Nel cuore di Roma, i resti di una villa imperiale
Tornano alla luce i tesori degli Horti Lamiani

Soprintendenza Speciale Colosseo e Area Archeologica Roma |
Particolare della decorazione della Volta Gatti
Francesca Grego
02/02/2017
Roma - Ancora due settimane di scavi e la Volta Gatti non avrà più segreti. Un’aula semicircolare di notevoli proporzioni è stata rinvenuta a 15 metri di profondità nel sottosuolo di piazza Dante, all’Esquilino, durante i lavori di ristrutturazione del palazzo delle Casse di Risparmi Postali. Preziosi decori in marmo e mosaici in pasta di vetro di età augustea adornano l’ambiente, che anticamente faceva parte della grandiosa villa del console Elio Lamia. In seguito la residenza passò all’imperatore Caligola, per poi essere annessa al complesso della Domus Aurea di Nerone.
Già a cavallo del XIX e del XX secolo, gli scavi condotti per la costruzione dell’Esquilino avevano portato alla luce le imponenti strutture di un quartiere abitato in età imperiale da personaggi di alto rango. Proprio qui, fra i resti di ville, giardini e padiglioni per le feste, furono rinvenute le celebri sculture della Venere Esquilina, di Commodo come Ercole (oggi nella collezione Musei Capitolini - Centrale Montemartini) e le Niobidi conservate agli Uffizi, ma all’archeologo Giuseppe Gatti sfuggì l’elaborata decorazione della sala che da lui prese il nome.
Attualmente si sta procedendo al recupero della struttura, che faceva capo a un padiglione di almeno due piani e che risulta divisa in due dalle fondamenta dell’edificio sovrastante.
Dopo complessi rilievi con laser scanner e fotogrammetria tridimensionale, le superfici decorate sono state staccate fino al piano del pavimento per agevolarne la valorizzazione. L’intenzione della Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’Area Archeologica di Roma è infatti di creare uno spazio dedicato alla fruizione dei reperti nei vicini giardini di piazza Dante. Al progetto partecipano il I Municipio di Roma e i cittadini del quartiere, che sottolineano la necessità di salvaguardare quella che è una delle rare aree verdi del rione umbertino. Se il piano andasse in porto, per completarlo sarebbero necessari due anni a partire dal termine dei lavori di ristrutturazione in corso nel sottosuolo.
Già a cavallo del XIX e del XX secolo, gli scavi condotti per la costruzione dell’Esquilino avevano portato alla luce le imponenti strutture di un quartiere abitato in età imperiale da personaggi di alto rango. Proprio qui, fra i resti di ville, giardini e padiglioni per le feste, furono rinvenute le celebri sculture della Venere Esquilina, di Commodo come Ercole (oggi nella collezione Musei Capitolini - Centrale Montemartini) e le Niobidi conservate agli Uffizi, ma all’archeologo Giuseppe Gatti sfuggì l’elaborata decorazione della sala che da lui prese il nome.
Attualmente si sta procedendo al recupero della struttura, che faceva capo a un padiglione di almeno due piani e che risulta divisa in due dalle fondamenta dell’edificio sovrastante.
Dopo complessi rilievi con laser scanner e fotogrammetria tridimensionale, le superfici decorate sono state staccate fino al piano del pavimento per agevolarne la valorizzazione. L’intenzione della Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’Area Archeologica di Roma è infatti di creare uno spazio dedicato alla fruizione dei reperti nei vicini giardini di piazza Dante. Al progetto partecipano il I Municipio di Roma e i cittadini del quartiere, che sottolineano la necessità di salvaguardare quella che è una delle rare aree verdi del rione umbertino. Se il piano andasse in porto, per completarlo sarebbero necessari due anni a partire dal termine dei lavori di ristrutturazione in corso nel sottosuolo.
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