Cristiano Berti. Ire Tacere Ostendere
Dal 28 Marzo 2015 al 03 Maggio 2015
Pergola | Pesaro e Urbino
Luogo: Sponge ArteContemporanea
Indirizzo: via Mezzanotte 84
Curatori: Stefano Verri
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 339 4918011
E-Mail info: spongecomunicazione@gmail.com
Sito ufficiale: http://spongeartecontemporanea.net
“Inneres Auge/Visione contemporanea”, la settima stagione espositiva di Sponge ArteContemporanea, ospita la mostra personale di Cristiano Berti “Ire Tacere Ostendere” a cura di Stefano Verri. L’inaugurazione è prevista per sabato 28 marzo 2015 alle ore 18,30 presso Sponge Living Space (Casa Sponge) a Pergola.
La dimensione umana e le sfaccettature dei sentimenti sono un elemento determinante nella poetica di Cristiano Berti. Una poetica di ricerca che non si crogiola nella pura creazione estetica ma che interpreta l'arte come strumento di indagine, come opportunità di analisi e di comprensione.
I diversi medium utilizzati, che vanno dalla scultura alla fotografia alla multimedialità, danno vita a potenti matrici concettuali che se da una parte decontestualizzano l'oggetto dall'altra mirano ad una ricollocazione contestuale. L'artista estrapola un elemento dalla banalità del vissuto, dal caos chiassoso della quotidianità, ma allo stesso tempo, a volte con un semplice accenno, ricrea un contesto che gli restituisce storia e memoria.
Ed è proprio la memoria, la ritualità quotidiana di un popolo ad essere il soggetto dell'indagine che dà origine a questa mostra. Dal Cimitero delle Fontanelle, 3000 mq di estensione, nel Rione Sanità di Napoli in cui si svolgeva il culto delle anime pezzentelle, l'artista trae diciotto scatti di particolare intensità. Una riflessione antropologica sul culto dei morti che tra religione e superstizione ci traghetta attraverso quattro secoli di storia e sofferenza. Un percorso dello spirito e per lo spirito a cui i visitatori sono chiamati a partecipare.
Cristiano Berti (Torino, 1967) opera con la fotografia, il video e l’installazione di oggetti ricontestualizzati. Privilegia i processi collaborativi, le interazioni e le azioni artistiche allo scopo di costruire sistemi di segni di natura complessa, contraddittoria o ambigua. Insegna comunicazione multimediale all'Accademia di Belle Arti di Macerata. Parallelamente all’attività artistica, si dedica dapprima a studi di storia della tecnologia, pubblicando alcuni contributi specialistici. Dalla metà degli anni novanta opera in unità mobili per la riduzione del danno tra le prostitute immigrate, una esperienza che costituirà il fondamento di alcuni suoi lavori di arte visiva, anni dopo. Alla fine del decennio smette di lavorare come operatore di strada, pur proseguendo ad operare professionalmente nell’ambito della inclusione sociale e del rafforzamento di genere.
Ha esposto i propri lavori in numerose occasioni, partecipando a esposizioni collettive o con mostre personali in Italia e all’estero; suoi video sono stati proiettati in vari festival internazionali. Un’ampia panoramica sul lavoro di Cristiano Berti è stata pubblicata da U. Allemandi & C. nel 2012. Attualmente partecipa a Residual: Traces of the Black Body, che si tiene al New Art Exchange di Nottingham (GB) in occasione del festival internazionale di fotografia Format fino al 17 aprile. In questa mostra a cura di Christine Eyene cinque artisti mostrano inattese rappresentazioni del corpo nero come esiti di processi di rimozione o di richiamo alla memoria.
La dimensione umana e le sfaccettature dei sentimenti sono un elemento determinante nella poetica di Cristiano Berti. Una poetica di ricerca che non si crogiola nella pura creazione estetica ma che interpreta l'arte come strumento di indagine, come opportunità di analisi e di comprensione.
I diversi medium utilizzati, che vanno dalla scultura alla fotografia alla multimedialità, danno vita a potenti matrici concettuali che se da una parte decontestualizzano l'oggetto dall'altra mirano ad una ricollocazione contestuale. L'artista estrapola un elemento dalla banalità del vissuto, dal caos chiassoso della quotidianità, ma allo stesso tempo, a volte con un semplice accenno, ricrea un contesto che gli restituisce storia e memoria.
Ed è proprio la memoria, la ritualità quotidiana di un popolo ad essere il soggetto dell'indagine che dà origine a questa mostra. Dal Cimitero delle Fontanelle, 3000 mq di estensione, nel Rione Sanità di Napoli in cui si svolgeva il culto delle anime pezzentelle, l'artista trae diciotto scatti di particolare intensità. Una riflessione antropologica sul culto dei morti che tra religione e superstizione ci traghetta attraverso quattro secoli di storia e sofferenza. Un percorso dello spirito e per lo spirito a cui i visitatori sono chiamati a partecipare.
Cristiano Berti (Torino, 1967) opera con la fotografia, il video e l’installazione di oggetti ricontestualizzati. Privilegia i processi collaborativi, le interazioni e le azioni artistiche allo scopo di costruire sistemi di segni di natura complessa, contraddittoria o ambigua. Insegna comunicazione multimediale all'Accademia di Belle Arti di Macerata. Parallelamente all’attività artistica, si dedica dapprima a studi di storia della tecnologia, pubblicando alcuni contributi specialistici. Dalla metà degli anni novanta opera in unità mobili per la riduzione del danno tra le prostitute immigrate, una esperienza che costituirà il fondamento di alcuni suoi lavori di arte visiva, anni dopo. Alla fine del decennio smette di lavorare come operatore di strada, pur proseguendo ad operare professionalmente nell’ambito della inclusione sociale e del rafforzamento di genere.
Ha esposto i propri lavori in numerose occasioni, partecipando a esposizioni collettive o con mostre personali in Italia e all’estero; suoi video sono stati proiettati in vari festival internazionali. Un’ampia panoramica sul lavoro di Cristiano Berti è stata pubblicata da U. Allemandi & C. nel 2012. Attualmente partecipa a Residual: Traces of the Black Body, che si tiene al New Art Exchange di Nottingham (GB) in occasione del festival internazionale di fotografia Format fino al 17 aprile. In questa mostra a cura di Christine Eyene cinque artisti mostrano inattese rappresentazioni del corpo nero come esiti di processi di rimozione o di richiamo alla memoria.
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