Strumento o opera d’arte?

Il suono del genio di Leonardo

Il Codice Atlantico di Leonardo Da Vinci
 

L. Sanfelice

15/11/2013

Il pianista polacco, Slawomir Zubrzycki, seguendo le istruzioni che Leonardo Da Vinci trascrisse nel suo Codice Atlantico, ha riservato tre anni di lavoro e un investimento economico di circa 7mila euro alla costruzione di una viola organista, capace di riprodurre sulla tastiera di un pianoforte il suono degli strumenti a corda. Non esistono documenti che accertino che Leonardo realizzò questa creatura immaginata tra il 1470 e il 1480, ma di evidente c’è che la descrisse nel dettaglio incoraggiando l’ispirato musicista a costruirne un elegante prototipo.

Il debutto a Cracovia della Viola Organista è stato accolto da una standing ovation e dall’ammirazione di altri musicisti, rapiti dall’opera d’arte e dalla sua capacità di trattenere le note all’infinito. “E’ il suono del genio” ha risposto Zubrzycki.

Nella storia, non è la prima volta che qualcuno fa riferimento a Leonardo per la costruzione di uno strumento simile. Ad andarci molto vicino fu nel 1575 il tedesco Hans Haiden con il suo Geigenwerk, e nel 1625 tentò un esperimento anche lo spagnolo Fray Raymundo Truchado. Nell’età contemporanea, a parte una moderna ricostruzione del Geigenwerk realizzata da Akio Obuchi e in parte basata sui disegni della viola organista, nessuno aveva mai tentato una simile avventura.