Claudio Rotta Loria. Geometrie di luce_nei riflessi della riflessione
Claudio Rotta Loria, Superficie a interferenza luminosa_ C 1x23 SU 24 abcd SU BIANCO, 1996
Dal 29 July 2023 al 10 September 2023
Moresco | Ascoli Piceno
Luogo: Torre di Moresco
Indirizzo: Strada Provinciale 63
Orari: sabato e domenica dalle 18:00 alle 20:00 o su appuntamento
Telefono per prevendita: +39 0734 259983
Telefono per informazioni: +39 351 5199570
Sito ufficiale: http://www.tomav.it
Il TOMAV EXPERIENCE – Torre di Moresco Centro Arti Visive, in collaborazione con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna (Salerno-Roma) e con il Museo Venanzio Crocetti (Roma) è lieto di annunciare Geometrie di luce, una importante antologica di Claudio Rotta Loria che sarà inaugurata sabato 29 luglio 2023, ore 18:30, negli spazi della Torre di Moresco (AN).
Muovendo da un nucleo di opere realizzate sul finire degli anni Sessanta (si pensi alle straordinarie Superfici interattive del 1968 e alle Rotazioni del quadrato realizzate nel 1969), periodo in cui Claudio Rotta Loria orienta il proprio discorso sul colore, sulla forma geometrica, sulle forze e sui dati elementari della pittura intesa come atto mentale, l’esposizione evidenzia il modus operandi di un intellettuale totale che dilata l’orizzonte riflessivo e creativo nell’ambito di importanti considerazioni sulla luce, portata a ingrediente essenziale del lavoro e a fattore capace di innescare mobilità, cinetismo controllato da regole di natura temporospaziale. Agli anni Settanta risalgono infatti le Strutture reticolari complesse a pluripercezione (1970) e i Cromoplastici (1970) dove la fluorescenza cromatica porta l’osservatore a percepire accurati effetti di vibrazione, seguiti dalle Superfici a interferenza luminosa (1970) dove Rotta Loria esplora analiticamente l’azzeramento percettivo della carta (importanti, di questo periodo, anche i vari interventi plastici nello spazio della vita – si pensi almeno all’Intervento d’ambiente Q 1.0 del 1970 e alla Porta del cielo del 1972) e dalle varie spazializzazioni di forme geometriche (1971) che estroflettono lo spazio perfetto della superficie per dar luogo a dispositivi vibranti, a programmazioni visuali capaci di sollecitare l’occhio del fruitore e di risucchiarlo in un ambiente geometrico dall’immota mobilità.
Se a partire dagli anni Ottanta (l’artista lavora da sempre per cicli aperti che salgono le scale del tempo per riversarsi sul pulsante presente), con gli Spazi di trame e gli Spazi di tensioni l’artista indaga il potere emotivo del colore, sempre vigilato da cinture scientifiche – «inizialmente le opere sono percorse da corti segni a pastello sovrapposti (prodotto del breve e sempre uguale movimento del braccio e della mano), in seguito, da a una scrittura-pittura di un mantra che, in sintonia col respiro, ritma l’atto del dipingere» – che richiamano alla memoria alcune conquiste del primo Novecento e pongono al centro dell’attenzione potenti ambiguità percettive, con le geografie poetiche realizzate a partire dal 2001, Rotta Loria crea nuovi strumenti di misura che saltano il fosso del geometrico e del geografico per concepire un discorso prossimo all’enigma della frantumazione, alla commistione di piani e alla contaminazione, all’interruzione, alla fluidificazione e al frammento.
Memori degli spazi aperti che caratterizzano gli straordinari Interventi d’ambiente (1970-1972) sono le installazioni e i vari Equatori che Claudio Rotta Loria realizza a partire dal 2001, opere il cui impianto interno «rappresenta un modo per pensare il mondo nei termini di una suggestione “geografica” di grande respiro ai limiti dell’astrazione».
Muovendo da un nucleo di opere realizzate sul finire degli anni Sessanta (si pensi alle straordinarie Superfici interattive del 1968 e alle Rotazioni del quadrato realizzate nel 1969), periodo in cui Claudio Rotta Loria orienta il proprio discorso sul colore, sulla forma geometrica, sulle forze e sui dati elementari della pittura intesa come atto mentale, l’esposizione evidenzia il modus operandi di un intellettuale totale che dilata l’orizzonte riflessivo e creativo nell’ambito di importanti considerazioni sulla luce, portata a ingrediente essenziale del lavoro e a fattore capace di innescare mobilità, cinetismo controllato da regole di natura temporospaziale. Agli anni Settanta risalgono infatti le Strutture reticolari complesse a pluripercezione (1970) e i Cromoplastici (1970) dove la fluorescenza cromatica porta l’osservatore a percepire accurati effetti di vibrazione, seguiti dalle Superfici a interferenza luminosa (1970) dove Rotta Loria esplora analiticamente l’azzeramento percettivo della carta (importanti, di questo periodo, anche i vari interventi plastici nello spazio della vita – si pensi almeno all’Intervento d’ambiente Q 1.0 del 1970 e alla Porta del cielo del 1972) e dalle varie spazializzazioni di forme geometriche (1971) che estroflettono lo spazio perfetto della superficie per dar luogo a dispositivi vibranti, a programmazioni visuali capaci di sollecitare l’occhio del fruitore e di risucchiarlo in un ambiente geometrico dall’immota mobilità.
Se a partire dagli anni Ottanta (l’artista lavora da sempre per cicli aperti che salgono le scale del tempo per riversarsi sul pulsante presente), con gli Spazi di trame e gli Spazi di tensioni l’artista indaga il potere emotivo del colore, sempre vigilato da cinture scientifiche – «inizialmente le opere sono percorse da corti segni a pastello sovrapposti (prodotto del breve e sempre uguale movimento del braccio e della mano), in seguito, da a una scrittura-pittura di un mantra che, in sintonia col respiro, ritma l’atto del dipingere» – che richiamano alla memoria alcune conquiste del primo Novecento e pongono al centro dell’attenzione potenti ambiguità percettive, con le geografie poetiche realizzate a partire dal 2001, Rotta Loria crea nuovi strumenti di misura che saltano il fosso del geometrico e del geografico per concepire un discorso prossimo all’enigma della frantumazione, alla commistione di piani e alla contaminazione, all’interruzione, alla fluidificazione e al frammento.
Memori degli spazi aperti che caratterizzano gli straordinari Interventi d’ambiente (1970-1972) sono le installazioni e i vari Equatori che Claudio Rotta Loria realizza a partire dal 2001, opere il cui impianto interno «rappresenta un modo per pensare il mondo nei termini di una suggestione “geografica” di grande respiro ai limiti dell’astrazione».
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 2 December 2025 al 19 February 2026
Milano | Centro Culturale di Milano
Walter Rosenblum. Il mondo e la tenerezza
-
Dal 30 November 2025 al 12 April 2026
Gallarate | Museo MA*GA
Kandinsky e l’Italia
-
Dal 29 November 2025 al 12 April 2026
Roma | Musei Capitolini
La Grecia a Roma
-
Dal 22 November 2025 al 3 May 2026
Torino | Sale Chiablese dei Musei Reali
Orazio Gentileschi. Un pittore in viaggio
-
Dal 20 November 2025 al 25 January 2026
Firenze | Palazzo Strozzi
Andro Eradze. Bones of Tomorrow
-
Dal 21 November 2025 al 28 March 2026
Cuneo | Complesso Monumentale di San Francesco
La Galleria Borghese. Da Raffaello a Bernini. Storia di una collezione