Narrativa. Visual essays

Heikki Kaski, Tranquillity, 2014
Dal 24 Novembre 2016 al 04 Febbraio 2017
Milano
Luogo: Twenty14 Contemporary
Indirizzo: piazza Mentana 7
Orari: da lunedì a venerdì 14-19; sabato e mattina su appuntamento
Curatori: T14
Telefono per informazioni: +39 02 49752406
E-Mail info: twenty14contemporary@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.twenty14contemporary.com
« affinché l’avvenimento più comune divenga un’avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo » Jean-Paul Sartre
“NARRATIVA” è una mostra dove testo e immagini si confondono, si compenetrano e in qualche modo si completano. Possiamo dire che la mostra è nata dalla curiosità per alcune opere presenti in mostra, appartenenti ad una corrente, frequentata negli anni ’70, che porta il nome di Narrative Art, nata in risposta alle affermazioni concettuali e alla contemporanea linea della body-art che faceva pensare ad un ruolo puramente accessorio e strumentale della fotografia.
Abbiamo notato come queste immagini, che riportavano invece l’immagine fotografica ad essere protagonista, seppur in modo totalmente anti-eroico, ci risultassero così attuali, senza far scattare in noi la necessità di chiederci quando siano state scattate. Forse per via di questo atteggiamento anti-artistico, che poteva far addirittura pensare ad una totale mancanza di dimestichezza con la macchina e con gli obbiettivi da parte degli autori, ci ha subito ricondotto a qualcosa che sta accadendo anche nella ricerca fotografica che tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi. Perché?
C’è un qualcosa di estremamente naive che lega questi scatti, che rifuggono totalmente una visione utilitaristica del pensiero, attivando invece quella memoria che Bergson chiamava “memoria profonda”, dove ciò che è determinante è l’esperienza, il vissuto, o “vissuto-non vissuto” come lo definiva Gerz. Non c’è una volontà di riprendere tali e quali le cose, né di astrarle, né di affermare con chiarezza una qualche assoluta verità, piuttosto la riappropriazione del reale avviene attraverso un portato di attenzione nei confronti di qualcosa che sembrerebbe non meritarlo.
Si può quindi parlare di un utilizzo “banale” del mezzo, eppure quello che ne emerge assume un valore tutt’altro che tale, modellandosi sull’esempio della fotografia volgarmente detta “familiare”, annullando il tempo, attivando la memoria ed uscendo da qualsiasi dimensione di critica, proprio per la sua natura limpida e convincente.
E’ così che nasce il racconto, che, per riprendere la citazione di Sartre, può venire anche dal più banale dei repertori, come gli scatti di un vecchio album di famiglia. Ciò che rende la lettura o la visione un’avventura è il sentimento del narratore.
IN MOSTRA:
Didier Bay
Marc Camille Chaimowicz
Roger Cutforth
Jochen Gerz
Peter Hutchinson
Jean Le Gac
Heikki Kaski
Luca Massaro
Jacopo Gospel Quaggia
Helmut Schwarzer
Opening: Giovedì 24 novembre, ore 19
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