Matteo Nasini. Il giardino perduto
![Matteo Nasini, Il Giardino Perduto, 2018. Palazzo Bentivoglio, Bologna I Ph. Carlo Favero Matteo Nasini, Il Giardino Perduto, 2018. Palazzo Bentivoglio, Bologna I Ph. Carlo Favero](http://www.arte.it/foto/600x450/6b/145107-unnamed.jpg)
Matteo Nasini, Il Giardino Perduto, 2018. Palazzo Bentivoglio, Bologna I Ph. Carlo Favero
Dal 15 Novembre 2023 al 09 Dicembre 2023
Bologna
Luogo: garage BENTIVOGLIO
Indirizzo: Via del Borgo di San Pietro 3A
Sito ufficiale: http://www.palazzobentivoglio.org
Dal 15 novembre al 9 dicembre 2023 torna l’appuntamento di Palazzo Bentivoglio con la vetrina d’arte su via del Borgo di San Pietro: con Il giardino perduto di Matteo Nasinigarage BENTIVOGLIO, alla sua terza tappa, propone al pubblico dei passanti un’opera della collezione dell’istituzione cittadina.
L’opera, usualmente inserita tra le colonne neoclassiche delle stanze del Palazzo, si presenta in una veste allestitiva completamente nuova che dimostra la necessità di tornare ciclicamente con lo sguardo sulle opere della collezione con occhi rinnovati. Tra le riflessioni che il progetto pone c’è infatti quello della polisemia dell’opera: riallestita all’interno di uno spazio neutro come quello della vetrina, sollevata dal confronto con altre opere o spazi storicizzati, l’opera acquista infatti nuovi significati.
“Per le opere d’arte non vale mai il primo incontro, il primo sguardo, si devono sempre ri-guardare, dando loro la possibilità di cambiare insieme a noi, perché né loro né noi rimaniamo gli stessi. Ri-guardare è un’attività umana antistorica, perché è in contraddizione con il normale fluire del tempo che scorre, di Κρόνος che tutto irrimediabilmente fagocita e non dà a nessuno il tempo di tornare sulle cose”. - Spiega Davide Trabucco, curatore del progetto, che aggiunge - “Una vetrina su strada dà invece la possibilità all’opera di partecipare alla nostra quotidianità, perché tra un passaggio e l’altro, tra una lettura e l’altra, passa la vita.Inoltre, la vetrina permette che dantescamente il fruitore guardi e passi, senza doversi curare troppo di quali e quanti significati si porta dietro dopo questo passaggio”.
Le colonne che compongono l’opera di Nasini portano con sé innumerevoli significati mitologici e archetipici - dagli attributi iconografici di eroi leggendari come Ercole e Sansone, all’eco del crollo di un maestoso edifico nella Sala dei Giganti di Palazzo Te che frena la scalata all’Olimpo di Alcioneo e compagni – e, nella loro nuova collocazione, non solo interrogano i passanti su come l’arte possa partecipare alla loro vita, ma sono anche l’occasione per porre ai collezionisti nuove domande sulle opere che possiedono.
La riconfigurazione su strada, dunque, apre inevitabilmente a nuovi significati, diversi e forse antitetici rispetto a quelli per cui Il giardino perduto era stata scelta, aggiungendo al progetto garage BENTIVOGLIOl’ulteriore merito di riportare, dalla strada alla collezione, un significato in più alla collezione stessa.
Prossimi appuntamenti (13 dicembre 2023) con Luisa Alani e Ico Parisi e con Agostino Iacurci (1 febbraio).
L’opera, usualmente inserita tra le colonne neoclassiche delle stanze del Palazzo, si presenta in una veste allestitiva completamente nuova che dimostra la necessità di tornare ciclicamente con lo sguardo sulle opere della collezione con occhi rinnovati. Tra le riflessioni che il progetto pone c’è infatti quello della polisemia dell’opera: riallestita all’interno di uno spazio neutro come quello della vetrina, sollevata dal confronto con altre opere o spazi storicizzati, l’opera acquista infatti nuovi significati.
“Per le opere d’arte non vale mai il primo incontro, il primo sguardo, si devono sempre ri-guardare, dando loro la possibilità di cambiare insieme a noi, perché né loro né noi rimaniamo gli stessi. Ri-guardare è un’attività umana antistorica, perché è in contraddizione con il normale fluire del tempo che scorre, di Κρόνος che tutto irrimediabilmente fagocita e non dà a nessuno il tempo di tornare sulle cose”. - Spiega Davide Trabucco, curatore del progetto, che aggiunge - “Una vetrina su strada dà invece la possibilità all’opera di partecipare alla nostra quotidianità, perché tra un passaggio e l’altro, tra una lettura e l’altra, passa la vita.Inoltre, la vetrina permette che dantescamente il fruitore guardi e passi, senza doversi curare troppo di quali e quanti significati si porta dietro dopo questo passaggio”.
Le colonne che compongono l’opera di Nasini portano con sé innumerevoli significati mitologici e archetipici - dagli attributi iconografici di eroi leggendari come Ercole e Sansone, all’eco del crollo di un maestoso edifico nella Sala dei Giganti di Palazzo Te che frena la scalata all’Olimpo di Alcioneo e compagni – e, nella loro nuova collocazione, non solo interrogano i passanti su come l’arte possa partecipare alla loro vita, ma sono anche l’occasione per porre ai collezionisti nuove domande sulle opere che possiedono.
La riconfigurazione su strada, dunque, apre inevitabilmente a nuovi significati, diversi e forse antitetici rispetto a quelli per cui Il giardino perduto era stata scelta, aggiungendo al progetto garage BENTIVOGLIOl’ulteriore merito di riportare, dalla strada alla collezione, un significato in più alla collezione stessa.
Prossimi appuntamenti (13 dicembre 2023) con Luisa Alani e Ico Parisi e con Agostino Iacurci (1 febbraio).
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