I capolavori della Città Metropolitana di Napoli

Pietro Fabris, Veduta di Santa Lucia, 1770 ca., olio su tela, cm 42x76,5
Dal 25 November 2015 al 7 January 2016
Napoli
Luogo: Palazzo Matteotti, Napoli | Reggia di Portici
Indirizzo: piazza Matteotti 1, Napoli / via Università 100, Portici
Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9,30-13; venerdì, sabato, domenica e martedì 8/12 h. 10-18
Enti promotori:
- Regione Campania - Assessorato ai Beni Culturali
- Città Metropolitana di Napoli
- Sotto l'Alto Patronato della Repubblica Italiana
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 081.2395666
Sito ufficiale: http://www.illuminiamoimonumenti.it/
Oltre cinquantacapolavori - tra dipinti, sculture e oggetti di tradizionepopolare - sono i protagonisti della mostra “I Capolavori della Città Metropolitana di Napoli” che, dal 25 novembre 2015 al 7 gennaio 2016, si divide tra due importanti sedi napoletane: Palazzo Matteotti e la Reggia di Portici.
L’esposizione si svolge nell’ambito di “illuminiamo i monumenti dentro e fuori”, il progetto promosso dalla Città Metropolitana di Napoli che, fino al 7 gennaio, si articola in una serie di mostre, proiezioni, convegni scientifici, tavole rotonde e incontri letterari.
Nella prima sede, il Palazzo di Piazza Matteotti, si evidenzia l’importanza dell’edificio con la sua architettura razionalista, al centro di una riqualificazione urbanistica del tutto innovativa per la città negli anni del ventennio fascista, ubicato tra il Palazzo delle Poste e la casa del Mutilato. L’itinerario artistico parte sin dall’ingresso, con il portale riccamente decorato, prosegue lungo i due piani dello scalone monumentale e conduce alla Sala Cirillo dove si concentra un primo nucleo della mostra. Qui, vi si trovano sculture e dipinti che illustrano la storia dell’istituzione della Provincia di Napoli dall’età postunitaria ad oggi, con alcune opere emblematiche come l’acquerello del Cavallo sfrenato, commissionato nel 1876 dal duca di San Donato a Filippo Palizzi e il Ricordo del II Congresso Provinciale del 1905 dipinto su pergamena di Alfredo Girosi. Oltre ad essi, una serie di ritratti di personaggi celebri che furono veri sostenitori dell’arte e incoraggiarono la politica culturale dell’Italia unita, a Napoli e nella sua provincia.
Il secondo corpus di opere è esposto alla Reggia di Portici nelle tre stanze del piano Nobile, antica residenza borbonica svuotata, nel 1866, del suo arredo oltre che delle originarie collezioni di pittura e scultura. Oltre ai lavori che testimoniano un legame storico con le collezioni presenti nel palazzo -i due importanti dipinti di Alexander Dunouy, Veduta del Campo di Piale e Veduta di Messina-, è possibile ammirare altri capolavori della pittura, come La Sanfelice condotta al patibolo di Giuseppe Boschetto, Il tatuaggio di Vincenzo Migliaro, La pace domestica di Giuseppe Sciuti, Napoli da Mergellina di Federico Cortese, In villa di Marco De Gregorio, Ritratto di Garibaldi di Saverio Altamura e molti altri ancora. La mostra comprende, inoltre, una selezione della nuova raccolta di pupi, acquisita in anni più recenti.
Il percorso espositivo intende sottolineare l’attivissima promozione artistica che caratterizzò tutto il XIX secolo, grazie al tramite della Società Promotrice di Belle Arti di Napoli, di cui l’allora Provincia fu azionista. Negli anni venti del XX secolo, l’Amministrazione Provinciale - dopo la conclusione del rapporto di continuità con la Società Promotrice, che nel frattempo cambiò denominazione in Promotrice “Salvator Rosa” - si rilanciò negli acquisti di opere d’arte presso le esposizioni Sindacali fasciste, alle Biennali di Venezia, alla Galleria Corona, alla Galleria Medea, alla Rassegna di arti figurative del Mezzogiorno d’Italia.
Una politica culturale attiva che segnò una netta ripresa, quando, nel 2003, furono acquistati 18 dipinti di paesaggio -dal ‘600 all’800-, provenienti dalla dismissione di un’importante collezione napoletana, a confermare la scelta di prestigio e l’attenzione per incrementare il nucleo della collezione originaria con opere di qualità eccellente.
L’esposizione si svolge nell’ambito di “illuminiamo i monumenti dentro e fuori”, il progetto promosso dalla Città Metropolitana di Napoli che, fino al 7 gennaio, si articola in una serie di mostre, proiezioni, convegni scientifici, tavole rotonde e incontri letterari.
Nella prima sede, il Palazzo di Piazza Matteotti, si evidenzia l’importanza dell’edificio con la sua architettura razionalista, al centro di una riqualificazione urbanistica del tutto innovativa per la città negli anni del ventennio fascista, ubicato tra il Palazzo delle Poste e la casa del Mutilato. L’itinerario artistico parte sin dall’ingresso, con il portale riccamente decorato, prosegue lungo i due piani dello scalone monumentale e conduce alla Sala Cirillo dove si concentra un primo nucleo della mostra. Qui, vi si trovano sculture e dipinti che illustrano la storia dell’istituzione della Provincia di Napoli dall’età postunitaria ad oggi, con alcune opere emblematiche come l’acquerello del Cavallo sfrenato, commissionato nel 1876 dal duca di San Donato a Filippo Palizzi e il Ricordo del II Congresso Provinciale del 1905 dipinto su pergamena di Alfredo Girosi. Oltre ad essi, una serie di ritratti di personaggi celebri che furono veri sostenitori dell’arte e incoraggiarono la politica culturale dell’Italia unita, a Napoli e nella sua provincia.
Il secondo corpus di opere è esposto alla Reggia di Portici nelle tre stanze del piano Nobile, antica residenza borbonica svuotata, nel 1866, del suo arredo oltre che delle originarie collezioni di pittura e scultura. Oltre ai lavori che testimoniano un legame storico con le collezioni presenti nel palazzo -i due importanti dipinti di Alexander Dunouy, Veduta del Campo di Piale e Veduta di Messina-, è possibile ammirare altri capolavori della pittura, come La Sanfelice condotta al patibolo di Giuseppe Boschetto, Il tatuaggio di Vincenzo Migliaro, La pace domestica di Giuseppe Sciuti, Napoli da Mergellina di Federico Cortese, In villa di Marco De Gregorio, Ritratto di Garibaldi di Saverio Altamura e molti altri ancora. La mostra comprende, inoltre, una selezione della nuova raccolta di pupi, acquisita in anni più recenti.
Il percorso espositivo intende sottolineare l’attivissima promozione artistica che caratterizzò tutto il XIX secolo, grazie al tramite della Società Promotrice di Belle Arti di Napoli, di cui l’allora Provincia fu azionista. Negli anni venti del XX secolo, l’Amministrazione Provinciale - dopo la conclusione del rapporto di continuità con la Società Promotrice, che nel frattempo cambiò denominazione in Promotrice “Salvator Rosa” - si rilanciò negli acquisti di opere d’arte presso le esposizioni Sindacali fasciste, alle Biennali di Venezia, alla Galleria Corona, alla Galleria Medea, alla Rassegna di arti figurative del Mezzogiorno d’Italia.
Una politica culturale attiva che segnò una netta ripresa, quando, nel 2003, furono acquistati 18 dipinti di paesaggio -dal ‘600 all’800-, provenienti dalla dismissione di un’importante collezione napoletana, a confermare la scelta di prestigio e l’attenzione per incrementare il nucleo della collezione originaria con opere di qualità eccellente.
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