Simon Fujiwara. Who the Bær
Dal 29 Aprile 2021 al 27 Settembre 2021
Milano
Luogo: Fondazione Prada
Indirizzo: largo Isarco 2
Orari: dal martedì al venerdì dalle 14 alle 20
Telefono per informazioni: +39 02 56662634
Sito ufficiale: http://fondazioneprada.org
Fondazione Prada presenta la mostra “Who the Bær” di Simon Fujiwara a Milano dal 29 aprile al 27 settembre 2021.
Il lavoro di Simon Fujiwara (Londra, 1982; vive e lavora a Berlino) è un’indagine personale del desiderio umano che sta alla base delle attrazioni turistiche, delle icone storiche, delle celebrities, dell’edutainment e del neocapitalismo. Collocata in questo territorio attraente e al contempo inquietante, l’opera di Fujiwara rivela il paradosso della duplice ricerca dell’invenzione e dell’autenticità nella cultura che consumiamo quotidianamente. Nelle sue mostre recenti che includono una ricostruzione in scala reale della Anne Frank House (“Hope House”, 2017), una campagna di rebranding della sua insegnante di arte del liceo (“Joanne”, 2016–2018) e l’esperienza di un parco tematico che ci immerge nel mondo di YouTube (“Empathy I”, 2018) si rintracciano visioni distorte del mondo reale attraverso l’immaginario fantastico, e talvolta angosciante, dell’artista stesso.
Per questo progetto site-specific concepito per il piano terra del Podium di Fondazione Prada, Simon Fujiwara introduce il pubblico nel mondo di Who the Bær, un originale personaggio dei cartoni animati che abita un universo creato dall'artista. Who the Bær – o semplicemente “Who” – è un* ors* senza un chiaro carattere. Sembra non aver ancora sviluppato una forte personalità o istinti propri. Non ha una storia, un genere definito o persino una sessualità, sa solo di essere un'immagine e tenta di definirsi in un mondo di altre immagini. Who the Bær si trova in un ambiente piatto, online, visuale, ma pieno di infinite possibilità. Who può trasformarsi o adattarsi in qualsiasi immagine che incontra, assumendo gli attributi e le identità di chi vi è raffigurato: esseri umani, animali o anche oggetti. In questo senso l’universo di Who the Bær è un mondo di libertà: Who può essere chiunque desideri essere, Who può trascendere il tempo e lo spazio, Who può essere sia soggetto che oggetto. Who the Bær potrebbe persino non essere mai in grado di superare la sua unica vera sfida: diventare qualcosa di più di una semplice immagine.
Nella sua mostra Fujiwara racconta al pubblico un percorso di formazione costellato da numerosi eventi felici o traumatici. Dai focus group alle sessioni di terapia, dalla chirurgia plastica ai viaggi globali, dalle fantasie sessuali ai sogni distopici, l’artista ritrae il processo evolutivo di un personaggio fittizio a partire dalla prospettiva con cui questo interpreta e si appropria del “mondo reale” delle immagini, distorcendo tutto ciò che vede nella logica assurda del suo personale universo.
Le avventure di Who the Bær sono presentate alla Fondazione Prada all’interno di un grande labirinto realizzato quasi interamente in cartone, materiali riciclabili ed elementi creati a mano. Percorrendo l’installazione che in pianta riproduce un* ors*, il pubblico assiste alla nascita del personaggio dei cartoni animati Who the Bær da un segno grafico elementare. Attraverso un racconto fatto di disegni, collage, sculture e animazioni, i visitatori sono testimoni della sua perenne ricerca di un sé autentico. Ispirato dalla narrativa tradizionale così come dai moderni film d'animazione, Fujiwara usa i meccanismi dell’invenzione per esplorare alcuni dei piaceri e dei traumi che affrontiamo in quanto parte di una società posseduta dalle immagini e dallo spettacolo. La mostra “Who the Bær” è accompagnata da una pubblicazione della collana dei Quaderni di Fondazione Prada che include una conversazione con l’artista. Il progetto, concepito per svilupparsi ulteriormente sul digitale, si espande in una piattaforma aperta di condivisione e approfondimento con l’account Instagram @whothebaer animato da Fujiwara e una web app concepita dall’artista.
Il lavoro di Simon Fujiwara (Londra, 1982; vive e lavora a Berlino) è un’indagine personale del desiderio umano che sta alla base delle attrazioni turistiche, delle icone storiche, delle celebrities, dell’edutainment e del neocapitalismo. Collocata in questo territorio attraente e al contempo inquietante, l’opera di Fujiwara rivela il paradosso della duplice ricerca dell’invenzione e dell’autenticità nella cultura che consumiamo quotidianamente. Nelle sue mostre recenti che includono una ricostruzione in scala reale della Anne Frank House (“Hope House”, 2017), una campagna di rebranding della sua insegnante di arte del liceo (“Joanne”, 2016–2018) e l’esperienza di un parco tematico che ci immerge nel mondo di YouTube (“Empathy I”, 2018) si rintracciano visioni distorte del mondo reale attraverso l’immaginario fantastico, e talvolta angosciante, dell’artista stesso.
Per questo progetto site-specific concepito per il piano terra del Podium di Fondazione Prada, Simon Fujiwara introduce il pubblico nel mondo di Who the Bær, un originale personaggio dei cartoni animati che abita un universo creato dall'artista. Who the Bær – o semplicemente “Who” – è un* ors* senza un chiaro carattere. Sembra non aver ancora sviluppato una forte personalità o istinti propri. Non ha una storia, un genere definito o persino una sessualità, sa solo di essere un'immagine e tenta di definirsi in un mondo di altre immagini. Who the Bær si trova in un ambiente piatto, online, visuale, ma pieno di infinite possibilità. Who può trasformarsi o adattarsi in qualsiasi immagine che incontra, assumendo gli attributi e le identità di chi vi è raffigurato: esseri umani, animali o anche oggetti. In questo senso l’universo di Who the Bær è un mondo di libertà: Who può essere chiunque desideri essere, Who può trascendere il tempo e lo spazio, Who può essere sia soggetto che oggetto. Who the Bær potrebbe persino non essere mai in grado di superare la sua unica vera sfida: diventare qualcosa di più di una semplice immagine.
Nella sua mostra Fujiwara racconta al pubblico un percorso di formazione costellato da numerosi eventi felici o traumatici. Dai focus group alle sessioni di terapia, dalla chirurgia plastica ai viaggi globali, dalle fantasie sessuali ai sogni distopici, l’artista ritrae il processo evolutivo di un personaggio fittizio a partire dalla prospettiva con cui questo interpreta e si appropria del “mondo reale” delle immagini, distorcendo tutto ciò che vede nella logica assurda del suo personale universo.
Le avventure di Who the Bær sono presentate alla Fondazione Prada all’interno di un grande labirinto realizzato quasi interamente in cartone, materiali riciclabili ed elementi creati a mano. Percorrendo l’installazione che in pianta riproduce un* ors*, il pubblico assiste alla nascita del personaggio dei cartoni animati Who the Bær da un segno grafico elementare. Attraverso un racconto fatto di disegni, collage, sculture e animazioni, i visitatori sono testimoni della sua perenne ricerca di un sé autentico. Ispirato dalla narrativa tradizionale così come dai moderni film d'animazione, Fujiwara usa i meccanismi dell’invenzione per esplorare alcuni dei piaceri e dei traumi che affrontiamo in quanto parte di una società posseduta dalle immagini e dallo spettacolo. La mostra “Who the Bær” è accompagnata da una pubblicazione della collana dei Quaderni di Fondazione Prada che include una conversazione con l’artista. Il progetto, concepito per svilupparsi ulteriormente sul digitale, si espande in una piattaforma aperta di condivisione e approfondimento con l’account Instagram @whothebaer animato da Fujiwara e una web app concepita dall’artista.
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