Dal 5 dicembre 2024 al 9 marzo 2025
La National Gallery celebra il genio di Parmigianino
Girolamo Francesco Maria Mazzola detto il Parmigianino, Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Girolamo (La Visione di San Girolamo), dettaglio, 1526-27. Olio su tela. National Gallery, London
Francesca Grego
26/11/2024
Mondo - È rimasta lontana dal pubblico per oltre dieci anni la Visione di San Girolamo, capolavoro del Parmigianino di proprietà della National Gallery dal 1826 e unica opera del pittore in terra britannica. Dal prossimo 5 dicembre fino al 9 marzo 2025 il dipinto tornerà nelle sale di Trafalgar Square da protagonista dopo un importante restauro, in una mostra concepita per metterne in luce la bellezza e l’originalità. Coronamento delle celebrazioni per il bicentenario del museo londinese, l’esposizione affiancherà alla tela numerosi studi preparatori, testimonianza dell’eccezionale talento di Parmigianino nel disegno e documenti della genesi di un’opera che ha aperto nuove prospettive per l’arte del Cinquecento.
La Visione di San Girolamo fu dipinta da Parmigianino a soli 23 anni dopo un breve soggiorno a Roma, su commissione della nobile Maria Bufalini, come pala d'altare per una cappella nella chiesa di San Salvatore in Lauro, importante complesso religioso nel cuore della Città Eterna. Non tutto andò secondo i piani. Secondo Giorgio Vasari, Parmigianino era al lavoro sulla pala proprio durante il Sacco di Roma del 1527. Quando i lanzichenecchi di Carlo V irruppero nella sua bottega, restarono talmente stupiti dalla bellezza dell’opera che gli permisero di proseguire. In cambio della vita, l’artista avrebbe dovuto realizzare dei disegni per i soldati imperiali. Parmigianino fuggì da Roma senza mai vedere il capolavoro installato al suo posto: il dipinto fu nascosto e recuperato solo dopo la sua morte, quando gli eredi della committente lo trasferirono nella chiesa di famiglia a Città di Castello.
Girolamo Francesco Maria Mazzola detto il Parmigianino, Madonna con Bambino e i Santi Giovanni Battista e Girolamo (La Visione di San Girolamo), 1526-27. Olio su tela. National Gallery, London
Rimossi ritocchi posteriori e strati di vernici posticce, ora il dipinto rivela appieno la ricchezza dei colori, la qualità delle pennellate e la creatività visionaria del Parmigianino. La nuova cornice realizzata nei laboratori della National Gallery è stata progettata guardando a pregevoli esempi contemporanei e restituisce l’ambientazione originaria del dipinto in una chiesa italiana. Contro i raggi di luce, una maestosa Madonna in rosa siede su un trono di nuvole fluttuanti. Il Figlio, un bimbo dai vezzosi i riccioli biondi, avanza verso lo spettatore. Sotto di loro, la figura soprannaturale di Giovanni Battista ci fissa negli occhi, mentre con il lungo braccio dirige la nostra attenzione verso la Vergine e il Bambino in alto. Alle suo spalle un San Girolamo profondamente addormentato appare stranamente ignaro dell'apparizione divina, adagiato in un fitto groviglio di foglie e radici. La mostra metterà in evidenza la novità dello stile di Parmigianino: le figure allungate in una composizione spiccatamente verticale, l’atmosfera raffinata, la tavolozza opulenta e brillante, l’innovativo impianto spaziale fanno della Visione di San Girolamo uno dei primissimi capolavori del Manierismo.
Per la prima volta il dipinto sarà messo a confronto con i suoi numerosi studi preparatori, evidenziando l’estro del giovane artista e il virtuosismo di uno dei disegnatori più talentuosi e prolifici del XVI secolo. Oggi sopravvivono infatti quasi mille disegni attribuiti a Parmigianino, che “per numero e realizzazione tecnica è secondo solo a Leonardo Da Vinci”, si legge nella presentazione della National Gallery. Dai soggetti sacri a quelli mitologici ed erotici, spesso si tratta di vere e proprie opere finite, eseguite con abilità sopraffina e una vena creativa apparentemente inesauribile. A raccontare la genesi dell’originale Madonna con Bambino e Santi nota come Visione di San Girolamo saranno tavole atmosferiche e vellutate realizzate con i gessetti, ma anche vorticosi schizzi a inchiostro: un corpus di lavori capaci di illuminare, tappa dopo tappa, l’evoluzione di uno dei primi grandi progetti dell’artista, nonché l’eleganza e il dinamismo delle sue linee e la maestria nell’uso di una notevole varietà di mezzi.
Girolamo Francesco Maria Mazzola detto il Parmigianino, Studio per Madonna con Bambino e i Santi Giovanni Battista e Girolamo (recto), 1526–7. Pen and brown ink, with brown wash, heightened with white (oxidised), over red chalk on paper, 25.8 × 15.6 cm. British Museum, London (1882,0812.488) © The Trustees of the British Museum
Originario di Parma, Girolamo Francesco Maria Mazzola detto Parmigianino (1503‒1540) fu un bambino prodigio. La grazia, l'ingegno e la raffinatezza dell'esecuzione già evidenti nei suoi primi lavori fecero sì che fosse acclamato come un “Raffaello redivivo". Nel 1524 si recò a Roma, dove fu presentato a papa Clemente VII con grande successo. Qui si immerse nell'arte del Sanzio e di Michelangelo, oltre che in quella dell'antichità, influenze che ritroviamo nella pala della National Gallery. Tuttavia, mentre artisti come Raffaello erano spesso ammirati per il loro naturalismo, Parmigianino si spostò verso rappresentazioni sempre più stilizzate e stravaganti: le sue originali invenzioni compositive, le figure allungate e le sue inusuali iconografie avrebbero impresso una nuova direzione all'arte del XVI secolo.
La Visione di San Girolamo fu dipinta da Parmigianino a soli 23 anni dopo un breve soggiorno a Roma, su commissione della nobile Maria Bufalini, come pala d'altare per una cappella nella chiesa di San Salvatore in Lauro, importante complesso religioso nel cuore della Città Eterna. Non tutto andò secondo i piani. Secondo Giorgio Vasari, Parmigianino era al lavoro sulla pala proprio durante il Sacco di Roma del 1527. Quando i lanzichenecchi di Carlo V irruppero nella sua bottega, restarono talmente stupiti dalla bellezza dell’opera che gli permisero di proseguire. In cambio della vita, l’artista avrebbe dovuto realizzare dei disegni per i soldati imperiali. Parmigianino fuggì da Roma senza mai vedere il capolavoro installato al suo posto: il dipinto fu nascosto e recuperato solo dopo la sua morte, quando gli eredi della committente lo trasferirono nella chiesa di famiglia a Città di Castello.
Girolamo Francesco Maria Mazzola detto il Parmigianino, Madonna con Bambino e i Santi Giovanni Battista e Girolamo (La Visione di San Girolamo), 1526-27. Olio su tela. National Gallery, London
Rimossi ritocchi posteriori e strati di vernici posticce, ora il dipinto rivela appieno la ricchezza dei colori, la qualità delle pennellate e la creatività visionaria del Parmigianino. La nuova cornice realizzata nei laboratori della National Gallery è stata progettata guardando a pregevoli esempi contemporanei e restituisce l’ambientazione originaria del dipinto in una chiesa italiana. Contro i raggi di luce, una maestosa Madonna in rosa siede su un trono di nuvole fluttuanti. Il Figlio, un bimbo dai vezzosi i riccioli biondi, avanza verso lo spettatore. Sotto di loro, la figura soprannaturale di Giovanni Battista ci fissa negli occhi, mentre con il lungo braccio dirige la nostra attenzione verso la Vergine e il Bambino in alto. Alle suo spalle un San Girolamo profondamente addormentato appare stranamente ignaro dell'apparizione divina, adagiato in un fitto groviglio di foglie e radici. La mostra metterà in evidenza la novità dello stile di Parmigianino: le figure allungate in una composizione spiccatamente verticale, l’atmosfera raffinata, la tavolozza opulenta e brillante, l’innovativo impianto spaziale fanno della Visione di San Girolamo uno dei primissimi capolavori del Manierismo.
Per la prima volta il dipinto sarà messo a confronto con i suoi numerosi studi preparatori, evidenziando l’estro del giovane artista e il virtuosismo di uno dei disegnatori più talentuosi e prolifici del XVI secolo. Oggi sopravvivono infatti quasi mille disegni attribuiti a Parmigianino, che “per numero e realizzazione tecnica è secondo solo a Leonardo Da Vinci”, si legge nella presentazione della National Gallery. Dai soggetti sacri a quelli mitologici ed erotici, spesso si tratta di vere e proprie opere finite, eseguite con abilità sopraffina e una vena creativa apparentemente inesauribile. A raccontare la genesi dell’originale Madonna con Bambino e Santi nota come Visione di San Girolamo saranno tavole atmosferiche e vellutate realizzate con i gessetti, ma anche vorticosi schizzi a inchiostro: un corpus di lavori capaci di illuminare, tappa dopo tappa, l’evoluzione di uno dei primi grandi progetti dell’artista, nonché l’eleganza e il dinamismo delle sue linee e la maestria nell’uso di una notevole varietà di mezzi.
Girolamo Francesco Maria Mazzola detto il Parmigianino, Studio per Madonna con Bambino e i Santi Giovanni Battista e Girolamo (recto), 1526–7. Pen and brown ink, with brown wash, heightened with white (oxidised), over red chalk on paper, 25.8 × 15.6 cm. British Museum, London (1882,0812.488) © The Trustees of the British Museum
Originario di Parma, Girolamo Francesco Maria Mazzola detto Parmigianino (1503‒1540) fu un bambino prodigio. La grazia, l'ingegno e la raffinatezza dell'esecuzione già evidenti nei suoi primi lavori fecero sì che fosse acclamato come un “Raffaello redivivo". Nel 1524 si recò a Roma, dove fu presentato a papa Clemente VII con grande successo. Qui si immerse nell'arte del Sanzio e di Michelangelo, oltre che in quella dell'antichità, influenze che ritroviamo nella pala della National Gallery. Tuttavia, mentre artisti come Raffaello erano spesso ammirati per il loro naturalismo, Parmigianino si spostò verso rappresentazioni sempre più stilizzate e stravaganti: le sue originali invenzioni compositive, le figure allungate e le sue inusuali iconografie avrebbero impresso una nuova direzione all'arte del XVI secolo.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Milano | Dal 15 febbraio a Palazzo Reale
A Milano tutto Casorati in 100 opere
-
Ferrara | In mostra a Ferrara dal 22 marzo 2025
Mucha e Boldini, una strana coppia in arrivo a Palazzo dei Diamanti
-
Forlì-Cesena | In mostra dal 22 febbraio al 29 giugno 2025
Dalla maschera al selfie, il ritratto dell’artista al Museo San Domenico di Forlì
-
Torino | Da gennaio un ricco calendario di appuntamenti
Orazio Gentileschi e Guido Reni nel 2025 dei Musei Reali di Torino