I mondi di Mario Lattes #2
Dal 16 Settembre 2023 al 03 Dicembre 2023
Monforte d'Alba | Cuneo
Luogo: Fondazione Bottari Lattes
Indirizzo: Via Marconi 16
Telefono per informazioni: +39 0173 789282
E-Mail info: segreteria@fondazionebottarilattes.it
Sito ufficiale: http://fondazionebottarilattes.it
Sabato 16 settembre prosegue il viaggio all’interno dei Mondi di Mario Lattes, con l’inaugurazione alla sede della Fondazione Bottari Lattes a Monforte d’Alba, della nuova mostra, volta a presentare alcune recenti acquisizioni di opere realizzate dall’autore. I visitatori potranno ammirare in totale oltre quaranta opere, tra cui diverse raramente esposte in pubblico. La mostra sarà visitabile fino al 3 dicembre 2023.
In seguito al notevole ampliamento del fondo della Pinacoteca Mario Lattes, voluto dalla presidente dalla Fondazione Caterina Bottari Lattes, molte opere che erano state precedentemente separate per vicende collezionistiche vengono ora riunite e poste in dialogo con quelle già presenti. I dipinti in mostra, datati tra gli anni ’50 e i primi anni ’90, coprono cronologicamente l’intera attività artistica di Lattes, che espose i suoi lavori a Roma, Milano, Bologna e naturalmente Torino, sua città d’origine.
I mondi di Mario Lattes #2 è realizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, con il sostegno di Regione Piemonte e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, il patrocinio di Confindustria Cuneo e il patrocinio e il contributo della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia e del Comune di Monforte d’Alba.
La mostra è accompagnata da un testo critico del curatore, Vincenzo Gatti: “Molti sono i mondi di Mario Lattes, e misteriosi”, scrive. “Con disincantata franchezza si muove tra diverse dimensioni, com’è ovvio per un intellettuale dalla sensibilità fittamente diramata tra parola e immagine, e giustamente insofferente a stringere l’attitudine creativa in schemi artificiosi e convenzionali categorie. Meglio affidarsi, per le immagini, a una singolare e personalissima interpretazione, intrisa di umori visionari (le suggestioni simboliste e surrealiste affiorano, ma quasi velate da una sottile ironia) in un contesto tutto mentale dove la stessa tecnica esecutiva, costantemente inventata e stravolta con indifferenza accostando materiali e procedimenti eterodossi, contribuisce a evocare, piuttosto che a svelare.
Le marionette, i teatrini che potrebbero alludere a nostalgiche malinconie di una rimpianta infanzia, a ben vedere dimostrano un risvolto beffardamente doloroso: «i ricordi sono cicatrici di memoria», scriveva l’artista. Infatti, anche i soggetti apparentemente più innocenti non sono mai rassicuranti: l’accesso ai mondi di Lattes è insidioso. Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi.
Le teste, gli idoli, i manichini sono icone di un’individualità attonita, consapevoli delle inquietudini che da sempre pervadono l’animo umano. La complessa trama pittorica che mostra e nasconde, che lamenta e afferma, indica strade segnate dalla conoscenza del dubbio e l’artista, indifferente alla prassi, manipola materie grafiche e pittoriche per giungere a una vertiginosa discesa nelle profondità dove le forme affondano e riemergono mutate.
L’artista-profeta ci indica così un percorso e c’invita a riconoscere i nostri fantasmi per esorcizzarli attraverso la fatica di vivere e guadagnare la nostra esistenza giorno per giorno. I suoi fantasmi già li aveva vinti , liberandoli nelle illusioni e nei sogni che sempre l’opera d’arte conserva in sé”.
La mostra I mondi di Mario Lattes #2 si inserisce all’interno delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita dell’artista. Per la ricorrenza, la Fondazione Bottari Lattes ha avviato diverse iniziative. Lo scorso marzo è stata inaugurata alla Reggia di Venaria la mostra Mario Lattes. Teatri della memoria, a cura di Vincenzo Gatti, la quale presenta una selezione di più di cinquanta opere dell’intellettuale torinese, tra cui varie mai esposte prima, allestite all’interno di un percorso che documenta il più recente lavoro d’indagine sui vari aspetti dell’attività artistica di Lattes. L’esposizione sarà visitabile fino al 7 maggio 2023 nella Sezione Accademia delle Sale delle Arti. In occasione dell’inaugurazione della mostra, è stata presentata una monografia, edita da Silvana Editoriale e a cura di Vincenzo Gatti, che offre una retrospettiva sull’intera produzione artistica di Lattes, di cui la mostra presenta una significativa selezione. Al suo interno contiene un saggio critico a firma di Claudio Strinati, un’ampia sezione illustrata con riproduzioni a colori di dipinti, acquarelli, gouaches e incisioni ed è corredato da apparati di approfondimento sulle mostre e sulla fortuna critica di Lattes. Sabato 14 ottobre ad Alba, si terrà la cerimonia conclusiva della XIII edizione del Premio Lattes Grinzane, il riconoscimento internazionale intitolato a Mario Lattes. In questa occasione verrà annunciato il romanzo vincitore di quest’anno e il Premio Speciale Jonathan Safran Foer terrà una lectio magistralis.
Nel 2023 si celebrano anche i 130 anni della Casa editrice Lattes, realtà storica torinese che dalla fondazione nel 1893 a oggi ha accompagnato e formato con i propri testi scolastici intere generazioni di studenti italiani. Nei mesi scorsi si è tenuta a Torino la mostra Lattes Editori, 130 anni di libri e di Scuola da Torino all’Italia, attraverso cui si è raccontato un pezzo di storia della città e il suo riflesso sull’Italia, curata da Marta Sironi sotto la supervisione della Casa editrice Lattes e in collaborazione con la Fondazione Bottari Lattes, la Fondazione Tancredi di Barolo e il MUSLI.
Mario Lattes (Torino, 1923 - 2001), pittore, scrittore ed editore, è stato un personaggio di spicco nel mondo culturale del capoluogo piemontese del secondo Novecento.
Durante il periodo bellico sfugge alle leggi razziali rifugiandosi a Roma e a Rieti, unendosi poi alle truppe alleate in qualità di interprete. Rientra a Torino, la sua amata e odiata città, nel 1945. Dopo la seconda Guerra mondiale dirige la Lattes Editori, fondata dal nonno Simone Lattes nel 1893. Collabora con scritti e disegni alle più importanti riviste culturali del momento e nel 1953 fonda la rivista «Galleria» poi «Questioni» diventando voce influente del mondo culturale non solo locale.
Tra il 1958 e il 1985 scrive diversi romanzi e racconti, poesie e la tesi di laurea Il Ghetto di Varsavia, raccolti nell’edizione critica Opere Olschki ed. Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino, a testimonianza delle maturate esperienze artistiche, nate durante il soggiorno laziale e coltivate per tutta la sua vita, come artista e collezionista. Fino alla fine degli anni novanta allestisce personali a Torino, Roma, Milano, Firenze e Bologna e partecipa con successo a due edizioni della
Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Torino e di Roma oltre a diverse esposizioni collettive.
In seguito al notevole ampliamento del fondo della Pinacoteca Mario Lattes, voluto dalla presidente dalla Fondazione Caterina Bottari Lattes, molte opere che erano state precedentemente separate per vicende collezionistiche vengono ora riunite e poste in dialogo con quelle già presenti. I dipinti in mostra, datati tra gli anni ’50 e i primi anni ’90, coprono cronologicamente l’intera attività artistica di Lattes, che espose i suoi lavori a Roma, Milano, Bologna e naturalmente Torino, sua città d’origine.
I mondi di Mario Lattes #2 è realizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, con il sostegno di Regione Piemonte e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, il patrocinio di Confindustria Cuneo e il patrocinio e il contributo della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia e del Comune di Monforte d’Alba.
La mostra è accompagnata da un testo critico del curatore, Vincenzo Gatti: “Molti sono i mondi di Mario Lattes, e misteriosi”, scrive. “Con disincantata franchezza si muove tra diverse dimensioni, com’è ovvio per un intellettuale dalla sensibilità fittamente diramata tra parola e immagine, e giustamente insofferente a stringere l’attitudine creativa in schemi artificiosi e convenzionali categorie. Meglio affidarsi, per le immagini, a una singolare e personalissima interpretazione, intrisa di umori visionari (le suggestioni simboliste e surrealiste affiorano, ma quasi velate da una sottile ironia) in un contesto tutto mentale dove la stessa tecnica esecutiva, costantemente inventata e stravolta con indifferenza accostando materiali e procedimenti eterodossi, contribuisce a evocare, piuttosto che a svelare.
Le marionette, i teatrini che potrebbero alludere a nostalgiche malinconie di una rimpianta infanzia, a ben vedere dimostrano un risvolto beffardamente doloroso: «i ricordi sono cicatrici di memoria», scriveva l’artista. Infatti, anche i soggetti apparentemente più innocenti non sono mai rassicuranti: l’accesso ai mondi di Lattes è insidioso. Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi.
Le teste, gli idoli, i manichini sono icone di un’individualità attonita, consapevoli delle inquietudini che da sempre pervadono l’animo umano. La complessa trama pittorica che mostra e nasconde, che lamenta e afferma, indica strade segnate dalla conoscenza del dubbio e l’artista, indifferente alla prassi, manipola materie grafiche e pittoriche per giungere a una vertiginosa discesa nelle profondità dove le forme affondano e riemergono mutate.
L’artista-profeta ci indica così un percorso e c’invita a riconoscere i nostri fantasmi per esorcizzarli attraverso la fatica di vivere e guadagnare la nostra esistenza giorno per giorno. I suoi fantasmi già li aveva vinti , liberandoli nelle illusioni e nei sogni che sempre l’opera d’arte conserva in sé”.
La mostra I mondi di Mario Lattes #2 si inserisce all’interno delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita dell’artista. Per la ricorrenza, la Fondazione Bottari Lattes ha avviato diverse iniziative. Lo scorso marzo è stata inaugurata alla Reggia di Venaria la mostra Mario Lattes. Teatri della memoria, a cura di Vincenzo Gatti, la quale presenta una selezione di più di cinquanta opere dell’intellettuale torinese, tra cui varie mai esposte prima, allestite all’interno di un percorso che documenta il più recente lavoro d’indagine sui vari aspetti dell’attività artistica di Lattes. L’esposizione sarà visitabile fino al 7 maggio 2023 nella Sezione Accademia delle Sale delle Arti. In occasione dell’inaugurazione della mostra, è stata presentata una monografia, edita da Silvana Editoriale e a cura di Vincenzo Gatti, che offre una retrospettiva sull’intera produzione artistica di Lattes, di cui la mostra presenta una significativa selezione. Al suo interno contiene un saggio critico a firma di Claudio Strinati, un’ampia sezione illustrata con riproduzioni a colori di dipinti, acquarelli, gouaches e incisioni ed è corredato da apparati di approfondimento sulle mostre e sulla fortuna critica di Lattes. Sabato 14 ottobre ad Alba, si terrà la cerimonia conclusiva della XIII edizione del Premio Lattes Grinzane, il riconoscimento internazionale intitolato a Mario Lattes. In questa occasione verrà annunciato il romanzo vincitore di quest’anno e il Premio Speciale Jonathan Safran Foer terrà una lectio magistralis.
Nel 2023 si celebrano anche i 130 anni della Casa editrice Lattes, realtà storica torinese che dalla fondazione nel 1893 a oggi ha accompagnato e formato con i propri testi scolastici intere generazioni di studenti italiani. Nei mesi scorsi si è tenuta a Torino la mostra Lattes Editori, 130 anni di libri e di Scuola da Torino all’Italia, attraverso cui si è raccontato un pezzo di storia della città e il suo riflesso sull’Italia, curata da Marta Sironi sotto la supervisione della Casa editrice Lattes e in collaborazione con la Fondazione Bottari Lattes, la Fondazione Tancredi di Barolo e il MUSLI.
Mario Lattes (Torino, 1923 - 2001), pittore, scrittore ed editore, è stato un personaggio di spicco nel mondo culturale del capoluogo piemontese del secondo Novecento.
Durante il periodo bellico sfugge alle leggi razziali rifugiandosi a Roma e a Rieti, unendosi poi alle truppe alleate in qualità di interprete. Rientra a Torino, la sua amata e odiata città, nel 1945. Dopo la seconda Guerra mondiale dirige la Lattes Editori, fondata dal nonno Simone Lattes nel 1893. Collabora con scritti e disegni alle più importanti riviste culturali del momento e nel 1953 fonda la rivista «Galleria» poi «Questioni» diventando voce influente del mondo culturale non solo locale.
Tra il 1958 e il 1985 scrive diversi romanzi e racconti, poesie e la tesi di laurea Il Ghetto di Varsavia, raccolti nell’edizione critica Opere Olschki ed. Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino, a testimonianza delle maturate esperienze artistiche, nate durante il soggiorno laziale e coltivate per tutta la sua vita, come artista e collezionista. Fino alla fine degli anni novanta allestisce personali a Torino, Roma, Milano, Firenze e Bologna e partecipa con successo a due edizioni della
Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Torino e di Roma oltre a diverse esposizioni collettive.
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