Alessandro Ferraro. Trillillì nel paese con le ali
Dal 23 Maggio 2014 al 21 Giugno 2014
Latina
Luogo: La Feltrinelli
Indirizzo: via A. Diaz 10
Orari: tutti i giorni 9.30-13 / 16-20.30; chiuso lun mattina
Curatori: Fabio D’Achille
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0773 417025 / 393 3242424
E-Mail info: eventi@madarte.it
Sito ufficiale: http://madarte.tumblr.com
Venerdì 23 maggio, alle ore 18, nell’ambito della Rassegna d’Arte Contemporanea MAD on Paper, a La Feltrinelli di Latina, sarà inaugurata la mostra del pittore e illustratore Alessandro Ferraro, a cura di Fabio D’Achille. L’esposizione si compone delle illustrazioni realizzate per il romanzo per bambini “Trillillì nel paese con le ali”, di Ambrogio Sparagna e Anna Rita Colaianni, pubblicato lo scorso dicembre dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per la collana narrativa “I Gusci, libri che raccontano musica”.
L’evento è esplicativo dello spirito sinestetico di MAD nel creare connessioni tra diverse arti, in questo caso pittura, letteratura e musica: non a caso, durante il vernissage, all’intervento degli autori del libro e alla presentazione della giornalista Licia Pastore, si affiancherà la performance dello stesso Ambrogio Sparagna (etnomusicologo oltre che scrittore), che presenterà antichi strumenti e brani musicali della tradizione popolare, tratti dal CD che correda il romanzo. L’obiettivo del libro, infatti, attraverso il triplice livello espressivo di lettura, ascolto e illustrazione, è quello di tramandare favole e canti della tradizione orale, dotata di una specificità legata alla ricchezza di un territorio e allo stesso tempo di un carattere universale che è quello dell’immaginazione che ci “dà le ali” e che è alla base del potere socialmente salvifico dell’Arte, in virtù della sua forza comunicativa (Trillillì, protagonista del libro, grazie a un magico strumento musicale, riporterà l’allegria agli abitanti di un paese distrutto da un terremoto).
Quest’ultimo concetto non è qualcosa di astratto, ma trova corrispondenza, ad esempio, nel concerto degli autori del libro insieme al coro dei bambini della scuola del quartiere napoletano di Barra, svoltosi il 6 gennaio scorso, un’iniziativa che si è posta come la possibilità di fornire una risposta attraverso la musica alle difficoltà di vita di una zona colpita da incidenti legati alla malavita. Allo stesso modo, Alessandro Ferraro ha eseguito dei murales al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia (MAAM), sorto dalle ceneri di un’ex fabbrica occupata, realtà che ricrea l’originario carattere collettivo e sociale dell’arte, sottraendola alle logiche capitalistiche a favore del recupero del rapporto tra arte e città e tra arte e vita. Per Ferraro l’illustrazione è comunicazione visiva, presuppone la capacità di leggere e interpretare il testo per scovarvi immagini e segreti che forse neanche l’autore sa di aver espresso, il che implica la trasformazione dell’opera di un altro artista, che, se per certi versi può rappresentare una forzatura, per altri conserva una sua coerenza nell’economia della storia.
“Alessandro Ferraro, per le illustrazioni di “Trillillì nel paese con le ali”, ha voluto raffigurare immagini dei Tarocchi e degli Arcani maggiori per il loro carattere fantastico e magico da cui è sempre stato affascinato e di cui è permeato anche il libro. È una scelta che l’artista giudica istintiva, non ha a che fare direttamente con la narrazione, ma è ben esemplificativa del “mondo interiore” attraverso cui il lettore si approccia a un testo e dà vita a immagini personali, a visualizzazioni cha variano da individuo a individuo. Le illustrazioni dunque non rappresentano una traduzione letterale della narrazione, quanto piuttosto un racconto nel racconto, un porre l’accento sull’interpretazione personale. La prevalenza del blu crea un’atmosfera magica, un mondo fantastico ricco di simboli e animato dal movimento fluido di oggetti e personaggi, da rimandi visivi di giochi di simmetrie che, se da un lato guidano il racconto visivo, dall’altra spingono a riflessioni individuali e a domande le cui risposte saranno sempre soggettive.
Le caratterizzazioni dei personaggi, a metà tra connotazioni realistiche ed elementi fantastico-simbolici, il dinamismo del segno e gli effetti cromatici, provocano un forte impatto visivo, una comunicazione solo apparentemente immediata, ma in realtà polivalente. Così ogni archetipo ha una doppia o plurima valenza, contiene in sé anche il suo contrario, il simbolo non è mai univoco, grazie anche alla modalità compositiva con cui gli elementi sono sistemati all’interno della scena. Questa caratteristica sembra ribadirci la vacuità delle considerazioni categoriche, totalizzanti, definitive, e la coesistenza, in uno stesso elemento, di luci ed ombre. Lo sviluppo verticale dell’immagine, ravvisabile nel soggetto protagonista, che potremmo definire come la struttura portante della raffigurazione, è bilanciato da simboli sparsi che campeggiano nel quadro come satelliti, cui l’osservatore è chiamato a conferire un ordine soggettivo, un significato e un’interpretazione personali”.
(Laura Cianfarani)
L’evento è esplicativo dello spirito sinestetico di MAD nel creare connessioni tra diverse arti, in questo caso pittura, letteratura e musica: non a caso, durante il vernissage, all’intervento degli autori del libro e alla presentazione della giornalista Licia Pastore, si affiancherà la performance dello stesso Ambrogio Sparagna (etnomusicologo oltre che scrittore), che presenterà antichi strumenti e brani musicali della tradizione popolare, tratti dal CD che correda il romanzo. L’obiettivo del libro, infatti, attraverso il triplice livello espressivo di lettura, ascolto e illustrazione, è quello di tramandare favole e canti della tradizione orale, dotata di una specificità legata alla ricchezza di un territorio e allo stesso tempo di un carattere universale che è quello dell’immaginazione che ci “dà le ali” e che è alla base del potere socialmente salvifico dell’Arte, in virtù della sua forza comunicativa (Trillillì, protagonista del libro, grazie a un magico strumento musicale, riporterà l’allegria agli abitanti di un paese distrutto da un terremoto).
Quest’ultimo concetto non è qualcosa di astratto, ma trova corrispondenza, ad esempio, nel concerto degli autori del libro insieme al coro dei bambini della scuola del quartiere napoletano di Barra, svoltosi il 6 gennaio scorso, un’iniziativa che si è posta come la possibilità di fornire una risposta attraverso la musica alle difficoltà di vita di una zona colpita da incidenti legati alla malavita. Allo stesso modo, Alessandro Ferraro ha eseguito dei murales al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia (MAAM), sorto dalle ceneri di un’ex fabbrica occupata, realtà che ricrea l’originario carattere collettivo e sociale dell’arte, sottraendola alle logiche capitalistiche a favore del recupero del rapporto tra arte e città e tra arte e vita. Per Ferraro l’illustrazione è comunicazione visiva, presuppone la capacità di leggere e interpretare il testo per scovarvi immagini e segreti che forse neanche l’autore sa di aver espresso, il che implica la trasformazione dell’opera di un altro artista, che, se per certi versi può rappresentare una forzatura, per altri conserva una sua coerenza nell’economia della storia.
“Alessandro Ferraro, per le illustrazioni di “Trillillì nel paese con le ali”, ha voluto raffigurare immagini dei Tarocchi e degli Arcani maggiori per il loro carattere fantastico e magico da cui è sempre stato affascinato e di cui è permeato anche il libro. È una scelta che l’artista giudica istintiva, non ha a che fare direttamente con la narrazione, ma è ben esemplificativa del “mondo interiore” attraverso cui il lettore si approccia a un testo e dà vita a immagini personali, a visualizzazioni cha variano da individuo a individuo. Le illustrazioni dunque non rappresentano una traduzione letterale della narrazione, quanto piuttosto un racconto nel racconto, un porre l’accento sull’interpretazione personale. La prevalenza del blu crea un’atmosfera magica, un mondo fantastico ricco di simboli e animato dal movimento fluido di oggetti e personaggi, da rimandi visivi di giochi di simmetrie che, se da un lato guidano il racconto visivo, dall’altra spingono a riflessioni individuali e a domande le cui risposte saranno sempre soggettive.
Le caratterizzazioni dei personaggi, a metà tra connotazioni realistiche ed elementi fantastico-simbolici, il dinamismo del segno e gli effetti cromatici, provocano un forte impatto visivo, una comunicazione solo apparentemente immediata, ma in realtà polivalente. Così ogni archetipo ha una doppia o plurima valenza, contiene in sé anche il suo contrario, il simbolo non è mai univoco, grazie anche alla modalità compositiva con cui gli elementi sono sistemati all’interno della scena. Questa caratteristica sembra ribadirci la vacuità delle considerazioni categoriche, totalizzanti, definitive, e la coesistenza, in uno stesso elemento, di luci ed ombre. Lo sviluppo verticale dell’immagine, ravvisabile nel soggetto protagonista, che potremmo definire come la struttura portante della raffigurazione, è bilanciato da simboli sparsi che campeggiano nel quadro come satelliti, cui l’osservatore è chiamato a conferire un ordine soggettivo, un significato e un’interpretazione personali”.
(Laura Cianfarani)
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