Guilty
Dal 08 Ottobre 2012 al 17 Novembre 2012
Genova
Luogo: Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Indirizzo: via Jacopo Ruffini 3
Orari: da martedì a venerdì 9-18.30; sabato e domenica 10-18.30
Curatori: Maria Cristina Didero
Telefono per informazioni: +39 010 580069/ 010 585772
E-Mail info: staffmostre@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it/
Dakis Joannou è un importante collezionista greco-cipriota, appassionato di arte, design e navi, di cui possiede una piccola flotta privata. Nell’ottobre del 2008 ha varato uno straordinario yatch di 35 metri dal nome Guilty disegnato da Ivana Porfiri e costruito in Italia, la cui decorazione, un folle camouflage psichedelico, è stata concepita come un’opera site-specific dall’artista americano Jeff Koons. Koons si è ispirato a un motivo di camouflage Razzle-Dazzle inventato durante la Prima Guerra mondiale dall’ufficiale britannico Norman Wilkinson per cui le navi dipinte con ‘pattern’ optical in forti e stravaganti colori diventavano di difficile identificazione e facile mimetismo. Le geometrie hanno il compito di annullare la forma, di confonderne la sagoma e di creare forme nuove, virtuali, rese ancora più astratta attraverso i contrasti cromatici. Le forme spigolose, i volumi compatti e distinti, si sono ben prestati all’elaborazione del disegno di Jeff Koons che ha fatto un lavoro attento, preciso e calibrato, utilizzando un modello tridimensionale dell’imbarcazione, lo stesso messo a punto per la costruzione degli stampi. La grafica ‘pop’ di Guilty evoca numerosi esperimenti artistici, tra cui spiccano Roy Liechtenstein (i suoi famosi Ben-Day Dots) a Andy Warhol. Guilty è una barca che cerca nella storia navale le ragioni del suo vestito esterno diventando al tempo stesso un’opera d’arte galleggiante.
Il design dell’interno dell’imbarcazione viene concepito da Ivana Porfiri in relazione alla collezione d’arte contemporanea presentata nei suoi spazi e curata di Cecilia Alemani. Opere di diversi artisti di fama mondiale tra cui David Shrigley, Anish Kapoor, Martin Creed e Sarah Morris – la cui grande tela, installata nella camera padronale dello yacht presenta la parola Guilty scritta in stampatello a caratteri rossi cubitali, rendono questa barca un piccolo museo galleggiante. «Guilty è anche un racconto oltre che un progetto. Nasce come evoluzione di un rapporto consolidato con un armatore e con un cantiere. Gli elementi alla base di questo progetto sono semplici: una barca dalle dimensioni vincolate dal posto barca, già in possesso dell’armatore, l’utilizzo di uno stampo di scafo già esistente in cantiere, per poter produrre in tempi record una nuova barca. Da questi pochi elementi parte un processo che trova via via le sue ragioni di essere, di “formarsi”», commenta Porfiri e aggiunge: «definire una forma prescindendo dalla “bellezza” è un atteggiamento forse più proprio dell’arte che dello yacht design. L’arte contemporanea è stata fin dall’inizio parte costitutiva di questo progetto, essendo il suo committente un collezionista internazionale tra i più attenti agli sviluppi contemporanei. Guilty è una barca, e non perde mai in nessun momento questo riferimento. Guilty ha provocato molte reazioni, dal rifiuto allo scetticismo al plauso incondizionato, ma solo chi ha partecipato a questo processo sa della serietà e della fatica necessarie a fare qualcosa di unico, senza riferimenti a disposizione... ».
Dakis Joannou è un’industriale greco-cipriota che vive ad Atene e che nel 1983 ha fondato la Deste Foundation nella capitale greca, centro per le arti e fondazione no-profit che crea mostre e pubblicazioni d’arte contemporanea internazionale. Considerato uno dei più importanti collezionisti mondiali di arte contemporanea – possiede oltre alle barche anche una ricca collezione di design. Le opere presenti in collezione tutte datate dopo il 1985, sono state esposte nei più prestigiosi musei del mondo e include opere di artisti come Jeff Koons, Vanessa Beecroft, Ashley Bickerton, Cai GuoQiang, Maurizio Cattelan, Verne Dawson, Harris Epaminonda, Urs Fischer, Mike Kelley, Mark Manders, Miltos Manetas, Allan McCollum, Takashi Murakami, Ningura Napurrula, Shirin Neshat, Cady Noland, Gabriel Orozco, Shazhia Sikander, Kara Walker e Christopher Wool.
Ivana Porfiri vive e lavora a Milano. Designer di formazione si dedica alla progettazione non specialistica in diversi settori. Ha fondato nel 2001 il Porfiristudio che ha realizzato, in Italia e all’estero, progetti d’interni sia navali che residen- ziali, spazi di lavoro e progetti di product design. Principalmente si dedica a una ricerca basata sulla qualità percettiva, sulla messa a punto di progetti che rappresentano un’esperienza sensoriale anziché visiva.
Maria Cristina Didero curatrice indipendente e giornalista, vive e lavora a Milano. I suoi articoli sono pubblicati su riviste italiane e straniere, tra cui Domus, Vogue Casa, Loft. Da molti anni lavora a fianco di Dakis Joannou per arricchirne la collezione di design. Ha curato diversi progetti espositivi dedicati al design contemporaneo, ha collaborato per oltre dieci anni con Vitra Design Museum e nel 2011 è stata nominata direttore esecutivo della Fondazione Bisazza per il Design e l’Architettura Contemporanea.
Il design dell’interno dell’imbarcazione viene concepito da Ivana Porfiri in relazione alla collezione d’arte contemporanea presentata nei suoi spazi e curata di Cecilia Alemani. Opere di diversi artisti di fama mondiale tra cui David Shrigley, Anish Kapoor, Martin Creed e Sarah Morris – la cui grande tela, installata nella camera padronale dello yacht presenta la parola Guilty scritta in stampatello a caratteri rossi cubitali, rendono questa barca un piccolo museo galleggiante. «Guilty è anche un racconto oltre che un progetto. Nasce come evoluzione di un rapporto consolidato con un armatore e con un cantiere. Gli elementi alla base di questo progetto sono semplici: una barca dalle dimensioni vincolate dal posto barca, già in possesso dell’armatore, l’utilizzo di uno stampo di scafo già esistente in cantiere, per poter produrre in tempi record una nuova barca. Da questi pochi elementi parte un processo che trova via via le sue ragioni di essere, di “formarsi”», commenta Porfiri e aggiunge: «definire una forma prescindendo dalla “bellezza” è un atteggiamento forse più proprio dell’arte che dello yacht design. L’arte contemporanea è stata fin dall’inizio parte costitutiva di questo progetto, essendo il suo committente un collezionista internazionale tra i più attenti agli sviluppi contemporanei. Guilty è una barca, e non perde mai in nessun momento questo riferimento. Guilty ha provocato molte reazioni, dal rifiuto allo scetticismo al plauso incondizionato, ma solo chi ha partecipato a questo processo sa della serietà e della fatica necessarie a fare qualcosa di unico, senza riferimenti a disposizione... ».
Dakis Joannou è un’industriale greco-cipriota che vive ad Atene e che nel 1983 ha fondato la Deste Foundation nella capitale greca, centro per le arti e fondazione no-profit che crea mostre e pubblicazioni d’arte contemporanea internazionale. Considerato uno dei più importanti collezionisti mondiali di arte contemporanea – possiede oltre alle barche anche una ricca collezione di design. Le opere presenti in collezione tutte datate dopo il 1985, sono state esposte nei più prestigiosi musei del mondo e include opere di artisti come Jeff Koons, Vanessa Beecroft, Ashley Bickerton, Cai GuoQiang, Maurizio Cattelan, Verne Dawson, Harris Epaminonda, Urs Fischer, Mike Kelley, Mark Manders, Miltos Manetas, Allan McCollum, Takashi Murakami, Ningura Napurrula, Shirin Neshat, Cady Noland, Gabriel Orozco, Shazhia Sikander, Kara Walker e Christopher Wool.
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