PierPaolo Koss. The Moscow Time
![PierPaolo Koss, MadonnaRiot, 2012, mixed media on ancient icona, ed. unica PierPaolo Koss, MadonnaRiot, 2012, mixed media on ancient icona, ed. unica](http://www.arte.it/foto/600x450/82/13907-Pierpaolo_koss_MadonnaRiot_2012_mixed_media_on_ancient_icona_ed_unica_Courtesy_Sabrina_Raffaghello_Arte_Contemporanea.jpg)
© Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea | PierPaolo Koss, MadonnaRiot, 2012, mixed media on ancient icona, ed. unica
Dal 03 Marzo 2013 al 07 Aprile 2013
Alessandria
Luogo: Palazzo del Monferrato
Indirizzo: via San Lorenzo 21
Orari: da giovedì a sabato 16- 19 e su appuntamento
Curatori: Sabrina Raffaghello, Ivan Quaroni
Enti promotori:
- Biennale VideoFotografiaContemporanea di Alessandria
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0131 1953267
E-Mail info: info@sabrinaraffaghello.com
Sito ufficiale: http://www.palazzodelmonferrato.it
Pierpaolo Koss apre la stagione espositiva del Palazzo del Monferrato di Alessandria con una personale dal titolo Moscow Times dal 2 marzo al 7 aprile 2013.
La mostra, a cura di Sabrina Raffaghello e Ivan Quaroni e prodotta dalla Biennale VideoFotografiaContemporanea di Alessandria, propone, nel ventennale della fine dell’Unione Sovietica e della nascita della Federazione Russa, un’attenta analisi delle utopie e delle innovazioni che hanno radicalmente cambiato l’aspetto e la storia di una nazione.
Moscow Times elabora, da un lato, l’idea progettuale del tempo e della percezione della memoria individuale e collettiva e, dall’altro, disegna una sorta di geografia emozionale attraverso video (in alcuni casi rielaborazioni di filmati propagandistici del Cremlino), video-installazioni,installazioni scultoree, fotografie eframe da video che uniscono i simboli della tradizione russa (dal Mausoleo di Lenin alle icone, passando per le bandiere nazionali) a segnali di rinnovamento (per esempio, nell’architettura urbana).
Koss esprime l’idea di un tempo in cui il potere intreccia consapevolmente nostalgie imperiali, nazionalismo sovietico, suggestioni della religione ortodossa da grande madre Russia, dirigismo e autoritarismo statale che riesumano i valori chiave della fierezza russa. Il tutto in una città, Mosca, che diventa il palcoscenico in cui tale architettura ideologica si concretizza: dalle invasive scenografie della continua propaganda politica del nuovo Zar –Putin– alle distruttive speculazioni immobiliari, dalle migliaia di negozi esclusivi ai locali di tendenza. Una volontà feroce di mettere assieme metropoli come Londra, Parigi, Milano, Tokyo, New York in una grande illusione ottica dalla patina glamour.
L’artista traccia dunque un ritratto lucido degli usi e dei costumi di un popolo tanto diverso al suo interno quanto profondamente alla ricerca di un’identità unitaria. I linguaggi differenti –valorizzati anche dalle sale di Palazzo del Monferrato che permette di ‘giocare’ sugli spazi e di progettare in site specific– rendono tangibile il senso di cambiamento e frazionamento teso ad evidenziare il sentimento di inquietudine e di ricerca di un passato diventato icona di se stesso, mai volutamente dimenticato.
Moscow Times non vuole essere una mostra dai temi politici, piuttosto una riflessione su una società forte e su un momento storico di profonde tensioni spirituali e culturali: il diverso, l’accettazione di un processo di evoluzione, la rielaborazione della memoria e di uno Stato che da sempre ha giocato un ruolo primario nella storia economica politica e culturale del Paese.
Pierpaolo Koss (Valledoria, 1959) lavora in Russia da diversi anni, esponendo nelle realtà culturali più importanti ed innovative: il Puškin, La Biennale di Fotografia di Mosca, lo State Art Museum di Novosibirsky, l’Art Center Pushkinskaya di San Pietroburgo, la MARS Gallery Moscow, il Moscow Museum of Modern Art, il Gazgolder di Mosca, il circolo più esclusivo e sperimentale.
Il suo lavoro si concretizza seguendo la linea di un percorso installativo di video e fotografia, con l’uso di vere e proprie sculture nate da oggetti raccolti nel corso di un ventennio, memorabilia di una storia culturale e sociale complessa ed articolata. Artista visivo e performer dal 1978 opera su diversi piani espressivi (performance, fotografia, video, installazione) senza perdere un'essenziale unità poetica che gravita sul rapporto tra il sé e l'altro, elaborato e smascherato nelle sue aperte contraddizioni, tra realtà e apparenza, artificio e natura.
La mostra, a cura di Sabrina Raffaghello e Ivan Quaroni e prodotta dalla Biennale VideoFotografiaContemporanea di Alessandria, propone, nel ventennale della fine dell’Unione Sovietica e della nascita della Federazione Russa, un’attenta analisi delle utopie e delle innovazioni che hanno radicalmente cambiato l’aspetto e la storia di una nazione.
Moscow Times elabora, da un lato, l’idea progettuale del tempo e della percezione della memoria individuale e collettiva e, dall’altro, disegna una sorta di geografia emozionale attraverso video (in alcuni casi rielaborazioni di filmati propagandistici del Cremlino), video-installazioni,installazioni scultoree, fotografie eframe da video che uniscono i simboli della tradizione russa (dal Mausoleo di Lenin alle icone, passando per le bandiere nazionali) a segnali di rinnovamento (per esempio, nell’architettura urbana).
Koss esprime l’idea di un tempo in cui il potere intreccia consapevolmente nostalgie imperiali, nazionalismo sovietico, suggestioni della religione ortodossa da grande madre Russia, dirigismo e autoritarismo statale che riesumano i valori chiave della fierezza russa. Il tutto in una città, Mosca, che diventa il palcoscenico in cui tale architettura ideologica si concretizza: dalle invasive scenografie della continua propaganda politica del nuovo Zar –Putin– alle distruttive speculazioni immobiliari, dalle migliaia di negozi esclusivi ai locali di tendenza. Una volontà feroce di mettere assieme metropoli come Londra, Parigi, Milano, Tokyo, New York in una grande illusione ottica dalla patina glamour.
L’artista traccia dunque un ritratto lucido degli usi e dei costumi di un popolo tanto diverso al suo interno quanto profondamente alla ricerca di un’identità unitaria. I linguaggi differenti –valorizzati anche dalle sale di Palazzo del Monferrato che permette di ‘giocare’ sugli spazi e di progettare in site specific– rendono tangibile il senso di cambiamento e frazionamento teso ad evidenziare il sentimento di inquietudine e di ricerca di un passato diventato icona di se stesso, mai volutamente dimenticato.
Moscow Times non vuole essere una mostra dai temi politici, piuttosto una riflessione su una società forte e su un momento storico di profonde tensioni spirituali e culturali: il diverso, l’accettazione di un processo di evoluzione, la rielaborazione della memoria e di uno Stato che da sempre ha giocato un ruolo primario nella storia economica politica e culturale del Paese.
Pierpaolo Koss (Valledoria, 1959) lavora in Russia da diversi anni, esponendo nelle realtà culturali più importanti ed innovative: il Puškin, La Biennale di Fotografia di Mosca, lo State Art Museum di Novosibirsky, l’Art Center Pushkinskaya di San Pietroburgo, la MARS Gallery Moscow, il Moscow Museum of Modern Art, il Gazgolder di Mosca, il circolo più esclusivo e sperimentale.
Il suo lavoro si concretizza seguendo la linea di un percorso installativo di video e fotografia, con l’uso di vere e proprie sculture nate da oggetti raccolti nel corso di un ventennio, memorabilia di una storia culturale e sociale complessa ed articolata. Artista visivo e performer dal 1978 opera su diversi piani espressivi (performance, fotografia, video, installazione) senza perdere un'essenziale unità poetica che gravita sul rapporto tra il sé e l'altro, elaborato e smascherato nelle sue aperte contraddizioni, tra realtà e apparenza, artificio e natura.
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