LaChapelle sbarca al Maschio Angioino
• Giovanni Gastel. Un omaggio
Tra nuove aperture e attesi appuntamenti espositivi, ecco quattro appuntamenti con l’arte da non perdere durante il ponte dell’Immacolata.
A Milano doppio omaggio a Giovanni Gastel
Fino al 13 marzo, giorno della sua scomparsa, Triennale Milano rende omaggio al fotografo Giovanni Gastel attraverso due mostre. La prima, The people I like, in collaborazione con il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, a cura di Uberto Frigerio, snocciola oltre 200 ritratti che racchiudono l’immensa varietà d’incontri durante la lunga carriera del maestro. In questo labirinto di pose, volti, sogni di personaggi del mondo della cultura, dell’arte, della moda, il pubblico incrocia personaggi come Barack Obama e Mimmo Jodice, Roberto Bolle e Franca Sozzani.
Come sottolinea il titolo, la mostra è una dichiarazione d’intenti: il fotografo si svela nella sua più intima autenticità elevando il “ritratto” a opera d'arte per eccellenza.
La piccola mostra I gioielli della fantasia, realizzata in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea, racchiude invece venti immagini di un più ampio progetto commissionato all’autore da Daniel Swarowsky Corporation nel 1991 per l’omonimo libro, tradotto in quattro lingue, e la mostra di gioielli del XX secolo, entrambi curati da Deanna Farneti Cera.
Giovanni Gastel, I gioielli della fantasia, 1991, dal progetto della Daniel Swarovski Corporation © Eredi Giovanni Gastel - Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo
Il Duomo di Siena si racconta in una grande mostra
Dall’8 dicembre al 7 gennaio un percorso intitolato L’immagine del Duomo di Siena: 1223 – 1944 ripercorre in nove tappe le trasformazioni subite negli anni, all’interno e all’esterno, dal Tempio dedicato alla Vergine. Sviluppandosi tra la magnifica ‘Cripta’, racchiusa tra il Battistero e l’antico presbiterio cuore pulsante della Cattedrale, e la sala del Palazzo Arcivescovile, straordinariamente aperta, il percorso regala un viaggio in quello che già in epoca comunale era considerato l’edificio più importante della città.
Oltre cinquanta opere rivelano come dal Duecento alla metà del secolo scorso la Cattedrale di Siena sia stata osservata, interpretata e proposta da versatili pittori, abili disegnatori e valenti fotografi.
La mostra, a cura di Alessandro Leoncini e Chiara Nencini, farà parte del percorso del Complesso Monumentale del Duomo di Siena insieme alla Cattedrale, alla Libreria Piccolomini, al Museo dell’Opera, al Panorama dal Facciatone, al Battistero, alla ‘Cripta’ e alla sala di Palazzo Arcivescovile.
L’esposizione è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30 fino al 24 dicembre, e dalle 10.30 alle 19 fino al 7 gennaio.
John Ruskin, Facciata del Duomo di Siena, 1846 | Courtesy Opera Laboratori
Villa Torlonia come l’Alhambra. Debutta a Roma la Serra Moresca
Dopo articolati e complessi interventi di restauro condotti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la Serra Moresca di Villa Torlonia apre al pubblico restituendo alla città un piccolo angolo di architettura ispirata all’Alhambra di Granada.
Da domani, 8 dicembre, la si potrà ammirare con la sua grotta artificiale pensata come il luogo della Ninfa, con i suoi resti illuminati, le cascatelle e i laghetti popolati da ninfee e fiori di loto.
Progettato intorno al 1839 dall’architetto veneto Giuseppe Jappelli, concepito per ospitare piante esotiche e rare, ma anche come scenario per eventi, il complesso della Serra Moresca di Villa Torlonia torna alla sua originaria bellezza dopo due fasi di restauro. L’allestimento che l'ospite moderno potrà contemplare - basato su uno studio accurato della documentazione grafica e fotografica e sulle descrizioni dei luoghi di Giuseppe Checchetelli - esalta il padiglione da giardino con una struttura in peperino, ghisa e vetrate policrome che fanno da cornice alla fontana interna, oggi di nuovo attiva, e a una raccolta di Agavi, Palme, Ananas e Aloe.
Inserito nel circuito dei Musei di Villa Torlonia, il complesso della Serra Moresca sarà aperto al pubblico da mercoledì 8 dicembre al 31 marzo dalle 10 alle 16, dal martedì alla domenica (chiusura il lunedì). Dal 1° aprile al 30 settembre dalle 10 alle 19. Il complesso resterà chiuso nei mesi di luglio e agosto.
La Serra Moresca di Villa Torlonia, a Roma | Courtesy Zetema
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Paure, ossessioni desideri della società contemporanea espugnano il Maschio Angioino che, a partire da domani, mercoledì 8 dicembre, sarà sede della mostra con cui David LaChapelle esplora con acume l’umanità del nostro tempo.
L’arte surreale, magnetica, provocatoria, coloratissima del fotografo statunitense conosciuto per aver trasformato le pietre miliari della pittura occidentale in tableau ultracontemporanei a tinte forti, stuzzicherà il pubblico con opere realizzate dal 1980 ad oggi. Tra queste Deluge (2007) in cui LaChapelle re-immagina un diluvio biblico, ambientandolo a Las Vegas e rendendo contemporanea l’opera di Michelangelo della Cappella Sistina. Rape of Africa (2009) vede invece la modella Naomi Campbell nel ruolo di Venere in una scena di ispirazione botticelliana ambientata nelle miniere d’oro africane.
David LaChapelle, Behold, 2017, Hawaii I Courtesy Next Exhibition
Particolarmente significative le opere tratte dalle serie Land SCAPE (2013) e Gas (2013), progetti di natura morta in cui l'artista assembla found objects per creare raffinerie di petrolio e stazioni di servizio, presentandole poi come reliquie in una terra reclamata dalla natura.
In esclusiva per la Cappella Palatina, alcuni dei negativi fotografici dipinti a mano realizzati da LaChapelle negli anni Ottanta, quando l’artista adolescente esplorava le idee della metafisica e della perdita, mentre imperversava la devastante epidemia di AIDS. Questi negativi comporranno un'installazione site specific inedita dialogando con i lavori più recenti dell’artista nei quali il fotografo si abbandona a un timore reverenziale per il sublime e alla ricerca di spiritualità. Come si può vedere in Behold (2017), opera simbolo del percorso espositivo.
La mostra, a cura di Vittoria Mainoldi e Mario Martin Pareja, è una produzione Next Exhibition, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Associazione Culturale Dreams, Alta Classe Lab, Fast Forward e Next Event.
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• Oltre la storia. David LaChapelle sbarca al Maschio Angioino
• Giovanni Gastel. Un omaggio
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