A Pop-ular story of art. Opere selezionate dei principali artisti della Pop Art e foto di Bruno del Monaco
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A Pop-ular story of art. Opere selezionate dei principali artisti della Pop Art e foto di Bruno del Monaco
Dal 06 Giugno 2014 al 19 Luglio 2014
Napoli
Luogo: AICA | Andrea Ingenito Contemporary Art
Indirizzo: via Cappella Vecchia 8/a
Orari: dal martedì al sabato 11-19
Telefono per informazioni: +39 081 0490829
E-Mail info: info@ai-ca.com
Sito ufficiale: http://www.ai-ca.com
La galleria AICA | Andrea Ingenito Contemporary Art inaugura, nei suoi spazi espositivi di Napoli, venerdì 6 giugno alle ore 19 A Pop-ular story of art, collaterale della mostra Vetrine di Andy Warhol in corso al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli), che a poco più di un mese dall’apertura al pubblico è già stata definita la mostra - evento dell’anno e alla realizzazione della quale la galleria ha contribuito in maniera determinante, con il coordinamento e il reperimento di opere provenienti dalla Fondazione Amelio e da illustri collezionisti.
La collaterale, accompagnata da un testo del critico d’arte Massimo Sgroi, racconta di quella sorprendente vitalità culturale che invase Napoli tra gli anni ’70 e ’80. Grazie soprattutto all’intensa attività del celebre gallerista Lucio Amelio, giunsero nel capoluogo partenopeo artisti come Rauschenberg, Beuys, Warhol, Haring, che in quel miscuglio incredibile di ricchezze artistiche e tradizioni popolari trovarono innumerevoli fonti di ispirazione. Nonostante gli anni difficili del terrorismo, il peso della criminalità organizzata, l’epidemia di colera del ’73 prima e il violento terremoto dell’80 dopo, Napoli, che da sempre trova la sua forza proprio nelle sue contraddizioni, vive quella che da molti è stata definita una vera e propria rinascita: si popola di intellettuali, critici, storici dell’arte, diventa crocevia di linguaggi e sapori diversi, si sente una nuova New York (chiassosa, caotica, sporca, irresistibile) e diventa Pop.
Attraverso l’occhio indagatore, attento e rigoroso, del celebre fotografo Bruno del Monaco, testimone partecipe dell’epoca, sembra di rivivere, con tutta la nostalgia di un delicato bianco e nero, l’atmosfera briosa e la frenesia creativa di quegli anni. Nelle foto esposte (alcune delle quali al Pan) ritratti inediti e fugaci di artisti, di intellettuali e di personaggi già noti alla mondanità del tempo come Jannis Kounellis, Achille Bonito Oliva, Lia Rumma, Angelo Trimarco, Carlo Alfano, Sandro Chia, Germano Celant, Mimmo Jodice, Nino Longobardi, Ileana Sonnabend, e naturalmente Lucio Amelio, polo catalizzatore durante cene, incontri e vernissage della storica Modern Art Agency.
Ad arricchire la mostra, poi, circa trenta capolavori dei più rappresentativi artisti della Popular Art come i coloratissimi Flowers, le enigmatiche serigrafie della Marilyn, e le vezzose Golden shoes di Andy Warhol, gli omini danzanti di Keith Haring, o ancora le fumettistiche riprese d’interno di Roy Lichtenstein, solo per citarne alcune; opere ormai diventate parte integrante del nostro bagaglio figurativo, vere e proprie icone dei nostri giorni.
La collaterale, accompagnata da un testo del critico d’arte Massimo Sgroi, racconta di quella sorprendente vitalità culturale che invase Napoli tra gli anni ’70 e ’80. Grazie soprattutto all’intensa attività del celebre gallerista Lucio Amelio, giunsero nel capoluogo partenopeo artisti come Rauschenberg, Beuys, Warhol, Haring, che in quel miscuglio incredibile di ricchezze artistiche e tradizioni popolari trovarono innumerevoli fonti di ispirazione. Nonostante gli anni difficili del terrorismo, il peso della criminalità organizzata, l’epidemia di colera del ’73 prima e il violento terremoto dell’80 dopo, Napoli, che da sempre trova la sua forza proprio nelle sue contraddizioni, vive quella che da molti è stata definita una vera e propria rinascita: si popola di intellettuali, critici, storici dell’arte, diventa crocevia di linguaggi e sapori diversi, si sente una nuova New York (chiassosa, caotica, sporca, irresistibile) e diventa Pop.
Attraverso l’occhio indagatore, attento e rigoroso, del celebre fotografo Bruno del Monaco, testimone partecipe dell’epoca, sembra di rivivere, con tutta la nostalgia di un delicato bianco e nero, l’atmosfera briosa e la frenesia creativa di quegli anni. Nelle foto esposte (alcune delle quali al Pan) ritratti inediti e fugaci di artisti, di intellettuali e di personaggi già noti alla mondanità del tempo come Jannis Kounellis, Achille Bonito Oliva, Lia Rumma, Angelo Trimarco, Carlo Alfano, Sandro Chia, Germano Celant, Mimmo Jodice, Nino Longobardi, Ileana Sonnabend, e naturalmente Lucio Amelio, polo catalizzatore durante cene, incontri e vernissage della storica Modern Art Agency.
Ad arricchire la mostra, poi, circa trenta capolavori dei più rappresentativi artisti della Popular Art come i coloratissimi Flowers, le enigmatiche serigrafie della Marilyn, e le vezzose Golden shoes di Andy Warhol, gli omini danzanti di Keith Haring, o ancora le fumettistiche riprese d’interno di Roy Lichtenstein, solo per citarne alcune; opere ormai diventate parte integrante del nostro bagaglio figurativo, vere e proprie icone dei nostri giorni.
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