In occasione dell’uscita di “Klimt & Schiele. Eros e Psiche”, al cinema dal 22 Ottobre

Tour a Vienna, sulle tracce della Secessione

L'atrio del MAK - Museo delle Arti Applicate di Vienna.Di Heinz Bunze via Flikr
 

Francesca Grego

05/10/2018

Mondo - Le inquietudini dell’uomo, i fermenti dell’arte, le suggestioni di un’epoca sospesa tra bellezza e abisso: è quanto che vedremo dal 22 al 24 ottobre nel film Klimt & Schiele. Eros e Psiche, prodotto da 3D e Nexo Digital, nonché tra i titoli della nuova stagione di La Grande Arte al Cinema.
Nel ruolo di comprimaria, la città di Vienna con i suoi gioielli modernisti, quest’anno al centro delle celebrazioni per il centenario della scomparsa di quattro icone made in Austria, tra cui spiccano Gustav Klimt ed Egon Schiele.
 
Mentre aspettiamo il buio in sala per immergerci nelle magiche atmosfere della capitale, percorriamo le sue strade sulle orme dei due artisti: alla scoperta di mostre, musei e luoghi simbolo della Secessione viennese.
 FOTO: Klimt & Schiele. Eros e Psiche - Erotismo nell'arte viennese del primo '900
Dove tutto è iniziato: l’edificio della Secessione
Quando fu costruita, alla fine dell’Ottocento, pochi avrebbero immaginato che la Secession sarebbe diventata uno degli emblemi di Vienna: le sue forme geometriche, la facciata scarna ed essenziale, la grande cupola aperta che ammicca al mondo della natura con 3000 foglie dorate sono quanto di più lontano dai modelli dominanti allora nella capitale mitteleuropea.
Relegato ai margini del centro cittadino proprio a causa del suo aspetto inconsueto, l’edificio divenne presto il cuore pulsante della vita artistica di Vienna, ospitando mostre e attività di un vivace gruppo di artisti raccolto intorno a Gustav Klimt. È qui che, dopo il distacco dal circolo conservatore del Künstlerhaus, l’autore del Bacio dà il via all’avventura modernista in versione austriaca, che si traduce nella straordinaria fioritura dello Jugendstil.
 
Ed è qui che si trova ancora oggi uno dei suoi capolavori più discussi: il Fregio di Beethoven, allegoria della ricerca umana della felicità. Ispirato all’Inno alla Gioia, quello che ai primi del Novecento fu bollato come “pornografia pittorica” oggi rappresenta un vertice del Liberty europeo. Geni fluttuanti, esseri mitologici, cavalieri dall’armatura dorata, nudi femminili dal fascino mai visto si susseguono sulle pareti nei sotterranei del palazzo, fino al coro degli angeli del paradiso e a una coppia di amanti che si baciano: “Questo bacio al mondo intero”, recita il testo di Friedrich Schiller che ispirò la Nona Sinfonia.
 
“Ad ogni epoca la sua arte. All’arte la sua libertà”, risponde la massima scritta sulla facciata esterna. Coerente con i principi delle origini, la Secession continua ad accogliere protagonisti e tendenze della scena attuale, portando alta la bandiera del più antico spazio espositivo d’Europa dedicato all’arte contemporanea.
 
KLIMT E SCHIELE NEI MUSEI DI VIENNA
Il Belvedere Superiore
Nel suo esorbitante campionario d’arte capace di spaziare dal Medioevo ai nostri giorni, il settecentesco Castello del Belvedere Superiore custodisce la più grande collezione di dipinti di Gustav Klimt. Tra i pezzi forti, icone del Liberty come Il Bacio e la conturbante Giuditta.
Nell’allestimento inaugurato nel 2018, è possibile rivivere fase per fase l’evoluzione dell’artista austriaco più famoso al mondo sullo sfondo di fenomeni di ampio respiro, dai fermenti pre-bellici alla nascita della psicologia. Oltre ai capolavori del celebre Periodo d’Oro, spiccano i ritratti che fecero di Klimt il pittore favorito dall’alta borghesia viennese, i paesaggi e le opere dell’ultima fase, come La Sposa, che sotto l’influenza delle avanguardie parigine sfoggia uno stile più fluido e libero.
In dialogo con i dipinti di Klimt, esempi dalla produzione di altri grandi interpreti del suo tempo, da Segantini a Van Gogh o Munch, per continuare con Schiele e Kokoschka.
 
Il Leopold Museum
Punta di diamante del vivace MuseumQuarters, il Leopold Museum monopolizza l’attenzione degli ammiratori di Egon Schiele. Primo a riconoscere la statura dell’artista, nel corso di mezzo secolo il collezionista Rudolf Leopold è riuscito a mettere insieme una raccolta incredibile, che fino al 1991 conservava in casa propria. Oggi è un esperto mondiale dell’opera di Schiele e il suo patrimonio è una delle attrazioni più potenti di Vienna.
Nell’allestimento recentemente rinnovato, sezioni tematiche indagano personalità e ricerca di Egon Schiele lungo diverse dimensioni e fasi creative. Se tra i capolavori più famosi si annoverano l’Autoritratto con alchechengi e il Ritratto di Wally Neuzil, non mancano sorprese come paesaggi e nature morte. Ma in primo piano c’è la persona come corpo: nella sua nuda fragilità, senza più inibizioni morali o estetiche.
Oltre ai 24 gioielli firmati da Schiele, si possono ammirare qui quadri di Klimt, Gerstl e Kokoschka.
 
Inseguendo un’arte in viaggio: dal Kunsthistorisches Museum al MAK
Due musei diversissimi, accomunati dalla presenza di memorabili testimonianze del lavoro di Gustav Klimt.
Entrando nelle sale del Kunsthistorisches Museum, si resta letteralmente abbagliati dalla quantità di antichi capolavori che si contendono l’attenzione: dai Brueghel ai Raffaello, dalla Saliera di Cellini a Caravaggio, Vermeer, Dürer, Velàsquez.
Ma non tutti si accorgono che lo spettacolo inizia già sullo scalone centrale: tra le arcate sovrastanti si annidano infatti raffinate figure dipinte dal giovane Klimt per l’imperatore Francesco Giuseppe, in un trionfo di luce, disegno e delicate fanciulle che anticipa alcuni temi futuri.
 
Tutt’altra atmosfera quella che si respira al MAK, il Museo di Arti Applicate: tra mobili, tessuti e porcellane, va in scena il lato moderno di Vienna. Qui aveva sede la rinomata Scuola di Arti e Mestieri che fu culla della Secessione: un vero e proprio laboratorio di design dove arte e artigianato si sovrapposero con esiti straordinari, dando vita a oggetti leggendari e a forme ancora attualissime.
Impossibile non fermarsi ad ammirare i nove grandi disegni a colori che Klimt preparò per i mosaici di Palazzo Stoclet, a Bruxelles: L’Abbraccio e l’Albero della Vitacampeggiano tra ori e decori esotici, mentre in basso è ancora possibile leggere gli appunti a matita vergati dal maestro.
 
Villa Klimt
Immerso nel verde, l’edificio Biedermeier di Villa Klimt ospita l’unico atelier del pittore conservato nel suo stato originale. Circa 50 dipinti e centinaia di disegni videro la luce qui tra il 1911 e il 1918, dal Ritratto di Adele Bloch Baueralla Donna con Ventaglio.
Tra mobili d’epoca e preziosi documenti, Villa Klimt ospita mostre, eventi a tema e visite guidate, in una continua esplorazione dell’immaginario dell’artista.
 
LE MOSTRE DELL’AUTUNNO 2018
A cent’anni dalla morte di Klimt e Schiele, un ricco programma espositivo porta nuova luce sulla straordinaria stagione del Modernismo viennese. Non solo eventi d’arte, ma un viaggio a tutto tondo nella cultura di un’epoca, tra musica e psicanalisi, fotografia e design, architettura ed emancipazione femminile.
L’opera di Egon Schiele è approfondita in due interessanti appuntamenti. Fino al 17 febbraio 2019 Egon Schiele. I percorsi di una collezione indaga la storia dei dipinti della Collezione Schiele del Belvedere: dalle persone ritratte ai passaggi di proprietà, fino a ricostruire il modus operandi dell’artista attraverso scoperte emerse nel corso di recenti restauri.
Al Museo Leopold il pittore si svela nella Rassegna del Centenario: il suo rifiuto dei tabù, la ricerca dell’espressione, i suoi originalissimi ritratti sono tra il fili conduttori del percorso (fino al 4 novembre).
 
Quest’autunno Schiele condivide la scena del Leopold con il suo maestro e mentore. Gustav Klimt. Artist of the Century ripercorre la parabola del fondatore della Secessione dai primi ritratti alla Sposa, passando per gli scandalosi dipinti delle Facoltà. In evidenza, la portata rivoluzionaria del suo lavoro (fino al 4 novembre).
A Villa Klimt, infine, la rassegna Klimt lost punta i riflettori sull’arte depredata sotto il Nazismo, sulle opere sparite, sulle storie di collezionisti che furono vittime o criminali. Celebri capolavori appaiono in una nuova ottica (fino al 31 dicembre).

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