Diego Valentinuzzi. Alla scoperta dell'Immortalità
Dal 22 Maggio 2021 al 10 Giugno 2021
Mantova
Luogo: Galleria Arianna Sartori
Indirizzo: Via Cappello 17
Orari: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso festivi
Telefono per informazioni: +39 0376 324260
La Galleria Arianna Sartori di Mantova presenterà la personale dell'artista Diego Valentinuzzi intitolata “Alla scoperta dell'Immortalità”, dal 22 maggio al 10 giugno 2021.
L’inaugurazione si terrà sabato 22 maggio alle ore 17.00, alla presenza dell'Artista.
Catalogo in Galleria con prefazione di Diego Valentinuzzi, introduzione di don Marcello Stanzione, presentazione di Cristina Feresin, “Dialoghi con l’angelo” di Claudia Raza.
Il sogno dell’inconscio
“Piume morbide, lievi, che sembrano nuotare nell’aria, formano ali vaporose, chiome fluenti, volano via come farfalle in questa serie di disegni che Diego Valentinuzzi dedica agli angeli, alla loro natura di creature sovraumane ed eteree, dalle affinità e, nello stesso tempo, distanze con il genere umano.
Un tema, questo degli angeli, già affrontato da Valentinuzzi nella sua abituale produzione. Si posso infatti incontrare figure celestiali nelle sue tele dove il sogno e l’inconscio si intrecciano all’immaginazione fervida e ad una capacità narrativa vivace e feconda, tale da creare un lessico autonomo e immediatamente identificabile.
C’è però, in questa sequenza di matite colorate su cartoncino, una leggerezza diversa, un restituire i soggetti al di fuori e al di sopra di qualsiasi contesto conosciuto. Come sospesi in chissà quale dimensione, nonostante le sensuali fattezze femminili o i corpi adolescenziali che li avvicinano alla vita terrena e, allo stesso tempo, tracciare una naturale lontananza dalle cose umane.
La tecnica fa sicuramente la sua parte in questo frangente, le matite morbide nei colori del cielo, dell’anima e della mente, sfumate con sapienza, l’utilizzo di inserti dorati e di piccole geometrie, rendono l’atmosfera decisamente spirituale e confermano l’abilità tecnica di Valentinuzzi, disegnatore preciso ed attento.
Seppur non manchino le citazioni pop a lui tanto care, come le scritte che campeggiano tra le sinuosità angeliche, alcuni attinenze alla cartellonistica, alla metafisica e al surrealismo accostati alla pittura classica, c’è una evidente semplificazione in atto, una maggiore attenzione al particolare, alla figura in sé.
Sono assenti i riferimenti temporali e mancano pure i paesaggi, lo sfondo è neutro, dai toni chiari e polverosi, in modo da far emergere con maggior chiarezza il segno, i rossi e i blu che si intrecciano sul foglio a definire situazioni corali e figure di solitaria malinconia.
Le penne molli si avviluppano lungo le schiene nude o si fanno capelli e capigliature bizzarre in questi angeli dalla bellezza perfetta e disarmante, che racchiudono tutto il fascino del mistero e quell’ambiguità propria dell’arte di Valentinuzzi, attivata da situazioni e stati d’animo in continuo divenire.
I volti enigmatici, dallo sguardo impenetrabile, sembrano inghiottire lo spettatore in chissà quale anfratto della mente, mentre i giovani profili lasciano spazio alla dolcezza e al candore del bacio rubato. Angeli custodi di confidenze, traghettatori di sogni, messaggeri della divinità, continuano ad essere l’aggancio mentale tra il visibile e il non visibile, tra il bisogno di protezione, la vicinanza e la necessità di credere in qualcosa che va oltre il reale e il riconoscibile”.
Cristina Feresin
Diego Valentinuzzi
(Monfalcone, 1953), artista italiano contemporaneo.
Dopo la frequentazione del triennio “Istituto superiore di Stato per l’artigianato”, la sua attività nel mondo dell’arte ha inizio nel 1974 con la conoscenza del pittore romano Giordano Giurina. Tale incontro lo porta, fino al 1976, ad una assidua frequentazione della capitale, dove approfondisce la sua formazione artistica che matura tuttavia attraverso diverse esperienze compresa quella dell’arte affinata alla cromatologia. In seguito, al rientro nella sua città, collabora sovente con atelier artistici e design per la realizzazione di trompe-l’oeil e decorazioni varie per american bar, discoteche, navi da crociera.
Fondamentale l’incontro con diversi galleristi per la diffusione delle sue opere tramite le aste televisive, che gli hanno permesso di valorizzare i suoi lavori in tutta l’Italia settentrionale.
Da una ventina d’anni, inoltre, si adopera come interlocutore di rassegne d’arte di artisti giuliani a Venezia presso la Scoletta di San Zaccaria e il Palazzo delle Prigioni Vecchie. Ha collaborato anche per diversi anni con il critico d’arte Vittorio Sutto nella trasmissione televisiva “Il segno e il colore” in onda su Telefriuli.
Ha partecipato a due eventi della Biennale di Venezia nel 2009 curata da Daniel Birnbaum e del 2013 con la direzione artistica di Massimiliano Gioni dove, in quest’ultima, gli viene dedicata una pagina personale sul catalogo generale.
Sue opere si trovano in permanenza presso:
- Messina Sant’Angelo di Brolo “Museo degli Angeli”,
- Teramo Giulianova “Museo dello Splendore”,
- Mantova Castel d’Ario “Casa Museo Sartori”,
- Trieste “Palazzo della Regione”,
- Torino Moncalieri “Pinacoteca A. Arduino”,
- Gaeta “Pinacoteca Giovanni da Gaeta”,
- L’Aquila “Museo Sperimentale di Arte Contemporanea”,
- Pescara Nocciano “Museo delle Arti Castello di Nocciano”,
- Caserta Parete “Museo Pam” Sezione Pop.
L’inaugurazione si terrà sabato 22 maggio alle ore 17.00, alla presenza dell'Artista.
Catalogo in Galleria con prefazione di Diego Valentinuzzi, introduzione di don Marcello Stanzione, presentazione di Cristina Feresin, “Dialoghi con l’angelo” di Claudia Raza.
Il sogno dell’inconscio
“Piume morbide, lievi, che sembrano nuotare nell’aria, formano ali vaporose, chiome fluenti, volano via come farfalle in questa serie di disegni che Diego Valentinuzzi dedica agli angeli, alla loro natura di creature sovraumane ed eteree, dalle affinità e, nello stesso tempo, distanze con il genere umano.
Un tema, questo degli angeli, già affrontato da Valentinuzzi nella sua abituale produzione. Si posso infatti incontrare figure celestiali nelle sue tele dove il sogno e l’inconscio si intrecciano all’immaginazione fervida e ad una capacità narrativa vivace e feconda, tale da creare un lessico autonomo e immediatamente identificabile.
C’è però, in questa sequenza di matite colorate su cartoncino, una leggerezza diversa, un restituire i soggetti al di fuori e al di sopra di qualsiasi contesto conosciuto. Come sospesi in chissà quale dimensione, nonostante le sensuali fattezze femminili o i corpi adolescenziali che li avvicinano alla vita terrena e, allo stesso tempo, tracciare una naturale lontananza dalle cose umane.
La tecnica fa sicuramente la sua parte in questo frangente, le matite morbide nei colori del cielo, dell’anima e della mente, sfumate con sapienza, l’utilizzo di inserti dorati e di piccole geometrie, rendono l’atmosfera decisamente spirituale e confermano l’abilità tecnica di Valentinuzzi, disegnatore preciso ed attento.
Seppur non manchino le citazioni pop a lui tanto care, come le scritte che campeggiano tra le sinuosità angeliche, alcuni attinenze alla cartellonistica, alla metafisica e al surrealismo accostati alla pittura classica, c’è una evidente semplificazione in atto, una maggiore attenzione al particolare, alla figura in sé.
Sono assenti i riferimenti temporali e mancano pure i paesaggi, lo sfondo è neutro, dai toni chiari e polverosi, in modo da far emergere con maggior chiarezza il segno, i rossi e i blu che si intrecciano sul foglio a definire situazioni corali e figure di solitaria malinconia.
Le penne molli si avviluppano lungo le schiene nude o si fanno capelli e capigliature bizzarre in questi angeli dalla bellezza perfetta e disarmante, che racchiudono tutto il fascino del mistero e quell’ambiguità propria dell’arte di Valentinuzzi, attivata da situazioni e stati d’animo in continuo divenire.
I volti enigmatici, dallo sguardo impenetrabile, sembrano inghiottire lo spettatore in chissà quale anfratto della mente, mentre i giovani profili lasciano spazio alla dolcezza e al candore del bacio rubato. Angeli custodi di confidenze, traghettatori di sogni, messaggeri della divinità, continuano ad essere l’aggancio mentale tra il visibile e il non visibile, tra il bisogno di protezione, la vicinanza e la necessità di credere in qualcosa che va oltre il reale e il riconoscibile”.
Cristina Feresin
Diego Valentinuzzi
(Monfalcone, 1953), artista italiano contemporaneo.
Dopo la frequentazione del triennio “Istituto superiore di Stato per l’artigianato”, la sua attività nel mondo dell’arte ha inizio nel 1974 con la conoscenza del pittore romano Giordano Giurina. Tale incontro lo porta, fino al 1976, ad una assidua frequentazione della capitale, dove approfondisce la sua formazione artistica che matura tuttavia attraverso diverse esperienze compresa quella dell’arte affinata alla cromatologia. In seguito, al rientro nella sua città, collabora sovente con atelier artistici e design per la realizzazione di trompe-l’oeil e decorazioni varie per american bar, discoteche, navi da crociera.
Fondamentale l’incontro con diversi galleristi per la diffusione delle sue opere tramite le aste televisive, che gli hanno permesso di valorizzare i suoi lavori in tutta l’Italia settentrionale.
Da una ventina d’anni, inoltre, si adopera come interlocutore di rassegne d’arte di artisti giuliani a Venezia presso la Scoletta di San Zaccaria e il Palazzo delle Prigioni Vecchie. Ha collaborato anche per diversi anni con il critico d’arte Vittorio Sutto nella trasmissione televisiva “Il segno e il colore” in onda su Telefriuli.
Ha partecipato a due eventi della Biennale di Venezia nel 2009 curata da Daniel Birnbaum e del 2013 con la direzione artistica di Massimiliano Gioni dove, in quest’ultima, gli viene dedicata una pagina personale sul catalogo generale.
Sue opere si trovano in permanenza presso:
- Messina Sant’Angelo di Brolo “Museo degli Angeli”,
- Teramo Giulianova “Museo dello Splendore”,
- Mantova Castel d’Ario “Casa Museo Sartori”,
- Trieste “Palazzo della Regione”,
- Torino Moncalieri “Pinacoteca A. Arduino”,
- Gaeta “Pinacoteca Giovanni da Gaeta”,
- L’Aquila “Museo Sperimentale di Arte Contemporanea”,
- Pescara Nocciano “Museo delle Arti Castello di Nocciano”,
- Caserta Parete “Museo Pam” Sezione Pop.
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