Domenico Bianchi. Mehr Licht
Dal 19 Marzo 2022 al 23 Luglio 2022
Firenze
Luogo: Galleria Poggiali
Indirizzo: Via della Scala 35/A
E-Mail info: info@galleriapoggiali.com
Sito ufficiale: http://www.galleriapoggiali.com
La materia si trasforma in luce con la mostra Mehr Licht che dal 19 marzo al 23 luglio 2022 porterà per la prima volta alla Galleria Poggiali di Firenze le opere di Domenico Bianchi.
Tra gli artisti italiani con maggiore riconoscimento internazionale, Domenico Bianchi vanta presenze in diverse edizioni della Biennale di Venezia oltre a mostre personali e collettive in alcuni dei più grandi musei italiani e stranieri: dal MoMA di New York al MACBA di Barcellona, dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid al MOCA e il Paul Getty Museum di Los Angeles, dal Pompidou il Centre Pompidou di Parigi allo Stedelijk Museum di Amsterdam e Magazzino Italia Art a New York e ancora al Madre di Napoli al Castello di Rivoli, alla GAM di Torino, al MAMbo di Bologna, al Mart di rovereto e al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.
In occasione della sua prima personale per la Galleria Poggiali l’artista ha concepito un corpus di opere che attingono al suo universo poetico, dove trovano posto soluzioni inedite: accostamenti inusuali di colori a cera come il bianco e il rosa o il blu e il giallo, lavorazioni del marmo bianco di Carrara a parete all’interno del quale sono stati incastonati lapislazzuli, incisioni su legno e lavorazioni del palladio.
Negli spazi di via Benedetta il gruppo dilavori esposti – alcuni dei quali di grande formato – è il risultato di una mostra nella quale la tensione creativa è intensa, esclusiva e concentrata.
Il titolo della mostra, Mehr Licht, prende ispirazione dalla celebre invocazione “più luce!” che si narra abbia pronunciato Goethe il 22 marzo 1832 sul letto di morte: una frase che riassume il profondo rapporto del poeta con il concetto di luce – lungamente affrontato in alcuni dei suoi trattati scientifici come La Teoria dei Colori e La Metamorfosi delle Piante – e che ben si addice alle opere di Domenico Bianchi.
Nella mostra Mehr Licht – accompagnata da un catalogo con testo critico di Sergio Risaliti – le opere esposte di Domenico Bianchi sono forme costruite scavando il legno, colando la cera, o scolpendo a bassorilievo lastre di marmo. Si tratta di un corpusdi opere pittoriche in cui la materia si trasforma in luce senza perdere fisicità, quella presenza materiale che le distingue dai quadri tradizionali. È la materia – palladio, cera, legno o marmo – a emanare uno splendore che trascende in dimensione simbolica grazie a una serie di figure geometriche astratte che occupano spesso il centro della composizione.
Nei lavori su lastre di marmo l’artistasembra dialogare con il celebre stiacciato di Donatello, quella tecnica con cui il maestro rinascimentale realizzava immagini piatte con variazioni di spessore infinitesimali che, come nella grafica, affidavano alla costruzione matematica dello spazio, e a sofisticati giochi di luce e ombra, il compito di definire la profondità.
Con un’operazione tecnica analoga, Bianchi ottiene profondità e varietà narrativa attraverso un linguaggio astratto, rispondendo alla concezione prospettica del Quattrocento con un'idea di spazio fluida e priva di immagini rappresentative.
Tra le forme lineari e geometriche delle opere di Bianchi è la luce diafana e la connessione di materia ed energia a generare lo spazio con le sue profondità, estensioni, plurime dimensioni che comprendono anche il tempo, quindi la durata dei nostri processi cognitivi e contemplativi.
Tra gli artisti italiani con maggiore riconoscimento internazionale, Domenico Bianchi vanta presenze in diverse edizioni della Biennale di Venezia oltre a mostre personali e collettive in alcuni dei più grandi musei italiani e stranieri: dal MoMA di New York al MACBA di Barcellona, dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid al MOCA e il Paul Getty Museum di Los Angeles, dal Pompidou il Centre Pompidou di Parigi allo Stedelijk Museum di Amsterdam e Magazzino Italia Art a New York e ancora al Madre di Napoli al Castello di Rivoli, alla GAM di Torino, al MAMbo di Bologna, al Mart di rovereto e al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.
In occasione della sua prima personale per la Galleria Poggiali l’artista ha concepito un corpus di opere che attingono al suo universo poetico, dove trovano posto soluzioni inedite: accostamenti inusuali di colori a cera come il bianco e il rosa o il blu e il giallo, lavorazioni del marmo bianco di Carrara a parete all’interno del quale sono stati incastonati lapislazzuli, incisioni su legno e lavorazioni del palladio.
Negli spazi di via Benedetta il gruppo dilavori esposti – alcuni dei quali di grande formato – è il risultato di una mostra nella quale la tensione creativa è intensa, esclusiva e concentrata.
Il titolo della mostra, Mehr Licht, prende ispirazione dalla celebre invocazione “più luce!” che si narra abbia pronunciato Goethe il 22 marzo 1832 sul letto di morte: una frase che riassume il profondo rapporto del poeta con il concetto di luce – lungamente affrontato in alcuni dei suoi trattati scientifici come La Teoria dei Colori e La Metamorfosi delle Piante – e che ben si addice alle opere di Domenico Bianchi.
Nella mostra Mehr Licht – accompagnata da un catalogo con testo critico di Sergio Risaliti – le opere esposte di Domenico Bianchi sono forme costruite scavando il legno, colando la cera, o scolpendo a bassorilievo lastre di marmo. Si tratta di un corpusdi opere pittoriche in cui la materia si trasforma in luce senza perdere fisicità, quella presenza materiale che le distingue dai quadri tradizionali. È la materia – palladio, cera, legno o marmo – a emanare uno splendore che trascende in dimensione simbolica grazie a una serie di figure geometriche astratte che occupano spesso il centro della composizione.
Nei lavori su lastre di marmo l’artistasembra dialogare con il celebre stiacciato di Donatello, quella tecnica con cui il maestro rinascimentale realizzava immagini piatte con variazioni di spessore infinitesimali che, come nella grafica, affidavano alla costruzione matematica dello spazio, e a sofisticati giochi di luce e ombra, il compito di definire la profondità.
Con un’operazione tecnica analoga, Bianchi ottiene profondità e varietà narrativa attraverso un linguaggio astratto, rispondendo alla concezione prospettica del Quattrocento con un'idea di spazio fluida e priva di immagini rappresentative.
Tra le forme lineari e geometriche delle opere di Bianchi è la luce diafana e la connessione di materia ed energia a generare lo spazio con le sue profondità, estensioni, plurime dimensioni che comprendono anche il tempo, quindi la durata dei nostri processi cognitivi e contemplativi.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 23 aprile 2024 al 01 settembre 2024
Bergamo | Accademia Carrara
Napoli a Bergamo. Uno sguardo sul ‘600 nella collezione De Vito e in città
-
Dal 26 aprile 2024 al 09 giugno 2024
Reggio nell'Emilia | Sedi varie
FOTOGRAFIA EUROPEA 2024 - LA NATURA AMA NASCONDERSI
-
Dal 23 aprile 2024 al 16 giugno 2024
Roma | Castel Sant’Angelo
Luigi Spina. Interno Pompeiano
-
Dal 20 aprile 2024 al 27 ottobre 2024
Conversano | Castello Conti Acquaviva D'Aragona
CHAGALL. SOGNO D’AMORE
-
Dal 20 aprile 2024 al 29 settembre 2024
Possagno | Museo Gypsotheca Antonio Canova
Canova. Quattro Tempi. Fotografie di Luigi Spina
-
Dal 20 aprile 2024 al 21 luglio 2024
Torino | Mastio della Cittadella
Henri de Toulouse-Lautrec. Il mondo del circo e di Montmartre