FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea
Dal 12 Gennaio 2024 al 11 Gennaio 2025
Milano
Luogo: BUILDINGBOX
Indirizzo: Via Monte di Pietà 23
Orari: Visibile 24/7
Curatori: Roberto Lacarbonara e Gaspare Luigi Marcone
Sito ufficiale: http://www.building-gallery.com
Dal 12 gennaio 2024 all’11 gennaio 2025, BUILDINGBOX presenta FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea, un progetto espositivo a cura di Roberto Lacarbonara e Gaspare Luigi Marcone che coinvolge dodici artisti italiani chiamati a esporre sculture e installazioni realizzate in ceramica: un programma dedicato alla secolare tradizione artistica della città di Faenza, tra i principali distretti produttivi nazionali, nonché sede ed epicentro di progetti e musei tematici come il “MIC Museo Internazionale delle Ceramiche”, il “Premio Faenza” e il “Museo Carlo Zauli”. Inoltre, la rassegna nasce come forma di omaggio verso un territorio segnato dall’alluvione del maggio 2023. Come nella consueta programmazione annuale di BUILDINGBOX, la rassegna ospita interventi a cadenza mensile. In questa edizione, la presentazione delle opere avverrà il 12 di ogni mese: “numerologia” che allude alla ciclicità e alla sintesi tra elementi terreni, spirituali e temporali, oltre alle numerose simbologie legate al numero 12 nella storia e nelle culture di diverse parti del mondo.
Il progetto rappresenta una mappatura e una sintesi di alcune delle principali espressioni artistiche legate alla ceramica del XX e XXI secolo, promuovendo un avvicendamento tra autori di diverse generazioni che, in maniera ricorrente o sporadica rispetto alla propria produzione, usano le tecniche di lavorazione dell’argilla proseguendo, recuperando o rivoluzionando la straordinaria manualità della formatura e il valore cromatico-luministico delle smaltature.
Città divenuta sinonimo della ceramica maiolicata in molte lingue – il francese (faïance), l’inglese (faience) – l’antica Faventia è terra di produzione artigiana sin dall’epoca romana, caratteristica che sarà potenziata nei secoli successivi. In anni recenti molti sono gli artisti che hanno fatto ricorso alle fornaci faentine – anche grazie a progetti di residenze, mostre, workshop, premi, riviste – per la produzione artistica di sculture di medie e grandi dimensioni, spesso pensate per uno sviluppo ambientale e installativo. L’atto primario e demiurgico di forgiare la terra conferisce alla ceramica uno statuto esclusivo, quasi un’ontologia, la condizione aurorale della scultura. Nell’immediatezza plastica della manipolazione che precorre la cristallizzazione di una cottura, vi è tutta la naturalezza di un procedere per trasformazioni lente e meditate tra progettualità e casualità. Nella ceramica, come in un disegno, c’è il seme di un’origine, quella sorgività dell’immagine e delle cose nell’attimo stesso del loro concepimento. Dunque, la ceramica – al di là delle categorizzazioni tra artigianato, arte, oggetto d’uso,
Il primo artista ospitato nella rassegna FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea è Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968), con l’opera Coppia con sentimenti antichi(2016) in argilla rosa refrattaria che dona effetti carnosi e “umanizzanti” alla scultura. Una scelta che risale alla ricerca di un archetipo, di una primarietà espressiva definita dalla tecnica e dalla materia oltre che dai riferimenti simbolici e iconologici della scultura. La forma cilindrica d’argilla, sezionata in due parti con l’impiego di un filo di ferro con l’argilla ancora fresca, mostra i segni del taglio inferto al volume compatto e qui dischiuso per assumere nuova configurazione. Una fenditura che, a ben guardare, rivela l’imperfetta coincidenza delle due sezioni, mostrando la non-corrispondenza e l’assoluta individualità dei soggetti che compongono la coppia.
È proprio il tema della coppia che Caravaggio interroga, rievocando il celebre Simposio di Platone (IV secolo a.C.) in cui si narra del gesto perentorio di Zeus che recide l’originaria unità dell’individuo, frantumandone la totalità, producendo la distinzione tra il maschile e il femminile e destinando gli uomini alla perenne ricerca di una perduta perfezione. Da qui la scelta di disporre i due corpi della scultura in direzione opposta, assumendo una postura che allude alla “forma melanconica” dell’infinito e segna l’apertura verso un destino ignoto. Nel mostrare i propri sentimenti e la propria interiorità, le due anime fronteggiano la storia e giungono all’eterno in un accordo che unisce ma non lega. Attraverso questa soluzione, Caravaggio ispeziona un tema arcaico molto ricorrente nelle terrecotte etrusche figurate che, apposte sui sarcofagi degli sposi, immortalavano la relazione tra i due coniugi oltre a rievocare, indirettamente, l’atto veterotestamentario della creazione/separazione di Adamo ed Eva. Inoltre, se il linguaggio mitico narra di Chronos, dio del tempo, che taglia le ali di Eros riportando, pezzo unico o seriale – detiene una intermedietà (o intermedialità) tra pensiero e gesto, tra segno e plastica, tra forma e colore operando, inoltre, con vari elementi naturali come terra, acqua e fuoco e ibridando linguaggi, tecniche, ricerche e conoscenze tra gli artisti e gli artigiani.
Il primo artista ospitato nella rassegna FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea è Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968), con l’opera Coppia con sentimenti antichi (2016) in argilla rosa refrattaria che dona effetti carnosi e “umanizzanti” alla scultura. Una scelta che risale alla ricerca di un archetipo, di una primarietà espressiva definita dalla tecnica e dalla materia oltre che dai riferimenti simbolici e iconologici della scultura. La forma cilindrica d’argilla, sezionata in due parti con l’impiego di un filo di ferro con l’argilla ancora fresca, mostra i segni del taglio inferto al volume compatto e qui dischiuso per assumere nuova configurazione. Una fenditura che, a ben guardare, rivela l’imperfetta coincidenza delle due sezioni, mostrando la non-corrispondenza e l’assoluta individualità dei soggetti che compongono la coppia.
È proprio il tema della coppia che Caravaggio interroga, rievocando il celebre Simposio di Platone (IV secolo a.C.) in cui si narra del gesto perentorio di Zeus che recide l’originaria unità dell’individuo, frantumandone la totalità, producendo la distinzione tra il maschile e il femminile e destinando gli uomini alla perenne ricerca di una perduta perfezione. Da qui la scelta di disporre i due corpi della scultura in direzione opposta, assumendo una postura che allude alla “forma melanconica” dell’infinito e segna l’apertura verso un destino ignoto. Nel mostrare i propri sentimenti e la propria interiorità, le due anime fronteggiano la storia e giungono all’eterno in un accordo che unisce ma non lega. Attraverso questa soluzione, Caravaggio ispeziona un tema arcaico molto ricorrente nelle terrecotte etrusche figurate che, apposte sui sarcofagi degli sposi, immortalavano la relazione tra i due coniugi oltre a rievocare, indirettamente, l’atto veterotestamentario della creazione/separazione di Adamo ed Eva. Inoltre, se il linguaggio mitico narra di Chronos, dio del tempo, che taglia le ali di Eros riportando sulla terra l’amore idealizzato ed etereo, denotando contemporaneamente la volontà del tempo di dominare l’amore, anche questo atto che separa e allontana le sculture sa produrre una dimensione nuova, riportando il dualismo nel cuore dell’unità e consegnando la totalità all’eterno divenire. Per Caravaggio la scelta della materia è sempre emblematica divenendo “materiale” artistico e concettuale: infatti Coppia con sentimenti antichi è eseguita in argilla, materiale primario e primordiale dell’atto scultoreo. L’opera è stata realizzata nei laboratori del Museo Carlo Zauli di Faenza.
12 gennaio - 11 febbraio 2024
Gianni Caravaggio
Coppia con sentimenti antichi, 2016
terracotta refrattaria
31,5 x 70 x 77 cm
Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968) vive e lavora a Milano e a Sindelfingen (Germania) dove è cresciuto fino al 1990. Dopo gli studi in filosofia all’Università di Firenze, Milano e Stoccarda, nel 1994 si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove attualmente è titolare dell’insegnamento di Scultura. Le differenti soluzioni formali e materiali delle opere sintetizzano un valore metaforico ed evocativo. Le opere permettono di creare significato anche attraverso la proposizione del titolo coinvolgendo l’osservatore con la sua immaginazione e la sua percezione. L’artista definisce le sue opere come “Dispositivi per atti demiurgici”.
Nel 2002 riceve il premio Fondo Speciale PS1 Italian Studio Program, nel 2005 il Premio Castello di Rivoli e il Premio Alinovi, nel 2013 il Premio ACACIA. Caravaggio espone presso gallerie come kaufmann repetto di Milano e New York, Andriesse-Eyck di Amsterdam e Galerie Rolando Anselmi di Berlino e Roma. La prima mostra personale la tiene nel 1997 alla Casa degli Artisti di Milano a cura di Jole de Sanna, Hidetoshi Nagasawa e Luciano Fabro. Nel 1999 partecipa al workshop della Fondazione Ratti di Como con il visiting professor Haim Steinbach. Negli anni tiene diverse mostre personali istituzionali in Italia e all’estero: al Castello di Rivoli per il Premio Castello di Rivoli (2006), Scenario alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia (2008-2009), Enfin seul – Finalmente solo al Musée d’Art Moderne et Contemporain di Saint-Étienne Métropole e al MAGA di Gallarate (2014-2015), Iniziare un tempo II al Museo Novecento di Firenze (2018-2019), Als Natur Jung War al Kunstmuseum Reutlingen/Konkret (2021-2022), Per analogiam alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (2023-2024). Nel 2011, con il filosofo Federico Ferrari è coideatore del “pensiero/mostra” Arte Essenziale tenutasi alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia e al Kunstverein di Francoforte (2011-2012).
Il progetto rappresenta una mappatura e una sintesi di alcune delle principali espressioni artistiche legate alla ceramica del XX e XXI secolo, promuovendo un avvicendamento tra autori di diverse generazioni che, in maniera ricorrente o sporadica rispetto alla propria produzione, usano le tecniche di lavorazione dell’argilla proseguendo, recuperando o rivoluzionando la straordinaria manualità della formatura e il valore cromatico-luministico delle smaltature.
Città divenuta sinonimo della ceramica maiolicata in molte lingue – il francese (faïance), l’inglese (faience) – l’antica Faventia è terra di produzione artigiana sin dall’epoca romana, caratteristica che sarà potenziata nei secoli successivi. In anni recenti molti sono gli artisti che hanno fatto ricorso alle fornaci faentine – anche grazie a progetti di residenze, mostre, workshop, premi, riviste – per la produzione artistica di sculture di medie e grandi dimensioni, spesso pensate per uno sviluppo ambientale e installativo. L’atto primario e demiurgico di forgiare la terra conferisce alla ceramica uno statuto esclusivo, quasi un’ontologia, la condizione aurorale della scultura. Nell’immediatezza plastica della manipolazione che precorre la cristallizzazione di una cottura, vi è tutta la naturalezza di un procedere per trasformazioni lente e meditate tra progettualità e casualità. Nella ceramica, come in un disegno, c’è il seme di un’origine, quella sorgività dell’immagine e delle cose nell’attimo stesso del loro concepimento. Dunque, la ceramica – al di là delle categorizzazioni tra artigianato, arte, oggetto d’uso,
Il primo artista ospitato nella rassegna FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea è Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968), con l’opera Coppia con sentimenti antichi(2016) in argilla rosa refrattaria che dona effetti carnosi e “umanizzanti” alla scultura. Una scelta che risale alla ricerca di un archetipo, di una primarietà espressiva definita dalla tecnica e dalla materia oltre che dai riferimenti simbolici e iconologici della scultura. La forma cilindrica d’argilla, sezionata in due parti con l’impiego di un filo di ferro con l’argilla ancora fresca, mostra i segni del taglio inferto al volume compatto e qui dischiuso per assumere nuova configurazione. Una fenditura che, a ben guardare, rivela l’imperfetta coincidenza delle due sezioni, mostrando la non-corrispondenza e l’assoluta individualità dei soggetti che compongono la coppia.
È proprio il tema della coppia che Caravaggio interroga, rievocando il celebre Simposio di Platone (IV secolo a.C.) in cui si narra del gesto perentorio di Zeus che recide l’originaria unità dell’individuo, frantumandone la totalità, producendo la distinzione tra il maschile e il femminile e destinando gli uomini alla perenne ricerca di una perduta perfezione. Da qui la scelta di disporre i due corpi della scultura in direzione opposta, assumendo una postura che allude alla “forma melanconica” dell’infinito e segna l’apertura verso un destino ignoto. Nel mostrare i propri sentimenti e la propria interiorità, le due anime fronteggiano la storia e giungono all’eterno in un accordo che unisce ma non lega. Attraverso questa soluzione, Caravaggio ispeziona un tema arcaico molto ricorrente nelle terrecotte etrusche figurate che, apposte sui sarcofagi degli sposi, immortalavano la relazione tra i due coniugi oltre a rievocare, indirettamente, l’atto veterotestamentario della creazione/separazione di Adamo ed Eva. Inoltre, se il linguaggio mitico narra di Chronos, dio del tempo, che taglia le ali di Eros riportando, pezzo unico o seriale – detiene una intermedietà (o intermedialità) tra pensiero e gesto, tra segno e plastica, tra forma e colore operando, inoltre, con vari elementi naturali come terra, acqua e fuoco e ibridando linguaggi, tecniche, ricerche e conoscenze tra gli artisti e gli artigiani.
Il primo artista ospitato nella rassegna FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea è Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968), con l’opera Coppia con sentimenti antichi (2016) in argilla rosa refrattaria che dona effetti carnosi e “umanizzanti” alla scultura. Una scelta che risale alla ricerca di un archetipo, di una primarietà espressiva definita dalla tecnica e dalla materia oltre che dai riferimenti simbolici e iconologici della scultura. La forma cilindrica d’argilla, sezionata in due parti con l’impiego di un filo di ferro con l’argilla ancora fresca, mostra i segni del taglio inferto al volume compatto e qui dischiuso per assumere nuova configurazione. Una fenditura che, a ben guardare, rivela l’imperfetta coincidenza delle due sezioni, mostrando la non-corrispondenza e l’assoluta individualità dei soggetti che compongono la coppia.
È proprio il tema della coppia che Caravaggio interroga, rievocando il celebre Simposio di Platone (IV secolo a.C.) in cui si narra del gesto perentorio di Zeus che recide l’originaria unità dell’individuo, frantumandone la totalità, producendo la distinzione tra il maschile e il femminile e destinando gli uomini alla perenne ricerca di una perduta perfezione. Da qui la scelta di disporre i due corpi della scultura in direzione opposta, assumendo una postura che allude alla “forma melanconica” dell’infinito e segna l’apertura verso un destino ignoto. Nel mostrare i propri sentimenti e la propria interiorità, le due anime fronteggiano la storia e giungono all’eterno in un accordo che unisce ma non lega. Attraverso questa soluzione, Caravaggio ispeziona un tema arcaico molto ricorrente nelle terrecotte etrusche figurate che, apposte sui sarcofagi degli sposi, immortalavano la relazione tra i due coniugi oltre a rievocare, indirettamente, l’atto veterotestamentario della creazione/separazione di Adamo ed Eva. Inoltre, se il linguaggio mitico narra di Chronos, dio del tempo, che taglia le ali di Eros riportando sulla terra l’amore idealizzato ed etereo, denotando contemporaneamente la volontà del tempo di dominare l’amore, anche questo atto che separa e allontana le sculture sa produrre una dimensione nuova, riportando il dualismo nel cuore dell’unità e consegnando la totalità all’eterno divenire. Per Caravaggio la scelta della materia è sempre emblematica divenendo “materiale” artistico e concettuale: infatti Coppia con sentimenti antichi è eseguita in argilla, materiale primario e primordiale dell’atto scultoreo. L’opera è stata realizzata nei laboratori del Museo Carlo Zauli di Faenza.
12 gennaio - 11 febbraio 2024
Gianni Caravaggio
Coppia con sentimenti antichi, 2016
terracotta refrattaria
31,5 x 70 x 77 cm
Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968) vive e lavora a Milano e a Sindelfingen (Germania) dove è cresciuto fino al 1990. Dopo gli studi in filosofia all’Università di Firenze, Milano e Stoccarda, nel 1994 si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove attualmente è titolare dell’insegnamento di Scultura. Le differenti soluzioni formali e materiali delle opere sintetizzano un valore metaforico ed evocativo. Le opere permettono di creare significato anche attraverso la proposizione del titolo coinvolgendo l’osservatore con la sua immaginazione e la sua percezione. L’artista definisce le sue opere come “Dispositivi per atti demiurgici”.
Nel 2002 riceve il premio Fondo Speciale PS1 Italian Studio Program, nel 2005 il Premio Castello di Rivoli e il Premio Alinovi, nel 2013 il Premio ACACIA. Caravaggio espone presso gallerie come kaufmann repetto di Milano e New York, Andriesse-Eyck di Amsterdam e Galerie Rolando Anselmi di Berlino e Roma. La prima mostra personale la tiene nel 1997 alla Casa degli Artisti di Milano a cura di Jole de Sanna, Hidetoshi Nagasawa e Luciano Fabro. Nel 1999 partecipa al workshop della Fondazione Ratti di Como con il visiting professor Haim Steinbach. Negli anni tiene diverse mostre personali istituzionali in Italia e all’estero: al Castello di Rivoli per il Premio Castello di Rivoli (2006), Scenario alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia (2008-2009), Enfin seul – Finalmente solo al Musée d’Art Moderne et Contemporain di Saint-Étienne Métropole e al MAGA di Gallarate (2014-2015), Iniziare un tempo II al Museo Novecento di Firenze (2018-2019), Als Natur Jung War al Kunstmuseum Reutlingen/Konkret (2021-2022), Per analogiam alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (2023-2024). Nel 2011, con il filosofo Federico Ferrari è coideatore del “pensiero/mostra” Arte Essenziale tenutasi alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia e al Kunstverein di Francoforte (2011-2012).
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