Oltre due secoli d’arte nel programma del museo della Svizzera Italiana

Dal Surrealismo a Munch e Gauguin, il 2019 del MASI di Lugano

Jean Viollier, L'Épouvantail charmeur III (1928) © 2018, ProLitteris, Zürich
 

Francesca Grego

04/01/2019

Mondo - Restano ancora pochi giorni per visitare la grande mostra Ligne de Vie, che con 90 capolavori di René Magritte ha portato al MASI di Lugano migliaia di fan dell’estroso pittore belga.
Ma il 2019 è arrivato con un carico di interessanti novità al Museo d’Arte della Svizzera Italiana.
Dalla luce incantata di Hodler e Segantini alle perturbanti creazioni surrealiste, dalle sculture di Giacometti alle incisioni di Gauguin, Gertsch e Munch, senza trascurare le tendenze più recenti dell’arte tra i cantoni, ce n’è davvero per ogni gusto e sensibilità.
 
In autunno, inoltre, il MASI festeggerà la riapertura della storica sede di Palazzo Reali con una grande mostra dedicata ai capolavori conservati nelle proprie raccolte, mentre la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati – sempre nel circuito del museo ticinese – presenterà un importante progetto espositivo dedicato a Marisa Merz in parallelo con le nuove acquisizioni visibili nell’inedito allestimento A Collection in Progress.
Insomma, i motivi per un’incursione oltre confine non mancano. Scopriamoli nel dettaglio.
 
Il nuovo anno del MASI inaugura ufficialmente il 6 febbraio con un sorprendente viaggio nel Surrealismo made in Switzerland: 400 opere di Paul Klee, Alberto Giacometti, Hans Jean Arp, Jean Tinguely, Meret Oppenheim e molti altri mostrano come il vento dell’avanguardia abbia soffiato forte tra le Alpi anche dopo l’avventura dadaista del Cabaret Voltaire. Un corpus variegato di dipinti, sculture, disegni, video e fotografie si interroga ora sull’influenza del Movimento sulla produzione artistica del paese e sull’importante contributo offerto al Surrealismo internazionale dagli artisti svizzeri emigrati a Parigi e altrove.
 
Dal 24 marzo, invece, è la volta di un tris di giganti dell’arte svizzera e non solo: Ferdinand Hodler, Giovanni Segantini e Alberto Giacometti, che si svelano attraverso i capolavori della prestigiosa Collezione Gottfried Keller. Riunite per la prima volta dopo oltre 60 anni, le opere scandiscono il racconto degli ultimi due secoli di arte elvetica. Da non perdere, il bellissimo Trittico delle Alpi di Segantini, ceduto in prestito una sola volta negli ultimi 100 anni, che dopo questa mostra resterà al MASI con un allestimento ad hoc. Il maestro divisionista sarà infatti al centro dell’autunno al museo ticinese, in un suggestivo itinerario nella pittura di paesaggio che giungerà fino ai nostri giorni in un dialogo tra artisti, epoche e stili (dal 25 agosto al 10 novembre).
 
E il MASI sarà anche il teatro dei festeggiamenti per i 90 anni del pittore svizzero Franz Gertsch, che per l’occasione diventa curatore di una mostra dedicata alla sua opera. Ma c’è di più: in programma dal 12 maggio al 22 settembre, Gertsch – Gauguin – Munch. Cut in wood rivelerà affinità inattese tra tre grandi protagonisti dell’arte a partire dal comune amore per la xilografia.
 
La mostra William Wegman: Being Human aprirà poi le porte alla grande fotografia internazionale con lo humour surreale dell’artista americano noto per le immagini dei suoi bracchi di Weimar (dall’8 settembre), mentre a rappresentare le tendenze più innovative del contemporaneo in Svizzera sarà il giovane Julian Charrière: nella sua opera video, fotografie, installazioni incrociano i temi della scienza e della cultura mediatica, la crisi ecologica e l’esplorazione romantica in un’indagine ad ampio raggio sull’immaginario geografico attuale.
 
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