Shoko Okumura. Sacri Legni
Dal 16 Novembre 2023 al 16 Dicembre 2023
Milano
Luogo: Galleria Manifiesto Blanco
Indirizzo: Via Benedetto Marcello 46
Orari: dal martedì al sabato 16:00-19:00
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 389 5693638
E-Mail info: info@manifiestoblanco.com
Sito ufficiale: http://www.manifiestoblanco.com
Il progetto artistico Sacri Legni segna il graditissimo ritorno dell’artista giapponese Shoko Okumura alla galleria Manifesto Blanco, dopo la sua personale del 2020, Finestre di luce nei boschi.
Questa nuova mostra nasce dall’innata attrazione di Shoko per gli alberi, soprattutto nei confronti dei venerabili “patriarchi arborei” che sopravvivono nelle aree sacre in prossimità dei templi giapponesi. Quando viene varcata la soglia di uno di questi spazi sacri, racconta l’artista, si percepisce qualcosa di speciale: un cambio degli umori atmosferici, un afflato spirituale, il manifestarsi di una presenza.
Spesso, se le condizioni ambientali risultano favorevoli, gli alberi possono avere delle vite infinitamente più lunghe di quelle umane, e in Giappone esiste una specifica cerimonia, denominata Tobusatate (とぶさたて), che viene celebrata quando un albero viene abbattuto per fornire il legname per la costruzione di un santuario o di un torii, il caratteristico portale che segna l’accesso ad un’area sacra. Il rito prevede che un ramo prelevato dall’albero venga inserito al centro del ceppo principale: infine si ringrazia l'albero per averlo potuto utilizzare. Le opere qui in mostra sono appunto ispirate a questa pratica rituale, dove la pittura viene stesa direttamente su sezioni di hinoki – il cipresso giapponese, un albero considerato sacro – e la composizione pittorica viene calibrata in corrispondenza del centro del tronco, poiché anche questo particolare è importante nella cerimonia sacra del Tobusatate. I materiali fittili sui quali sono state eseguite le pitture provengono direttamente dal Giappone, e più precisamente da Nishikawa Baum, un'azienda forestale di Hanno, nella prefettura di Saitama, che l’artista ringrazia sentitamente.
Questi sono alcuni degli alberi a cui l’artista si è ispirata, e ad ognuno di essi è stato associato un codice che ne permette la geolocalizzazione. I ritratti arborei qui in mostra rappresentano effettivamente la condizione attuale di ogni albero, ma, utilizzando questi codici, anche le generazioni successive potranno identificarli e riconoscerli, e quindi vederne l’aspetto e la condizione vegetativa negli anni a venire: potrebbero essere cresciuti di più, ma in alcuni casi potrebbero anche essere stati abbattuti, o la foresta potrebbe addirittura essere scomparsa del tutto, a causa della pressione antropica sul territorio di pertinenza.
Ogni dipinto raffigura una scena effimera tratta dal mondo naturale, che si riflette nell'acqua increspata, invitando a meditare sulla transitorietà della vita stessa.
Le proprie vicende personali – tra cui una grave e recente malattia – hanno spinto Shoko a riflettere su come contribuire maggiormente alla conservazione della natura attraverso la pratica artistica, e a cosa rimarrà dopo la sua scomparsa. La malattia o la perdita della salute portano spesso a percepire, con dolorosa prossimità, il “qui ed ora” legato a quella breve parentesi che è, in fondo, la vita umana, considerata nella successione prospettica delle varie epoche storiche. Questa serie di ritratti di alberi scaturisce dunque da meditazioni di questo genere, che certamente hanno una radice connaturata nella tradizione spirituale e culturale shintoista, ispirata più dall’apprezzamento e dalla gratitudine per i doni della natura piuttosto che dal timore delle forze in essa manifestantesi: in questo universo brulicante di vita cosciente, tutto scorre e ogni cosa viene carezzata dal lieve pennello dell’artista.
Shoko Okumura nasce in Giappone nel 1983 e si laurea in Pittura Tradizionale Giapponese alla Tokyo University of the Arts. Nel 2008 riceve una prestigiosa borsa di studio stanziata dal governo giapponese e, subito dopo la laurea, si trasferisce in Italia per approfondire i suoi studi d’arte.
Negli anni più recenti la sua attività è estesa anche al Giappone, dove ha esposto presso alcune note gallerie d’arte, tra cui Takashimaya e Mitsukoshi art gallery. Altre prestigiose collaborazioni si sono concretizzate nell’ambito della fashion, con lavori commissionati da Serapian Milano, Homo Faber Venezia e Toma shoes nell’ambito della Milano Fashion Week: infine ha realizzato un’opera site-specific per l'hotel Bulgari di Tokyo.
VERNISSAGE giovedì 16 novembre h. 18.30
Questa nuova mostra nasce dall’innata attrazione di Shoko per gli alberi, soprattutto nei confronti dei venerabili “patriarchi arborei” che sopravvivono nelle aree sacre in prossimità dei templi giapponesi. Quando viene varcata la soglia di uno di questi spazi sacri, racconta l’artista, si percepisce qualcosa di speciale: un cambio degli umori atmosferici, un afflato spirituale, il manifestarsi di una presenza.
Spesso, se le condizioni ambientali risultano favorevoli, gli alberi possono avere delle vite infinitamente più lunghe di quelle umane, e in Giappone esiste una specifica cerimonia, denominata Tobusatate (とぶさたて), che viene celebrata quando un albero viene abbattuto per fornire il legname per la costruzione di un santuario o di un torii, il caratteristico portale che segna l’accesso ad un’area sacra. Il rito prevede che un ramo prelevato dall’albero venga inserito al centro del ceppo principale: infine si ringrazia l'albero per averlo potuto utilizzare. Le opere qui in mostra sono appunto ispirate a questa pratica rituale, dove la pittura viene stesa direttamente su sezioni di hinoki – il cipresso giapponese, un albero considerato sacro – e la composizione pittorica viene calibrata in corrispondenza del centro del tronco, poiché anche questo particolare è importante nella cerimonia sacra del Tobusatate. I materiali fittili sui quali sono state eseguite le pitture provengono direttamente dal Giappone, e più precisamente da Nishikawa Baum, un'azienda forestale di Hanno, nella prefettura di Saitama, che l’artista ringrazia sentitamente.
Questi sono alcuni degli alberi a cui l’artista si è ispirata, e ad ognuno di essi è stato associato un codice che ne permette la geolocalizzazione. I ritratti arborei qui in mostra rappresentano effettivamente la condizione attuale di ogni albero, ma, utilizzando questi codici, anche le generazioni successive potranno identificarli e riconoscerli, e quindi vederne l’aspetto e la condizione vegetativa negli anni a venire: potrebbero essere cresciuti di più, ma in alcuni casi potrebbero anche essere stati abbattuti, o la foresta potrebbe addirittura essere scomparsa del tutto, a causa della pressione antropica sul territorio di pertinenza.
Ogni dipinto raffigura una scena effimera tratta dal mondo naturale, che si riflette nell'acqua increspata, invitando a meditare sulla transitorietà della vita stessa.
Le proprie vicende personali – tra cui una grave e recente malattia – hanno spinto Shoko a riflettere su come contribuire maggiormente alla conservazione della natura attraverso la pratica artistica, e a cosa rimarrà dopo la sua scomparsa. La malattia o la perdita della salute portano spesso a percepire, con dolorosa prossimità, il “qui ed ora” legato a quella breve parentesi che è, in fondo, la vita umana, considerata nella successione prospettica delle varie epoche storiche. Questa serie di ritratti di alberi scaturisce dunque da meditazioni di questo genere, che certamente hanno una radice connaturata nella tradizione spirituale e culturale shintoista, ispirata più dall’apprezzamento e dalla gratitudine per i doni della natura piuttosto che dal timore delle forze in essa manifestantesi: in questo universo brulicante di vita cosciente, tutto scorre e ogni cosa viene carezzata dal lieve pennello dell’artista.
Shoko Okumura nasce in Giappone nel 1983 e si laurea in Pittura Tradizionale Giapponese alla Tokyo University of the Arts. Nel 2008 riceve una prestigiosa borsa di studio stanziata dal governo giapponese e, subito dopo la laurea, si trasferisce in Italia per approfondire i suoi studi d’arte.
Negli anni più recenti la sua attività è estesa anche al Giappone, dove ha esposto presso alcune note gallerie d’arte, tra cui Takashimaya e Mitsukoshi art gallery. Altre prestigiose collaborazioni si sono concretizzate nell’ambito della fashion, con lavori commissionati da Serapian Milano, Homo Faber Venezia e Toma shoes nell’ambito della Milano Fashion Week: infine ha realizzato un’opera site-specific per l'hotel Bulgari di Tokyo.
VERNISSAGE giovedì 16 novembre h. 18.30
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