Giorgio Celiberti. Rigeneratio

Giorgio Celiberti, L'ultima farfalla, 1969, tempera su carta intelata,150x225

 

Dal 02 Luglio 2015 al 02 Agosto 2015

Como

Luogo: San Pietro in Atrio - Galleria MAG

Indirizzo: via Odescalchi 3 / via Vitani 31

Orari: tutti i giorni dalle 10:30 alle 19:30; giovedì, venerdì e sabato fino alle 23

Enti promotori:

  • Comune di Como
  • Padiglione Italia EXPO Milano 2015
  • SistemaComo2015
  • Associazione Archivio Luigi Russolo

Telefono per informazioni: +39 328 7521463

E-Mail info: info@marsiglioneartsgallery.com

Sito ufficiale: http://www.magcomo.it/


La MAG - Marsiglione Arts Gallery, con il Patrocinio ed il sostegno del Comune di Como, con il Patrocinio del Padiglione Italia EXPO Milano 2015, con il Patrocinio di SistemaComo2015, nell'ambito delle iniziative Como 2015 Cultural Capital - Il Canto della Terra, e con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Luigi Russolo, presenta la prima mostra personale a Como di Giorgio Celiberti dal titolo Rigeneratio.

Nella linea progettuale della galleria, la scelta di un Grande Maestro che esalta e usa la pittura come fosse parola e lettura, non poteva che cadere su Giorgio Celiberti. 

Maestro di grande spessore quanto uomo umile e gentile, egli ha cavalcato gli ultimi 70 anni della storia dell’arte in modo trasversale tra pittura e scultura, dedicandosi da più di 45 anni, alla rappresentazione delle terribili sofferenze inflitte al popolo ebraico e alla grandezza dell’amore!

In mostra è divisa tra gli spazi istituzionali di San Pietro in Atrio e la galleria MAG, con lo stesso concept, La Rigenerazione della vita, della natura, che il curatore Salvatore Marsiglione ha voluto rappresentare con alcune opere inedite e altre già conosciute del Maestro Giorgio Celiberti, che racchiudono un arco di 40 anni di lavoro.

Ancora 18enne partecipa, nel 1948, alla prima Biennale d’arte di Venezia del dopoguerra, allievo di Emilio Vedova, lo resterà fino ai primi anni ’50 quando si trasferisce prima a Parigi e poi a Bruxelles per assorbire dai circoli culturali e dalle avanguardie d’oltralpe.

Gli ultimi anni ’50 li passa a Londra, dove imperversava l’espressionismo di Bacon e Sutherland, prima di viaggiare e soggiornare anche per lunghi periodi tra gli USA e tutta l’America Latina. Al rientro in Italia si trasferisce per un lungo e fruttuoso periodo a Roma, dove frequenta gli artisti di punta del panorama italiano. Il ritorno a Udine, verso la metà degli anni Sessanta, ha consentito a Celiberti di avviare un lavoro di riflessione su se stesso, che dura tuttora, ricco di esiti creativi caratterizzati sempre da una divorante ansia di sperimentazione. Nel 1965 accade un fatto destinato a modificare in senso radicale la sua arte. Visita il lager di Terezin, vicino Praga, dove migliaia di bambini ebrei, prima di essere trucidati dai nazisti hanno lasciato testimonianze della loro tragedia in graffiti, disegni, in brevi frasi di diario e in un libretto di poesie, testimonianze toccanti della loro tragedia.

Il Maestro Giorgio Celiberti in 70 anni di profonda ricerca interiore, è stato invitato alle rassegne d’arte più importanti del mondo tra Oriente e Occidente e ha le sue opere esposte in permanente in importanti musei. 

La mostra vuole offrire lo spunto per la riflessione su un fatto naturale, un atteggiamento positivo verso ciò che caratterizza la vita di tutti gli esseri viventi da sempre, la rigenerazione della natura come fondamento del nostro viaggio. 

Collegandoci alla celebre frase di Nietzsche «Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante», il concetto verso la Rigeneratio è direttamente conseguente: la tragedia di quei poveri bambini costretti nel lager, ha permesso loro di trasmettere le loro emozioni, le loro paure, i loro sogni e le loro speranze attraverso quei graffi, segni e piccoli graffiti; il Maestro ha assorbito quelle immagini che gli hanno fatto esplodere una grande energia che covava dentro di se. 

La natura, immensamente più grande dell’uomo, genera la vita dalla morte, pensiamo alla morte delle piante che attraverso la loro decomposizione danno il nutrimento ai semi che diventeranno prima vita, poi piccole piante, fino a grandi alberi. 

Il nutrimento dell’anima - la scintilla - può derivare anche dall’assorbimento di una forte emozione fatta di morte, distruzione e desolazione.

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