Sirio Bandini. Primavere Nascoste

© Sirio Bandini

 

Dal 05 Marzo 2016 al 27 Marzo 2016

Cecina | Livorno

Luogo: Sala Espositiva Comunale

Indirizzo: piazza Guerrazzi

Enti promotori:

  • Comune di Cecina
  • Centro Formazione Arti Visive
  • Cooperativa Il Cosmo

Costo del biglietto: ingresso gratuito; dalle 17.30-19



“Grandi suggestioni”, “La storia”, “Verso l’informale”. Sono i capitoli sequenziali di un’esperienza strettamente visiva.
Quella di un divenire pittorico che si è confrontato con il cambiamento, con i lati oscuri, le speranze e l’energia vitale del suo tempo. Ingredienti fondamentali: un coraggio persistente ed un singolare talento. 
 
Torna sulla scena della città in cui più ha vissuto, e di cui ha segnato lo stile, Sirio Bandini, il pittore-operaio, scomparso nel marzo del 2009, che ha trasformato le atmosfere della fabbrica e del dopo industriale in un incalzante e drammatizzante “realismo lirico”, nel solco denso e passionale di Renato Guttuso, conosciuto e frequentato dal 1953.
 
La retrospettiva è “Primavere Nascoste”, una mostra voluta da Francesco Bozolo eorganizzata dal Centro Formazione Arti Visive Cecina, in collaborazione con il Comunedi Cecina e Cooperativa Il Cosmo

In corso a Cecina (LI), dal 5 al 27 marzo 2016, inaugura, sabato 5 marzo ore 17.30, anche la“Sala Espositiva Comunale” in Piazza Guerrazzi che sarà intitolata nell’occasione proprio a Sirio Bandini. Quello che il Sindaco Samuele Lippi e l’Assessore alla cultura Giovanni Salvini, definiscono artista con una “valenza precisa per la nostra Amministrazione”.

Il viaggio dalla realtà frastornante e sconosciuta degli altoforni, della natura ‘contaminata’ e liberata dalla retorica, fino alle “caverne dello spirito” rivelate dall’informale, è “guidato” da Andrea Baldocchi,  studioso e critico premiato dalla Biblioteca Nazionale di Storia dell’arte di Londra, ed i cui scritti entrano nei programmi, tra agli altri, del Metropolitan Museum of Art e della Harvard University. 
 
Una mostra che è anche la ricerca su un ricercatore di forma e colore, socialmente impegnato, negli anni caldi delle lotte sindacali e delle rivendicazioni operaie.
 
Della mistica suggerita dietro l’apparentemente scontato, con un tocco di disorientamento.  “Un Bandini insolito. Insolito per la scelta del tema, che stavolta riguarda il paesaggio”. 
Nell’incipit alla monografia che accompagna la retrospettiva, Andrea Baldocchi accoglie come  “un’intuizione buona” quella di Francesco Bozolo  che “concepisce un canovaccio stimolante su cui investigare”. Una rivolo nuovo attraverso quella  “lunga e prolifica carriera” dove l’artista e gallerista, operatore culturale innovativo, “è stato acclamato per le donne e i volti”, tralasciando “quella storia particolare che ha, invece, lambito e carezzato più volte la sua sensibilità: la natura”. 
 
Così nella sezione “Grandi suggestioni”, Sirio “sa districarsi dal cosiddetto vedutismo di maniera, insistendo su spunti cromatici vivaci che sostengono un impianto che sa comunicare direttamente con lo spettatore”. Opere in cui  “il mondo esterno si tuffa nell’immaginario di Bandini attraverso scorci improvvisi che proiettano strutture rigorose e simmetrie perfette”. Verso il “magnifico stato di rapimento mentale che la natura elargisce”.
 
Nel capitolo “La storia”, il disegnatore Bandini, rivela già “giovanissimo, negli anni Cinquanta”  quella che Baldocchi definisce “la drammatizzazione delle scene”, dove “nulla si presenta saldo e cortese” ma, bensì, “fremente e passionale”. 
E il critico ripercorre le tappe della manifestazione del “rosso Bandini”, delle primavere che trasformano la natura in “cattedrali gotiche”. Le nuove armonie dei “verdi erbosi” e le pietre, gli arbusti, e i fiori che “si rifugiano nell’esperienza trascendente, volgendo la loro attenzione alle scogliere della psiche”. Fino agli “ultimi anni di Sirio Bandini. Una montagna sopra tutto e tutti.”.
 
Il Sirio crepuscolare, firma ancora una inedita fase che spinge  con “spessore monocromatico” “Verso l’informale”. E qui la tavolozza “acquista…un’impronta quasi idilliaca, quasi una visione dell’aldilà”.
 
Sirio Bandini nasce a Piombino nel 1929. È “la città del ferro, la città del fuoco degli altoforni”. Qui “assorbe la potenza del colore rosso che rimane per sempre una nota dominante della sua produzione”.
Nel 1953, in seguito alle crisi della siderurgia, della disoccupazione e delle lotte sindacali conosce Guttuso e l’ambiente artistico romano. Levi, Saba, Trombadori, Ricci, Jacoviello, che concorrono a sostenere gli operai.
Nel 1959 il dr Appio Meucci a Cecina, filantropo e appassionato d’arte, lo stimola e lo indirizza a premi e concorsi.
Risale al 1963 l’inaugurazione della sua “Galleria d’arte Bandini”. 
Nel 1975 è chiamato ad affrescare il Palazzo dei Congressi di Cecina e nel ‘78  collabora con Franco Mauro Franchi all’arredo urbano di Piazza della Libertà ed alla sua nota fontana.
 
Nel 1985/1987 è presente in una mostra itinerante in Uruguay, Brasile ed Argentina.
Mentre nell’86 espone all’Istituto della Cultura di Montevideo in Uruguay e nel ‘90 all’Istituto della Cultura di Belgrado.
Nel 1996 viene insignito del premio Comune di Cecina come cittadino più  rappresentativo.
Nel 2001 riceve la lettera di ringraziamento del presidente Ciampi per l’opera donata in occasione della consegna della medaglia d’oro alla città di Piombino.
 
“Omaggio al mio amico Sirio. Un percorso estetico segnato da una profonda amicizia”,  è l’incontro con l’artista Franco Mauro Franchigiovedì 10 marzo 2016, ore 17.30, dove lo scultore e pittore ripercorrerà quel sodalizio fondamentale in cui amicizia e ispirazione dettero vita ad un percorso unico di ricerca visiva ad “alta condivisione” (Baldocchi).



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