Io Leonardo da Vinci
Dal 18 Maggio 2015 al 30 Ottobre 2015
Milano
Luogo: Archivio di Stato
Indirizzo: via Senato 10
Orari: da lunedì a giovedì 10-17; venerdì e sabato 10-13
Curatori: Alba Osimo
Enti promotori:
- Archivio di Stato di Milano
Telefono per informazioni: +39 02.7742161
E-Mail info: as-mi@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.archiviodistatomilano.beniculturali.it
In occasione di Expo l’Archivio di Stato di Milano, organo istituzionale del Ministero per i Beni Culturali, ripropone una delle più preziose, più fragili, più emozionanti memorie del passato: la firma di Leonardo, l’unica a tutt’oggi conosciuta pervenuta sino a noi.
Lunedì 18 maggio 2015, alle 12, nella sede dell’Archivio di Stato, via Senato 10, Milano, il direttore Daniela Ferrari illustra alla stampa l’iniziativa, la cui inaugurazione avviene alle ore 18,30 dello stesso giorno nelle sale restaurate e affrescate della ex Sovrintendenza Archivistica per la Lombardia, con la presentazione di Philippe Daverio.
La curatela della mostra è affidata al direttore vicario Alba Osimo che con il precedente direttore Paola Caroli (oggi in pensione) è stata l’anima dell’iniziativa.
Tra i patrocinatori, Assoedilizia, l’Associazione Amici di Milano, l'Istituto Europa Asia, la Società Storica Lombarda con Stefano Alberti De Mazzeri, Asages-Associazione Archivi Gentilizi e Storici con Manfredi Landi di Chiavenna, Dimore Storiche Lombardia con Camillo Paveri Fontana e un comitato di famiglie milanesi.
Gioiello della mostra il contratto per la realizzazione della celebre Vergine delle Rocce che Leonardo firmò il 25 aprile 1483 davanti al notaio assieme ai committenti, i fratelli Evangelista e Giovanni Ambrogio De Predis. «Io, Lionardo da Vinci, in qualità di testimone, come sopra sotto scrivo...» In questo eccezionale documento emerge l’unicità: la firma, appunto, la sola al mondo – a quanto risulta – in cui l’autore della Gioconda (conosciuta all’estero come Monna Lisa) indica se stesso.
Nel documento sono descritti minuziosamente tempi e modalità di esecuzione dell'opera, compresi gli abiti dei personaggi e i colori. Il compenso fu di 800 lire, all’incirca 136mila euro di oggi.
Dai 40 chilometri di documentazione attualmente custoditi nell’archivio di via Senato è stato scelto il fior fiore da presentare al pubblico: la nota sugli ingegneri e gli architetti ducali in cui si fanno i nomi di Leonardo e di Bramante, il privilegio che lo Sforza concesse a Santa Maria delle Grazie, un documento che racconta la Milano di allora, la lettera che il duca inviò all’”esattore” di corte, Marchesino Stanga, un elenco di cantieri aperti in città, che contiene pure un sollecito a Leonardo a completare il Cenacolo. E ancora un codice persiano del ‘600, i contratti di matrimonio ebraici ed altri tesori.
Un patrimonio che è doveroso far conoscere ai turisti che giungono a Milano per Expo e che rappresenta uno stimolo a visitare l’Italia e ad apprezzarne e rispettarne l’ineguagliabile civiltà.
Commenta Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano: «Anche se nato in Toscana e morto in Francia, Leonardo può essere definito milanese; se e' vero, come e' vero, che dove nascere non si puo' decidere, ma dove vivere si'. Qui ha vissuto a lungo e ha realizzato quasi tutte le sue opere più importanti. Leonardo è l'italiano che all'estero meglio rappresenta il nostro Paese, come risulta da una ricerca dell'Istituto Europa-Asia. Una figura su cui puntare per promuovere l'Italia nel mondo”.
Già gli americani acquisirono un suo importante Codice perché il Comune non aveva allora il denaro per comperarlo. Leonardesco è il disegno del cavallo in bronzo davanti all'Ippodromo e l'Ambrosiana ha nel «fondo» la Raccolta vinciana donata dall'architetto Luca Beltrami che tanto si adoperò per questa città.
Il Museo di scienze naturali Leonardo da Vinci contiene un gran numero di disegni, scritti e modelli degli studi architettonici e ingegneristici del Genio. Negli Orti di corso Magenta Leonardo aveva bottega. Universalmente noti i suoi studi e la messa in opera di macchine da guerra per la difesa di Milano insieme a strutture pirotecniche e giochi d'acqua per fare divertire gli ospiti alla Corte di Ludovico il Moro. Tra le perle, «La Dama dell'ermellino», olio su tavola donato a Cecilia Gallerani, amica e amante del Duca che le era affezionato al punto da regalarle Palazzo Carminati ora sede della Consob.
Assoedilizia e le associazioni culturali ad essa collegate ricordano alcuni particolari luoghi leonardiani in Lombardia: le Limonaie (8 km) di Gargnano, sul lago di Garda; la "Ghiacciaia" di Montorfano, borgo del Comasco sulle rive del lago omonimo. Ghiaccio e limoni, ai tempi di Leonardo, erano fondamentali per curare malattie (febbre alta) oppure per prevenirle (scorbuto, carenza di vitamina C). Milano, ai tempi, era all’avanguardia in Europa per scienza medica, basti pensare all’ospedale Cà Granda. Infine la "Fiamberta" alla Certosa di Pavia, che domina come uno degli ultimi esempi di campagna storica milanese, sul Naviglio.
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Lunedì 18 maggio 2015, alle 12, nella sede dell’Archivio di Stato, via Senato 10, Milano, il direttore Daniela Ferrari illustra alla stampa l’iniziativa, la cui inaugurazione avviene alle ore 18,30 dello stesso giorno nelle sale restaurate e affrescate della ex Sovrintendenza Archivistica per la Lombardia, con la presentazione di Philippe Daverio.
La curatela della mostra è affidata al direttore vicario Alba Osimo che con il precedente direttore Paola Caroli (oggi in pensione) è stata l’anima dell’iniziativa.
Tra i patrocinatori, Assoedilizia, l’Associazione Amici di Milano, l'Istituto Europa Asia, la Società Storica Lombarda con Stefano Alberti De Mazzeri, Asages-Associazione Archivi Gentilizi e Storici con Manfredi Landi di Chiavenna, Dimore Storiche Lombardia con Camillo Paveri Fontana e un comitato di famiglie milanesi.
Gioiello della mostra il contratto per la realizzazione della celebre Vergine delle Rocce che Leonardo firmò il 25 aprile 1483 davanti al notaio assieme ai committenti, i fratelli Evangelista e Giovanni Ambrogio De Predis. «Io, Lionardo da Vinci, in qualità di testimone, come sopra sotto scrivo...» In questo eccezionale documento emerge l’unicità: la firma, appunto, la sola al mondo – a quanto risulta – in cui l’autore della Gioconda (conosciuta all’estero come Monna Lisa) indica se stesso.
Nel documento sono descritti minuziosamente tempi e modalità di esecuzione dell'opera, compresi gli abiti dei personaggi e i colori. Il compenso fu di 800 lire, all’incirca 136mila euro di oggi.
Dai 40 chilometri di documentazione attualmente custoditi nell’archivio di via Senato è stato scelto il fior fiore da presentare al pubblico: la nota sugli ingegneri e gli architetti ducali in cui si fanno i nomi di Leonardo e di Bramante, il privilegio che lo Sforza concesse a Santa Maria delle Grazie, un documento che racconta la Milano di allora, la lettera che il duca inviò all’”esattore” di corte, Marchesino Stanga, un elenco di cantieri aperti in città, che contiene pure un sollecito a Leonardo a completare il Cenacolo. E ancora un codice persiano del ‘600, i contratti di matrimonio ebraici ed altri tesori.
Un patrimonio che è doveroso far conoscere ai turisti che giungono a Milano per Expo e che rappresenta uno stimolo a visitare l’Italia e ad apprezzarne e rispettarne l’ineguagliabile civiltà.
Commenta Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano: «Anche se nato in Toscana e morto in Francia, Leonardo può essere definito milanese; se e' vero, come e' vero, che dove nascere non si puo' decidere, ma dove vivere si'. Qui ha vissuto a lungo e ha realizzato quasi tutte le sue opere più importanti. Leonardo è l'italiano che all'estero meglio rappresenta il nostro Paese, come risulta da una ricerca dell'Istituto Europa-Asia. Una figura su cui puntare per promuovere l'Italia nel mondo”.
Già gli americani acquisirono un suo importante Codice perché il Comune non aveva allora il denaro per comperarlo. Leonardesco è il disegno del cavallo in bronzo davanti all'Ippodromo e l'Ambrosiana ha nel «fondo» la Raccolta vinciana donata dall'architetto Luca Beltrami che tanto si adoperò per questa città.
Il Museo di scienze naturali Leonardo da Vinci contiene un gran numero di disegni, scritti e modelli degli studi architettonici e ingegneristici del Genio. Negli Orti di corso Magenta Leonardo aveva bottega. Universalmente noti i suoi studi e la messa in opera di macchine da guerra per la difesa di Milano insieme a strutture pirotecniche e giochi d'acqua per fare divertire gli ospiti alla Corte di Ludovico il Moro. Tra le perle, «La Dama dell'ermellino», olio su tavola donato a Cecilia Gallerani, amica e amante del Duca che le era affezionato al punto da regalarle Palazzo Carminati ora sede della Consob.
Assoedilizia e le associazioni culturali ad essa collegate ricordano alcuni particolari luoghi leonardiani in Lombardia: le Limonaie (8 km) di Gargnano, sul lago di Garda; la "Ghiacciaia" di Montorfano, borgo del Comasco sulle rive del lago omonimo. Ghiaccio e limoni, ai tempi di Leonardo, erano fondamentali per curare malattie (febbre alta) oppure per prevenirle (scorbuto, carenza di vitamina C). Milano, ai tempi, era all’avanguardia in Europa per scienza medica, basti pensare all’ospedale Cà Granda. Infine la "Fiamberta" alla Certosa di Pavia, che domina come uno degli ultimi esempi di campagna storica milanese, sul Naviglio.
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