Michele Canzoneri. La Pietra di Damasco
Michele Canzoneri, La Pietra di Damasco, 2003. Vetro acrilico e vetro soffiato
Dal 12 January 2025 al 24 February 2025
Agrigento
Luogo: Fondazione Orestiadi – Le Fabbriche
Indirizzo: Via San Francesco d'Assisi 1
Orari: dal martedì alla domenica 9.30 - 13.00 / 15.00 - 19.30
Curatori: Enzo Fiammetta
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sarà inaugurata domenica 12 gennaio alle ore 17.00 ad Agrigento negli spazi della Fondazione Orestiadi Le Fabbriche -e resterà aperta fino al 24 febbraio - la mostra La Pietra di Damasco di Michele Canzoneri.
L’esposizione, curata da Enzo Fiammetta, raccoglie un corpus di opere realizzato nel corso di un soggiorno dell’artista in Siria nel 2003, tra Aleppo, Damasco, Palmira ed Ebla, a seguito di un progetto della Fondazione che oggi ribadisce la propria attenzione verso il mondo arabo e mediorientale, attraversato da tragiche crisi e da violenze che si sono abbattute anche sul suo inestimabile patrimonio culturale e su parte delle opere che l’artista siciliano vent’anni fa ha riprodotto con il suo stile inconfondibile.
In mostra sculture, disegni, progetti e bozzetti attraverso cui Canzoneri documenta su carte pregiate di antichi codici del ‘700 e dell’800, le suggestioni, il tessuto fatto di pieni e di vuoti, minrab minareti, dettagli di forme e di volti che raccontano l’avventura del Medio Oriente, con l’eco inconfondibile di un narratore profondamente legato alla sua Sicilia.
In particolare, l’incontro con la “pietra”, nel sito archeologico di Ebla - città distrutta e rinata per tre volte in 900 anni - è il punto di riferimento da cui prende inizio il viaggio in Siria di Canzoneri, che realizza proprio “pietre” ad immagine di quelle antiche. Usando materiali a lui congeniali, vetro acrilico e vetro soffiato, crea degli oggetti che sembrano d’argilla e di paglia (come gli antichi mattoni), con inediti giochi di trasparenza e opacità. L’artista è dunque protagonista di un viaggio a ritroso, attraverso cui si snodano il pensiero e la ricerca verso una nuova tappa della sua riflessione, divenendo cronaca di una esplorazione senza tempo, quasi uno scavo archeologico.
Come afferma Francesca Corrao, presidente del comitato scientifico della Fondazione, con la Fondazione Orestiadi, sin dagli esordi, l'amico e Maestro è testimone e protagonista della grande cultura del Mediterraneo.
Con la mostra nella nostra sede agrigentina si rinnova il rapporto con un artista da sempre vicino al nostro impegno, dichiara Calogero Pumilia, presidente dimissionario della Fondazione Orestiadi. L’iniziativa conferma l’attenzione permanente, che già fu di Ludovico Corrao, verso il mondo e la cultura arabi e mediorientali, in un momento nel quale la Siria, con i suoi problemi, torna ad essere uno dei punti caldi di un mondo carico di violenza e di scontri. Da Agrigento, proprio all’inizio dell’anno della cultura, la Fondazione rilancia un messaggio di pace, di comprensione e di convivenza tra storie, sensibilità e tradizioni diverse del Mediterraneo.
Michele Canzoneri (Palermo 1944). Artista sulla scena nazionale ed internazionale da decenni, ha partecipato a Palermo a importanti iniziative come “Revort” nell’ambito della Settimana di Nuova Musica con sei edizioni tra il 1960 e 1968. Intorno agli anni ’70 Canzoneri inizia una nuova sperimentazione che lo conduce all’invenzione del GAV (gabraster, aria, vetro), oggetti che trattengono al proprio interno la luce, colorandola delle iridescenze del liquido colorato (gabraster). Tra le opere più significative ricordiamo la realizzazione dell’Evangelario delle chiese d’Italia (1984-1987), delle vetrate del Duomo di Cefalù (1984-2003); la mostra Il muro del tempo nella cripta della Cappella Palatina del Palazzo Reale di Palermo (1992); i seminari presso le Accademie di Aleppo e Damasco (2003); le opere per la Basilica di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo (2006); il Cenacolo francescano di Monte Sion a Gerusalemme (2012-2015). Nell’ambito del teatro musicale: Blaubart di Togni, Fenice, Venezia (1977); Parsifal di Wagner, Teatro Comunale, Bologna (1978); Collage 4 di Clementi, Maggio Musicale Fiorentino (1981); La clemenza di Tito di Mozart (1981) e Maria de Buenos Aires di Piazzolla (1999), Teatro Massimo, Palermo; Norma di Bellini, coproduzione Teatro Bellini, Catania e Landesteather, Salisburgo (2000); Premio Abbiati come migliore scenografo del 2000; Dialogues des carmèlites di Poulenc, StaatsOper, Stoccarda (2012).
L’esposizione, curata da Enzo Fiammetta, raccoglie un corpus di opere realizzato nel corso di un soggiorno dell’artista in Siria nel 2003, tra Aleppo, Damasco, Palmira ed Ebla, a seguito di un progetto della Fondazione che oggi ribadisce la propria attenzione verso il mondo arabo e mediorientale, attraversato da tragiche crisi e da violenze che si sono abbattute anche sul suo inestimabile patrimonio culturale e su parte delle opere che l’artista siciliano vent’anni fa ha riprodotto con il suo stile inconfondibile.
In mostra sculture, disegni, progetti e bozzetti attraverso cui Canzoneri documenta su carte pregiate di antichi codici del ‘700 e dell’800, le suggestioni, il tessuto fatto di pieni e di vuoti, minrab minareti, dettagli di forme e di volti che raccontano l’avventura del Medio Oriente, con l’eco inconfondibile di un narratore profondamente legato alla sua Sicilia.
In particolare, l’incontro con la “pietra”, nel sito archeologico di Ebla - città distrutta e rinata per tre volte in 900 anni - è il punto di riferimento da cui prende inizio il viaggio in Siria di Canzoneri, che realizza proprio “pietre” ad immagine di quelle antiche. Usando materiali a lui congeniali, vetro acrilico e vetro soffiato, crea degli oggetti che sembrano d’argilla e di paglia (come gli antichi mattoni), con inediti giochi di trasparenza e opacità. L’artista è dunque protagonista di un viaggio a ritroso, attraverso cui si snodano il pensiero e la ricerca verso una nuova tappa della sua riflessione, divenendo cronaca di una esplorazione senza tempo, quasi uno scavo archeologico.
Come afferma Francesca Corrao, presidente del comitato scientifico della Fondazione, con la Fondazione Orestiadi, sin dagli esordi, l'amico e Maestro è testimone e protagonista della grande cultura del Mediterraneo.
Con la mostra nella nostra sede agrigentina si rinnova il rapporto con un artista da sempre vicino al nostro impegno, dichiara Calogero Pumilia, presidente dimissionario della Fondazione Orestiadi. L’iniziativa conferma l’attenzione permanente, che già fu di Ludovico Corrao, verso il mondo e la cultura arabi e mediorientali, in un momento nel quale la Siria, con i suoi problemi, torna ad essere uno dei punti caldi di un mondo carico di violenza e di scontri. Da Agrigento, proprio all’inizio dell’anno della cultura, la Fondazione rilancia un messaggio di pace, di comprensione e di convivenza tra storie, sensibilità e tradizioni diverse del Mediterraneo.
Michele Canzoneri (Palermo 1944). Artista sulla scena nazionale ed internazionale da decenni, ha partecipato a Palermo a importanti iniziative come “Revort” nell’ambito della Settimana di Nuova Musica con sei edizioni tra il 1960 e 1968. Intorno agli anni ’70 Canzoneri inizia una nuova sperimentazione che lo conduce all’invenzione del GAV (gabraster, aria, vetro), oggetti che trattengono al proprio interno la luce, colorandola delle iridescenze del liquido colorato (gabraster). Tra le opere più significative ricordiamo la realizzazione dell’Evangelario delle chiese d’Italia (1984-1987), delle vetrate del Duomo di Cefalù (1984-2003); la mostra Il muro del tempo nella cripta della Cappella Palatina del Palazzo Reale di Palermo (1992); i seminari presso le Accademie di Aleppo e Damasco (2003); le opere per la Basilica di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo (2006); il Cenacolo francescano di Monte Sion a Gerusalemme (2012-2015). Nell’ambito del teatro musicale: Blaubart di Togni, Fenice, Venezia (1977); Parsifal di Wagner, Teatro Comunale, Bologna (1978); Collage 4 di Clementi, Maggio Musicale Fiorentino (1981); La clemenza di Tito di Mozart (1981) e Maria de Buenos Aires di Piazzolla (1999), Teatro Massimo, Palermo; Norma di Bellini, coproduzione Teatro Bellini, Catania e Landesteather, Salisburgo (2000); Premio Abbiati come migliore scenografo del 2000; Dialogues des carmèlites di Poulenc, StaatsOper, Stoccarda (2012).
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