Mimmo Paladino. Ouverture
Dal 06 Maggio 2017 al 30 Settembre 2017
Brescia
Luogo: Piazza della Vittoria | Museo di Santa Giulia BRIXIA Parco Archeologico di Brescia Romana | Teatro Romano
Indirizzo: piazza della Vittoria
Enti promotori:
- Comune di Brescia
- Fondazione Brescia Musei
Sito ufficiale: http://www.bresciamusei.com/
I primordi a colloquio con il contemporaneo, in un progetto che “ha l’ambizioso obiettivo di trasformare la città con uno sguardo”, secondo lo slogan che accompagna BRIXIA CONTEMPORARY, il progetto pluriennale messo a punto da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia.
Massimo Minini, Presidente di Fondazione Brescia Musei, spiega la ratio del grande progetto: “Vorremmo che ogni anno un artista internazionale sia chiamato a svelare un nuovo punto di vista sullo spazio urbano del centro storico bresciano, grazie al dialogo tra le opere selezionate per l’occasione e i luoghi che le accoglieranno. Il risultato che vorremmo ottenere sarà un percorso d’artista, che dal cuore istituzionale della città conduca al Parco Archeologico e al Museo di Santa Giulia. Un viaggio a ritroso da Brescia a Brixia, attraverso la mediazione e la sensibilità di un grande artista del presente”.
L’artista selezionato per il 2017 è Mimmo Paladino. Una scelta assolutamente non casuale: “Paladino ci è parso perfetto per inaugurare questo ambizioso progetto – dice Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei e curatore della mostra – per la sua capacità di alimentare la storia, trasformando i simboli della cultura figurativa del mediterraneo, dagli archetipi al Novecento”.
Paladino è personalmente legato a Brescia. Qui, ben quarant’anni fa, tenne la sua prima personale importante, momento fondamentale per la sua carriera di artista oggi di fama mondiale.
Il percorso “firmato Paladino” si espande da Piazza della Vittoria, simbolo ancora discusso ma oramai affrancato della retorica piacentiniana, tra Piazza della Loggia, sede della amministrativa città, e il Duomo.
Qui Paladino posizionerà ben sei tra i più celebri totem della sua poetica: una riedizione bresciana del Sant’Elmo e lo Scriba, opere che, per dimensioni e per collocazione, connoteranno in modo estremamente plastico la grande geometrica Piazza. Poi il gigantesco Zenith, la scultura equestre in bronzo e alluminio del 1999, alta quasi 5 metri, il grande Anello e, in una superficie liquida, la Stella. A campeggiare sul basamento che fu del contrastato “bigio” di Arturo Dazzi, rimosso dal Consiglio Comunale nel 1946, una imponente figura in marmo nero, realizzata appositamente per l’occasione, che riporta invece alla tradizione della grande avanguardia del Novecento.
I 20 Testimoni del 2009, opere in tufo dal richiamo archetipico, sono destinati ad accogliere i visitatori nell’area archeologica del Capitolium.
Nella prima Sala del Tempio, e qui si entra nel cuore più segreto di Brixia, Paladino ha voluto proporre gli evocativi 4 Corali del 1997, opere a tecnica mista su foglia d’argento su tavola e Senza titolo, egualmente del 1997, grande serigrafia e olio su tela.
Nel Sancta Sanctorum dello stesso Capitolium, ovvero nella cosiddetta Quarta Cella , la divinità è evocata da Ritiro, 1992, colosso in bronzo dipinto.
Cinque Specchi ustori in ottone, serigrafia e pittura di ben 5 metri di diametro ciascuno, sono stati realizzati da Paladino appositamente per il Teatro Romano di Brescia e costituiscono davvero una delle principali attrazioni dell’evento.
La tappa successiva è al complesso museale di Santa Giulia, dove architetture e testimonianze romane convivono con quelle longobarde, rinascimentali e via via settecentesche, creando una sintesi perfetta e armonica di stili, epoche e atmosfere.
Paladino e Di Corato hanno scelto questa volta di connotare in modo specifico i luoghi di più intensa suggestione dell’antico complesso monastico ora museale, a partire dal Chiostro di Santa Maria in Solario dove campeggia la Grande figura reclinata, bronzo dipinto del 1990. Un altro grande bronzo inedito del 2016 vigilerà sul Chiostro Rinascimentale, mente la Grande Figura in vetro e acciaio del 2015 osserverà, all’interno del Coro delle Monache, la Croce del 2008 in ferro patinato, appiattita sull’antico pavimento in pietra e in dialogo co l’immensa crocifissione cinquecentesca del Ferramola cha la sovrasta.
Lo scabro nitore longobardo di San Salvatore, cuore del sito UNESCO bresciano con i suoi elegantissimi stucchi, si coniuga perfettamente con il Velario, tela dipinta del 2010, e d’altra parte con la Testa in pietra del 1992.
Un altro grande Bronzo del 2002, all’interno della Cappella di Sant’Obizio, rende tridimensionale un particolare dell’affresco del Romanino. Coinvolge la poetica presenza del Senza titolo, la celebre figura in bronzo circondata da uccellini del 2002, collocato nella Cripta.
Le opere accompagnano poi sin dentro le sale del Museo. A cominciare dalla Sezione Preistoria e Protostoria dove le antichissime ceramiche esposte nelle teche sembrano voler accogliere due esemplari di Dormiente del 2000, in terracotta e ferro, opere che paiono eternare le forme più antiche dei manufatti museali. Poi troviamo diversi esemplari di elmi in terracotta e calce o in ferro e bronzo, materiali che sembrano il riflesso di quelli antichi esposti nel percorso museale.
Per la successiva Sezione Romana e Medievale sono stati scelti Bue Apis del 1993 e dei Vasi ermetici del 1994, rispettivamente in bronzo e ferro. Il richiamo classico è evidente anche in altri due magnifici bronzi, uno del 1999 e il secondo – il Busto con tazzina – del 2000, così come in Architettura che completa questa Sezione.
A popolare i mosaici romani delle Domus dell’Ortaglia ci saranno due figure in alluminio dipinto, del 2005, mentre tra gli affreschi sempre romani campeggerà il Cavaliere rosso, bronzo del 2007, ispirato a Marino Marini.
Accanto alla Croce di Desiderio, in santa Maria in Solario, scrigno di Santa Giulia, ecco che le forme solenni della Cattedra di San Barbato, in ottone e bronzo, dedicata al vescovo che converti a Benevento proprio i Longobardi, dialogano con la celebre croce di Desiderio, dove i segni del potere sacro si fondono con quelli del potere temporale.
Grazie alla preziosa collaborazione del Gruppo Brescia Mobilità, una colossale istallazione in terracotta di circa 80 metri quadri, anch’essa inedita, accoglierà il visitatore nell’atrio della fermata della Metropolitana alla Stazione FS, come segno di continuità con Subbrixia, la manifestazione di grande successo nata proprio dalla collaborazione tra Brescia Mobilità e Brescia Musei, che ha visto la presenza nella nuova metro bresciana di artisti contemporanei con opere in site specific.
Molte delle istallazioni sono state realizzate grazie alla proficua collaborazione con imprese del territorio – come la Eredi Gnutti Metalli che ha fornito le lastre di ottone e la Ideal Fabbri che le ha sagomate; le Fonderie Ariotti che hanno realizzato le fusioni in ghisa, e Ghirardi marmi che ha dato forma alla grande stele di Piazza Vittoria – a dimostrazione che il rapporto tra arte, cultura e impresa è, oltre che al passato, saldamente ancorato ai saper fare del presente.
Insomma, una mostra davvero speciale, con cui la città di Brescia vuole celebrare anche i 90 anni della sua Mille Miglia: in Piazza della Vittoria i bolidi leggendari della corsa più prestigiosa del mondo, sfileranno al cospetto proprio delle opere monumentali di Paladino.
La mostra Mimmo Paladino Ouverture si arricchisce di una nuova preziosa istallazione e si sposta sul territorio bresciano per un altro formidabile incontro tra presente e passato, in continuità con il percorso che da qualche settimana sta raccogliendo sempre maggiore successo nello spazio urbano di Brescia, nellambito della prima tappa del progetto Brixia Contemporary.
Domenica 11 giugno alle ore 17 il Monastero di San Pietro in Lamosa, fondato attorno allanno 1000 e magnifico esempio di architettura cluniacense immerso nella suggestiva cornice delle Torbiere del Sebino, sarà valorizzato dalla collaborazione tra Fondazione Brescia Musei e Fondazione Culturale San Pietro in Lamosa, grazie ad un altro affascinante dialogo tra uno straordinario monumento bresciano del passato e un capolavoro di Paladino. Vento Orfico, realizzato in piena transavanguardia, è un dipinto su tavola del 1985 e oggi conservato nella prestigiosa collezione Galassi - Ferrari, che ha generosamente reso possibile il prestito. Rappresenta una natività e sarà esposto fino al 2 luglio in uno degli spazi più suggestivi del monastero: la sala che fu la sede della Confraternita dei Disciplini, un movimento religioso caratterizzato per una religiosità connotata da momenti di forte penitenza oltre che per una particolare venerazione per la Passione di Cristo, come dimostra il ciclo di affreschi - realizzato da un artista anonimo agli inizi del XVI secolo e recentemente portato alla luce - raffigurante scene della vita e della passione di Gesù culminanti, nellintera parete di fondo, con una monumentale Crocifissione.
Levento è realizzato in concomitanza col lancio mondiale del nuovo open yacht creato da Riva, che viene presentato nella serata di sabato 10 giugno in un magnifico evento che, col lancio dellultimo modello, continua le celebrazioni per i 175 anni dalla fondazione del marchio, icona assoluta della nautica mondiale, nel ricordo dellingegner Carlo Riva, scomparso lo scorso aprile a 95 anni.
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