REsi Girardello - LAST Supper
Dal 10 Maggio 2019 al 24 Novembre 2019
Venezia
Luogo: Spazio RE
Indirizzo: Dorsoduro 735 B
Orari: Aperta tutti i giorni su appuntamento
Curatori: REsi Girardello, Alessandro Comin
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 3888917619
E-Mail info: resi@resigirardello.com
Sito ufficiale: http://www.resigirardello.com
LAST Supper è una cena, un brano di vita comune che racconta storie universali, di vita o di morte. A evidenziare come i rischi siano vicini e frequenti, e che la vita anche nei maggiori momenti di bellezza, rimane per tutti un complesso percorso ad ostacoli per la sopravvivenza. Anche il pasto, motore e sostentamento della vita, può diventare in qualche caso letale. Tutto ciò esposto con la normalità con la quale si potrebbe raccontare la storia di vita o di morte di un insetto nella tela del ragno.
LAST Supper vuole far pensare a quella che oramai ci viene fatta percepire come la “banalità del male”. Ma anche all’energia vitale che ci permette di sentirci vivi e coscienti “lottatori del quotidiano”. Il pericolo può emergere anche dalla situazione più casuale o famigliare. Situazioni di rischio che vanno correlate alle dinamiche sociali. Si crea qui un confronto con la società degli insetti dove la perdita del singolo non ha quasi valore sociale. Protagonista della mostra il grande abito abitabile: forse un’armatura per vivere affrontare e sopravvivere a situazioni ed emozioni, capace di accogliere come un manto esperienze, gioie, delusioni e disillusioni accumulate.
Se solo potessi parlare
Filo di rame tessuto all’uncinetto, intimo in reti metalliche, tavolo preparato con coltello, martello, ferro da stiro della vicina di casa, “scarpette di Cenerentola” in vetro di Murano 270x370x300 cm, 2008-2019
Se solo potessi parlare, “racconta storie di vita e d'amore vissute con la pancia”, un ritorno al grembo materno, un nascondersi sotto alla gonna della grande madre.
In questa versione espositiva vuol fare pensare pure all’ingiustizia e alla stupida, inutile e dannosa banalità della violenza anche domestica, che spesso, fuori dal momento stesso dell’atto, risulta completamente priva di senso. Non senza un barlume di speranza nella fiaba della vita.
Cosa si può nascondere tra le pieghe di un abito, tra le stanze della casa, in una storia d'amore, in una situazione apparentemente protetta? Mille incognite e mille panni privati. I banali oggetti della quotidianità possono trasformarsi in armi letali e la favola iniziale può trasformarsi in tragedia Chi vive rischia sempre, comunque.
Anche la cena, il pasto, esigenza primaria, momento lieto dell’incamerare e condividere energie, istante della nascita di un amore, per assurdo, può essere incubazione di “pericolo”. Quante volte un romantico incontro o un momento intimo in famiglia si sono trasformatosi poi in qualcosa di insidioso? I banali oggetti della quotidianità possono trasformarsi in armi letali e la favola o storia iniziale, sbocciata con una cenetta romantica può trasformarsi in tragedia. Complice un oggetto qualsiasi, un arnese comune riposto nel tavolo della cucina. Ciò che nasce come un momento positivo può trasformarsi in negativo e, anche se fa meno notizia, ci si augura, al contrario.
TIGRI
Zanzare di diverse dimensioni in acciaio, filo di rame tessuto a mano, fanali di bicicletta, piccoli pannelli solari, dimensioni variabili, 2016- 2019
Così un semplice pasto animale… se fossimo zanzare, andremo a succhiare quel goccio di sangue per nutrire le uova che daranno vita ai nostri piccoli. Ma quello che è il sostentamento giornaliero per l’ignaro animale può divenire incubazione di una malattia per il malcapitato che viene punto.
Le zanzare, vettori di malattie come la malaria, endemiche nella nostra area geografica, ma debellate con tanta difficoltà, sono oramai considerate conviventi prevedibili, amiche – nemiche. E appena si inizia a stare tranquilli... le malattie infettive debellate riemergono con nuovo vigore, a causa dei cambiamenti climatici, che hanno creato in aree geografiche non originarie per determinate specie, le condizioni adatte alla vita di animali privi di predatori naturali autoctoni, creando squilibri e rimettendo ancora in discussione la nostra tranquillità domestica. E nulla possiamo anche creando confini, contro le nuove insidiose malattie come la West Nile che l’estate scorsa ha fatto registrare molti decessi anche in Italia. La vita è sempre in evoluzione in tutte le sue misteriose forme. Viviamo rischiando la vita in ogni istante, noi come tutti gli altri esseri del creato. Loro come noi, perché con i piccoli ronzanti vettori la lotta è sempre all’ultimo sangue.
Ognuno lotta per la vita rafforzando la corazza che ha in dotazione.
INSEX
Dorifore in filo metallico verniciato tessuto a mano, luci a led, installazione, dimensioni variabili. 2018
E tra i piccini, pure coloro che potrebbero essere considerati parassiti dannosi rischiano la vita loro malgrado. L’uomo con le sue azioni e il suo pensiero antropocentrico si erge a giudice della natura.
Dieci dorifore, riprodotte con trame metalliche, tentano di accoppiarsi davanti alla vetrina, sfidando la natura esterna sempre meno ospitale. La dorifora, insetto infestante che si nutre delle parti aeree della patata, negli Stati Uniti è contrastato utilizzando una patata OGM, che è essa stessa insetticida, e avvelena l'insetto che di lei si ciba. Qui eternate nel materiale metallico, le dorifore raccontano storie di fasti e decadenze, e vita comune di piccoli mondi. Un tutt’uno tra artificiale e naturale, mondi in lotta tra equilibri e sopravvivenze, supremazie e migrazioni.
Piccole crudeltà – crudité naturali, servite in un tavolo speciale. Del resto cosa potremmo fare? Poeticamente lottando contro la morte in ogni istante, andiamo eroicamente alla toilette o a cena con un amico.
Ma possiamo manovrare ciò che ci è concesso, spostare l'obiettivo, così con i cambiamenti climatici come con il nostro comportamento casalingo e sociale?
Essere persone migliori, insetti migliori, parte di un grande organismo migliore, forse solo così potremmo aiutare ad evolvere un mondo sempre più in crisi, dove tutto viene esaltato e banalizzato con la stessa enfasi. L’impegno nasce dal singolo, con gesti singoli, a cercare con pensiero e azione di trasmettere pensieri e azioni costruttive, nella fiaba della vita che auspichiamo sia a lieto fine.
Con LAST Supper vorrei offrire un assaggio di pensiero, cercando il mio contributo di far meditare in modo aperto sulle dinamiche sociali ed ecologiche, qui trattate con il linguaggio senza barriere dell’arte.
Mai privarci della bellezza, della speranza e dell'eleganza nella comune lotta per un’equa sopravvivenza.
Chiudendo sul mistero della vita e della morte riporto la “Teoria del bonus vitale” di Stefano Benni.
Io credo - disse Talete - che la morte di una persona non dipenda mai da una malattia o un morbo che dir si voglia. Le malattie sono, diciamo così, dei trucchi con cui il Supremo Manovratore dissimula il vero meccanismo della vita e della morte, e cioè il Bonus Vitale Individuale.
Se mi consentite, esimi paracolleghi, vi esporrò la “teoria del Bonus” abbozzata da Cornelius Noon nella sua Terza Fase Manicomiale e da me sviluppata e perfezionata. Codesta teoria sostiene che a ogni essere vivente prima della nascita viene assegnato un Bonus di attività vitali, che lo accompagnerà nel suo cammino terreno. Per fare un esempio, nel Bonus sono compresi :
trecentomila birre
un milione e diciasettemila starnuti
trenta viaggi all’estero
la possibilità di dire seicentosedicimila volta la parola “insomma”
seicentoventitrè pediluvi
un milione di gelati
tre grandi amori
nove biciclette
seicentodue bagni di mare
sessanta litri di lacrime
quarantasei chilometri di spaghetti
trecentosettantamila errori d’ortografia
quarantamila cruciverba
tre uscite di strada a centoventi
tremila ore di poker
dieci milioni e settemila tra sigarette, sigari e tiri di pipa
sedici grosse disillusioni …E così via per un totale di circa 10 alla 14 voci.
– E come avete calcolato la cifra ? – chiese Siliconi.
– Ho detto “circa”. Mettiamo allora che Tizio sia trovato morto per uno scaramaccino, infarto, ictus. Il medico non avrà dubbi : è colpa del cuore trascurato, delle sigarette, dei trigliceridi. Nulla di più falso. Avrebbe potuto continuare a fumare e mangiare : la colpa è dello sforamento del Bonus ! Lo scaramaccino è stato solo l’arma del delitto, come avrebbe potuto esserlo un incidente stradale, o lo sbranamento da parte di una tigre, o un vaso di fiori da un ottavo piano. Tizio è morto, ripeto, perchè, un attimo prima dell’ictus, ha mangiato il miliounesimo gelato, o ha detto “insomma” una volta di troppo, o ha pianto una lacrima in più di quelle che gli erano consentite. Naturalmente, c’è chi nasce particolarmente sfortunato : se un tale ha come Bonus un solo starnuto o un solo litro di latte, non gli servirà a nulla avere trecentomila scopate a disposizione. Il poveretto starnutirà o tetterà e lo troveranno secco nella culla. Un Bonus abbondante, ecco la vera salute !
– Ma come si può sapere qual’è il nostro Bonus ? – domandò Satagius.
– Non si può, ecco il punto ! Qua sta l’astuzia del Manovratore, che lo ha nascosto in chissà quale inaccessibile sottocodice genetico. Perchè ? Perchè se noi sapessimo che la nostra vita è sottoposta alla legge inesorabile di codesto Bonus, avremmo paura di tutto.
Da Elianto, Stefano Benni, Feltrinelli, 1996
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