Viaggio tra storia e mito

John Fitzgerald Kennedy
 

11/04/2005

Il percorso della mostra nella storia dei Kennedy gode del contributo speciale della galleria Camera Work di Berlino, che ha concesso per la prima volta larga parte dell’archivio Kennedy in suo possesso, prestando oltre 600 scatti dei più prestigiosi fotografi di questo secolo: da Cornell Capa a Elliott Erwitt, da Mark Shaw e Yousuf Karsh a Jacques Lowe.

Si potranno ammirare anche documenti e oggetti personali della famiglia Kennedy (ad esempio la borsa di Jackie Kennedy) e di JFK, come la sua ventiquattrore, il libro in edizione limitata del discorso di insediamento, gli adesivi della campagna elettorale e la famosa sedia a dondolo, battuta all’asta da Sotheby’s a New York, il 16 febbraio scorso, concessa dal misterioso acquirente italiano.

La sezione del viaggio in Italia è arricchita dal contributo Ansa, la parte video si avvale dell’apporto di Giovanni Minoli e di RAI Educational, e c’è anche spazio per l’interazione attraverso un’installazione multimediale.

L’esposizione ripercorre le tappe salienti della storia dei Kennedy, iniziando dall’ascesa a senatore di JFK che, dopo aver lavorato come reporter, scelse di entrare in politica. Ma se i passaggi politici emozionano, quelli più intimi commuovono: il 12 settembre 1953 John sposa l’affascinante Jacqueline, dalla quale avrà tre figli. Durante un lungo periodo di malattia scrive Profiles in Courage, libro che gli vale il Premio Pulitzer nel 1957. Saranno questi gli anni dei lunghi ritiri nella residenza di campagna, all’insegna della spensieratezza e della tranquillità, che rinsalderanno la speciale relazione tra John e il fratello Bob.

Eletto Presidente degli Stati Uniti nel 1960, nel gennaio del ‘61 John si insedia alla Casa Bianca come il più giovane Presidente e il primo Presidente cattolico degli Stati Uniti. Kennedy segna una svolta politica nel Paese, nel segno delle nuove libertà, verso l'abolizione delle discriminazioni razziali, e prospetta una leadership americana sull’Occidente, intesa come forza morale e sete di giustizia. Purtroppo però, pochi mesi dopo il giugno 1963, data del famoso discorso davanti al Muro di Berlino, John incontra a Dallas il suo tragico destino di morte.

Dopo Dallas, sarà Robert Kennedy a continuare il programma politico del fratello, in favore dei diritti civili delle minoranze di colore, anche assecondando la profonda amicizia con il leader di colore, Martin Luther King. “Non c’è nessuna incompatibilità di fondo – diceva – fra ideali e realistiche possibilità”. Ma il sogno di un nuovo Kennedy alla Casa Bianca si spezza: nel 1968, Bob si candida alla presidenza per il Partito democratico e vince alcuni collegi per le primarie. Viene però ucciso, praticamente in diretta tv, da un giordano di origine palestinese.