Giorgio De Chirico - Antonio Nunziante. Oltre le apparenze
Dal 08 Settembre 2015 al 08 Novembre 2015
Bra | Cuneo
Luogo: Palazzo Mathis
Indirizzo: piazza Caduti per la Libertà 20
Orari: mercoledì-venerdì ore 9-13/15-18; sabato e domenica ore 9-12/15-18
Curatori: Cinzia Tesio
Enti promotori:
- Città di Bra
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0172.430185
E-Mail info: ufficiostampa@piueventi.it
Sito ufficiale: http://
Inaugura il prossimo martedì 8 settembre a Bra, nei locali del prestigioso Palazzo Mathis, la mostra Giorgio De Chirico - Antonio Nunziante. Oltre le apparenze. L’evento, curato dalla dott.ssa Cinzia Tesio, è organizzato dalla Città di Bra.
La mostra ha come obiettivo principale la valorizzazione della pittura Metafisica, grazie ad un percorso di quasi cinquanta opere che mettono a confronto l’iniziatore e il più illustre esponente di quella corrente artistica, Giorgio De Chirico, con l’indiscusso maestro della Metafisica contemporanea, Antonio Nunziante.
Un ideale filo invisibile lega questi due grandissimi pittori italiani e le poetiche artistiche che li hanno resi celebri: due interpretazioni non paragonabili ma in continuità dei valori della Metafisica e di alcuni concetti chiave della storia dell’arte. In particolare, De Chirico e Nunziante indagano la solitudine dell’uomo moderno e contemporaneo in un ambiente divenuto estraneo: presentano una “seconda” natura, nel senso filosofico del termine, una natura creata dall’uomo e costituita dai suoi manufatti, che diventano cifra interpretativa dell’esistenza. In questo modo, la storia personale di ognuno di noi viene presentata attraverso un mondo di oggetti, in una relazione paradossale.
Attraverso le opere esposte, l’osservatore potrà leggere il mondo con i suoi eterni enigmi, cercando di intuirne il messaggio segreto che vi resta celato. Sia De Chirico che Nunziante, infatti, hanno sviluppato un sistema metaforico di immagini, segni e simboli che non hanno nulla in comune con la funzione dei simboli tradizionali, imposti dalla mente umana: così, gli oggetti della realtà fenomenica rispecchiano specifici tratti della psiche umana e, inversamente, lo stato della psiche è riflesso da costellazioni di oggetti ed eventi nel mondo esterno.
Dice la curatrice della mostra, Cinzia Tesio: «Molti sostengono che la pittura metafisica faccia parte di una tradizione intimamente italiana, rappresentando il mondo degli oggetti con una “solidità” diametralmente opposta alla “dissoluzione” dell’arte astratta. Questo non si può dire per Giorgio De Chirico e Antonio Nunziante i quali ci privano di un mondo di oggetti sicuro, piuttosto che darcelo: gli artisti spogliano gli oggetti di tutto ciò che era chiaro nella loro funzione, nel loro contesto e significato».
Entrambi i maestri, pur con canoni diversi che denotano l’inventiva e non l’imitazione, utilizzano mezzi pittorici finalizzati a destabilizzare lo spettatore. Partono da uno spazio che apparentemente non può esistere, ottenuto rovesciando un principio classico come la prospettiva lineare, distruggendo il continuum spaziale e narrativo della pittura rinascimentale. Applicano diversi punti di fuga all’interno di una singola immagine e li dislocano rispetto al punto di vista dello spettatore. Raffigurano oggetti privi di ombre o con ombre ingigantite, mescolando le fonti luminose e spesso usandole come se fossero dei riflettori. Gli interni o gli edifici diventano quindi, una sorta di palco teatrale.
In mostra capolavori assoluti che si confrontano con i temi cardine della Metafisica: oggetti, interni e paesaggi sigillati da un silenzio che va al di là del rappresentato. Tra gli oggetti grande attenzione è riservata ai mobili, cavalletti, statue e contenitori da farmacia, o alle finestre aperte: sono tutte viste dell’anima, elemento che si manifesta anche nei paesaggi, vera e propria indagine introspettiva cui si aggiunge un’inconfondibile e indiscussa concezione estetica.
I protagonisti: Giorgio De Chirico
Nato a Volos, in Grecia, nel 1888, fu uno degli iniziatori e uno dei principali esponenti della corrente artistica della pittura metafisica. Morì a Roma nel 1978. Visse a lungo all’estero, prima ad Atene poi a Monaco di Baviera dove entrò in contatto con l’opera artistica di Arnold Böcklin e con quella letteraria e filosofica di Nietzsche. Un viaggio a Firenze nel 1910 lo aprì ad opere in cui divengono centrali i temi delle simbologie del sogno, in cui oggetti reali vengono trasferiti in un’atmosfera sospesa dove assumono posizioni e relazioni insolite quando non innaturali. Dopo un lungo periodo a Parigi nel quale frequenta Apollinaire, Jacob e Picasso torna in Italia e avvia la sua produzione metafisica, che non abbandonò più per tutta la sua carriera artistica pur con qualche contaminazione con Surrealismo e con un Classicismo di ispirazione Seicentesca. È stato anche scenografo e scrittore, avendo al suo attivo scritti teorici, memorie autobiografiche e il romanzo Hebdomeros del 1929.
I protagonisti: Antonio Nunziante
Nunziante nasce a Napoli nel 1956: prodigio dell’arte, sperimenta la pittura ad olio a soli otto anni e a meno di vent’anni espone negli Stati Uniti d’America, agli Artexpo di New York e Los Angeles del 1983. La sua prima personale internazionale è a Tokyo nel 1990 mentre nel 1996 due sue opere sono esposte tra i grandi del Novecento italiano (Bueno, Cascella, De Chirico, Guttuso, Modigliani, Morandi, Marino Marini, Severini e Sironi) nella mostra “Il valore della Figura”. Seguono ulteriori esposizioni di prestigio internazionale, come “Hommage à l’Ile des Morts” del 2001 al Museo Bousset-Meaux di Parigi, accanto a lavori di Salvador Dalì e Max Ernst e in omaggio ad una delle figure cui Nunziante si è ispirato, quell’Arnold Böcklin che già segnò l’arte di De Chirico, e mostre a New York, Philadelphia, Londra, Parigi, Miami e Praga. Dal 2011 la consacrazione con la mostra “Nunziante dal Caravaggio” a Castel Sismondo, dove Nunziante si ispira e si confronta con “L’estasi di San Francesco d’Assisi” (circa 1594). Più recentemente una prestigiosa personale a Dubai e “Doppio sogno”, collettiva internazionale al Polo Reale di Torino in cui il maestro è affiancato a De Chirico, Warhol, Casorati, Boetti, Savinio, Hirst, Schifano, Baj, Rotella, Chia e Botero.
Nel 2015 Nunziante ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica da parte dell’Accademia della Torre di Carrara come rappresentante autorevole dell’arte italiana nel mondo e artista dai linguaggi e dalla ricerca internazionale, “Ambasciatore del dipingere italiano all’estero” proprio nell’anno nel quale l’Italia ospita l’esposizione universale.
Alcune sue opere sono state vendute in asta a prezzi che hanno superato i 60.000 $ di quotazione.
La metafisica
Il termine «metafisica» venne usato per la prima volta dal filosofo Andronico da Rodi (I secolo a.C.) per titolare quelle opere di Aristotele che non trattavano del precedente argomento, la fisica per l’appunto, e che proprio per questo furono catalogate nella “metafisica” (letteralmente “metà” “tà” “physikà”), termine greco che se tradotto significa “dopo la fisica”. Oggi, dimenticato il significato originario, il termine si usa più in generale per esprimere ciò che esiste oltre l’apparenza sensibile della realtà empirica.
Il pittore Giorgio de Chirico, durante il suo soggiorno a Parigi tra il 1911 e il 1915, usa per primo questo appellativo sia parlando di luoghi, sia di dipinti propri e delle opere dei grandi maestri del passato; anche il fratello Alberto Savinio (Andrea de Chirico) ebbe fin dall’inizio della sua attività artistica un ruolo importantissimo nella creazione della poetica metafisica.
La sede espositiva
Di fondazione medievale, il palazzo subì un importante intervento nel corso del Settecento ed al gusto barocco dell’epoca si deve il suo aspetto attuale.
All’interno, al piano nobile, si trovano le opere di maggior fattura artistica con numerosi affreschi e sovrapposte con dipinti ad olio risalenti al Settecento.
Lo stabile è stato oggetto di un’importante opera di recupero terminata nel 2007 ed ospita alcuni uffici comunali, l’Ufficio di informazione ed assistenza per i turisti e la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Bra. La struttura ha ospitato negli ultimi anni importanti rassegne di grande interesse pubblico e di indiscusso valore artistico tra cui Francesco Tabusso, Ugo Nespolo e Francesco Casorati.
La mostra ha come obiettivo principale la valorizzazione della pittura Metafisica, grazie ad un percorso di quasi cinquanta opere che mettono a confronto l’iniziatore e il più illustre esponente di quella corrente artistica, Giorgio De Chirico, con l’indiscusso maestro della Metafisica contemporanea, Antonio Nunziante.
Un ideale filo invisibile lega questi due grandissimi pittori italiani e le poetiche artistiche che li hanno resi celebri: due interpretazioni non paragonabili ma in continuità dei valori della Metafisica e di alcuni concetti chiave della storia dell’arte. In particolare, De Chirico e Nunziante indagano la solitudine dell’uomo moderno e contemporaneo in un ambiente divenuto estraneo: presentano una “seconda” natura, nel senso filosofico del termine, una natura creata dall’uomo e costituita dai suoi manufatti, che diventano cifra interpretativa dell’esistenza. In questo modo, la storia personale di ognuno di noi viene presentata attraverso un mondo di oggetti, in una relazione paradossale.
Attraverso le opere esposte, l’osservatore potrà leggere il mondo con i suoi eterni enigmi, cercando di intuirne il messaggio segreto che vi resta celato. Sia De Chirico che Nunziante, infatti, hanno sviluppato un sistema metaforico di immagini, segni e simboli che non hanno nulla in comune con la funzione dei simboli tradizionali, imposti dalla mente umana: così, gli oggetti della realtà fenomenica rispecchiano specifici tratti della psiche umana e, inversamente, lo stato della psiche è riflesso da costellazioni di oggetti ed eventi nel mondo esterno.
Dice la curatrice della mostra, Cinzia Tesio: «Molti sostengono che la pittura metafisica faccia parte di una tradizione intimamente italiana, rappresentando il mondo degli oggetti con una “solidità” diametralmente opposta alla “dissoluzione” dell’arte astratta. Questo non si può dire per Giorgio De Chirico e Antonio Nunziante i quali ci privano di un mondo di oggetti sicuro, piuttosto che darcelo: gli artisti spogliano gli oggetti di tutto ciò che era chiaro nella loro funzione, nel loro contesto e significato».
Entrambi i maestri, pur con canoni diversi che denotano l’inventiva e non l’imitazione, utilizzano mezzi pittorici finalizzati a destabilizzare lo spettatore. Partono da uno spazio che apparentemente non può esistere, ottenuto rovesciando un principio classico come la prospettiva lineare, distruggendo il continuum spaziale e narrativo della pittura rinascimentale. Applicano diversi punti di fuga all’interno di una singola immagine e li dislocano rispetto al punto di vista dello spettatore. Raffigurano oggetti privi di ombre o con ombre ingigantite, mescolando le fonti luminose e spesso usandole come se fossero dei riflettori. Gli interni o gli edifici diventano quindi, una sorta di palco teatrale.
In mostra capolavori assoluti che si confrontano con i temi cardine della Metafisica: oggetti, interni e paesaggi sigillati da un silenzio che va al di là del rappresentato. Tra gli oggetti grande attenzione è riservata ai mobili, cavalletti, statue e contenitori da farmacia, o alle finestre aperte: sono tutte viste dell’anima, elemento che si manifesta anche nei paesaggi, vera e propria indagine introspettiva cui si aggiunge un’inconfondibile e indiscussa concezione estetica.
I protagonisti: Giorgio De Chirico
Nato a Volos, in Grecia, nel 1888, fu uno degli iniziatori e uno dei principali esponenti della corrente artistica della pittura metafisica. Morì a Roma nel 1978. Visse a lungo all’estero, prima ad Atene poi a Monaco di Baviera dove entrò in contatto con l’opera artistica di Arnold Böcklin e con quella letteraria e filosofica di Nietzsche. Un viaggio a Firenze nel 1910 lo aprì ad opere in cui divengono centrali i temi delle simbologie del sogno, in cui oggetti reali vengono trasferiti in un’atmosfera sospesa dove assumono posizioni e relazioni insolite quando non innaturali. Dopo un lungo periodo a Parigi nel quale frequenta Apollinaire, Jacob e Picasso torna in Italia e avvia la sua produzione metafisica, che non abbandonò più per tutta la sua carriera artistica pur con qualche contaminazione con Surrealismo e con un Classicismo di ispirazione Seicentesca. È stato anche scenografo e scrittore, avendo al suo attivo scritti teorici, memorie autobiografiche e il romanzo Hebdomeros del 1929.
I protagonisti: Antonio Nunziante
Nunziante nasce a Napoli nel 1956: prodigio dell’arte, sperimenta la pittura ad olio a soli otto anni e a meno di vent’anni espone negli Stati Uniti d’America, agli Artexpo di New York e Los Angeles del 1983. La sua prima personale internazionale è a Tokyo nel 1990 mentre nel 1996 due sue opere sono esposte tra i grandi del Novecento italiano (Bueno, Cascella, De Chirico, Guttuso, Modigliani, Morandi, Marino Marini, Severini e Sironi) nella mostra “Il valore della Figura”. Seguono ulteriori esposizioni di prestigio internazionale, come “Hommage à l’Ile des Morts” del 2001 al Museo Bousset-Meaux di Parigi, accanto a lavori di Salvador Dalì e Max Ernst e in omaggio ad una delle figure cui Nunziante si è ispirato, quell’Arnold Böcklin che già segnò l’arte di De Chirico, e mostre a New York, Philadelphia, Londra, Parigi, Miami e Praga. Dal 2011 la consacrazione con la mostra “Nunziante dal Caravaggio” a Castel Sismondo, dove Nunziante si ispira e si confronta con “L’estasi di San Francesco d’Assisi” (circa 1594). Più recentemente una prestigiosa personale a Dubai e “Doppio sogno”, collettiva internazionale al Polo Reale di Torino in cui il maestro è affiancato a De Chirico, Warhol, Casorati, Boetti, Savinio, Hirst, Schifano, Baj, Rotella, Chia e Botero.
Nel 2015 Nunziante ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica da parte dell’Accademia della Torre di Carrara come rappresentante autorevole dell’arte italiana nel mondo e artista dai linguaggi e dalla ricerca internazionale, “Ambasciatore del dipingere italiano all’estero” proprio nell’anno nel quale l’Italia ospita l’esposizione universale.
Alcune sue opere sono state vendute in asta a prezzi che hanno superato i 60.000 $ di quotazione.
La metafisica
Il termine «metafisica» venne usato per la prima volta dal filosofo Andronico da Rodi (I secolo a.C.) per titolare quelle opere di Aristotele che non trattavano del precedente argomento, la fisica per l’appunto, e che proprio per questo furono catalogate nella “metafisica” (letteralmente “metà” “tà” “physikà”), termine greco che se tradotto significa “dopo la fisica”. Oggi, dimenticato il significato originario, il termine si usa più in generale per esprimere ciò che esiste oltre l’apparenza sensibile della realtà empirica.
Il pittore Giorgio de Chirico, durante il suo soggiorno a Parigi tra il 1911 e il 1915, usa per primo questo appellativo sia parlando di luoghi, sia di dipinti propri e delle opere dei grandi maestri del passato; anche il fratello Alberto Savinio (Andrea de Chirico) ebbe fin dall’inizio della sua attività artistica un ruolo importantissimo nella creazione della poetica metafisica.
La sede espositiva
Di fondazione medievale, il palazzo subì un importante intervento nel corso del Settecento ed al gusto barocco dell’epoca si deve il suo aspetto attuale.
All’interno, al piano nobile, si trovano le opere di maggior fattura artistica con numerosi affreschi e sovrapposte con dipinti ad olio risalenti al Settecento.
Lo stabile è stato oggetto di un’importante opera di recupero terminata nel 2007 ed ospita alcuni uffici comunali, l’Ufficio di informazione ed assistenza per i turisti e la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Bra. La struttura ha ospitato negli ultimi anni importanti rassegne di grande interesse pubblico e di indiscusso valore artistico tra cui Francesco Tabusso, Ugo Nespolo e Francesco Casorati.
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