Matronato alla carriera a Mimmo Jodice
Dal 16 Maggio 2014 al 16 Maggio 2014
Napoli
Luogo: Museo MADRE
Indirizzo: via Luigi Settembrini 79
Orari: h 19
Telefono per informazioni: +39 333 5903471
E-Mail info: luisamaradei@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.madrenapoli.it
Cerimonia di conferimento del “Matronato alla carriera” a Mimmo Jodice che in occasione degli ottant'anni dell'artista celebra il magistero della sua arte e i percorsi della sua ricerca fotografica.
Come scrive Vincenzo Trione, sin dai lavori intitolati Sperimentazioni dei primi anni sessanta, la ricerca di Mimmo Jodice (Napoli, 1934) “salda in maniera compiuta ambiti diversi: istinto e consapevolezza, immediatezza e calcolo, contemporaneità e classicità”, caratterizzandosi per l’analisi di approfondire, ricostruire e fare propri gli strumenti e i canoni stessi del mezzo fotografico. Un’attitudine “fortemente analitica” riscontrabile, con accenti diversi, anche “nelle investigazioni antropologiche successive, che descrivono scenari meridionali: disperazioni, dolori, rabbie […]. Da qui comincia un lungo – e meravigliosamente incompiuto – viaggio urbano”, in cui Jodice rivela i punti di vista più inattesi, le prospettive più segrete dalla sua Napoli come di tanti altri luoghi di un personale grand tour attraverso il Mediterraneo, da Pompei ed Ercolano a Petra e Efeso. “Il suo intento è quello di avvolgere la realtà ovvia dentro i veli della surrealtà (come emerge anche dalle Rivisitazioni)”, in cui, fra siti archeologici, mosaici, pietre, architetture, statue, affreschi, Jodice “esita agli orli delle cose e dei fenomeni, preferisce gli interstizi delle geografie, frequenta i passaggi a vuoto, si sofferma non sul tutto, ma sui resti, sulle rovine: su ciò che è rimasto. Immortala barlumi dell’apocalisse della storia. Tasselli che rimandano a un mosaico oramai invisibile”. In questa personalissima reinvenzione del vedutismo ottocentesco, rivissuto attraverso una sensibilità unica e radicalmente contemporanea, Jodice porta il suo sguardo via via su “alimenti, manichini e utensili, che si caricano di valenze inquietanti” (Eden), su “vegetazioni coltivate o selvagge, che alimentano universi visionari” (Natura). Fino all’ ”epilogo che è un approdo. Nella serie sul Mare, spiagge, isole e scogli non sono contaminati, né contagiati: sono stati ripuliti di ogni ingombro. Nessuna eco. La natura è resa assoluta, come un monumento dell’interiorità”. La ricerca di questo maestro, in tutti i cicli a cui si è dedicato il suo obbiettivo fotografico, ha sempre quindi inseguito e perlustrato, sempre secondo le parole di Trione, “l’intuito, la curiosità, l’arbitrio. Si consegna a una prodigiosa rabdomanzia percettiva, per perlustrare il visibile. Vuole ricondurre, però, la pluralità indisciplinata del mondo dentro i bordi dell’obiettivo. Seleziona schegge, che iscrive in una cornice immutabile. Assorbe materiali dal vivo, per dar vita non a regesti dell’attualità, ma a fotogrammi classici, distanti da mode e da tendenze […] coniuga spontaneità e rigore, eccitazione e disciplina. Su questa soglia, non si lascia mai travolgere dal presente: allinea una moltitudine di suggestioni e di spunti veri dentro confini esatti. La sua sfida è ambiziosa: muovere dalla cronaca per spingersi verso una dimensione metafisica. Trasformare puntuali resoconti spaziali in esercizi senza tempo. Di fronte a noi, non è un semplice reporter. Ma un artista spirituale, mirabile nell’utilizzare i luoghi come se fossero pezzi di imprevedibili nature morte. Nei suoi scatti, non ci sono incertezze: non c’è vita, non c’è aria. Ma l’eternità dell’istante, affidata a un bianco e nero inconfondibile” (Vincenzo Trione, Omaggio a Mimmo Jodice).
Una ricerca esemplare che, nell’arco di più di cinquant’anni, non ha smesso di reincantare il nostro sguardo sulla realtà, a partire da quella della città di Napoli, rappresentando uno dei vertici della produzione fotografica e della riflessione sulla fotografia a livello internazionale. All’eccellenza rappresentata da questa ricerca la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee tributa il proprio omaggio, con il conferimento a Mimmo Jodice del primo “Matronato alla carriera” della sua storia istituzionale.
Durante la cerimonia introdotta da Pierpaolo Forte, Presidente della Fondazione Donnaregina e Andrea Viliani, Direttore del museo MADRE, Vincenzo Trione, coordinatore del Dipartimento di Ricerca del MADRE presenterà il percorso artistico di Mimmo Jodice.
Caterina Miraglia, assessore all’Istruzione e Edilizia scolastica - Promozione culturale - Musei e Biblioteche della Regione Campaniaconferirà il Matronato.
Come scrive Vincenzo Trione, sin dai lavori intitolati Sperimentazioni dei primi anni sessanta, la ricerca di Mimmo Jodice (Napoli, 1934) “salda in maniera compiuta ambiti diversi: istinto e consapevolezza, immediatezza e calcolo, contemporaneità e classicità”, caratterizzandosi per l’analisi di approfondire, ricostruire e fare propri gli strumenti e i canoni stessi del mezzo fotografico. Un’attitudine “fortemente analitica” riscontrabile, con accenti diversi, anche “nelle investigazioni antropologiche successive, che descrivono scenari meridionali: disperazioni, dolori, rabbie […]. Da qui comincia un lungo – e meravigliosamente incompiuto – viaggio urbano”, in cui Jodice rivela i punti di vista più inattesi, le prospettive più segrete dalla sua Napoli come di tanti altri luoghi di un personale grand tour attraverso il Mediterraneo, da Pompei ed Ercolano a Petra e Efeso. “Il suo intento è quello di avvolgere la realtà ovvia dentro i veli della surrealtà (come emerge anche dalle Rivisitazioni)”, in cui, fra siti archeologici, mosaici, pietre, architetture, statue, affreschi, Jodice “esita agli orli delle cose e dei fenomeni, preferisce gli interstizi delle geografie, frequenta i passaggi a vuoto, si sofferma non sul tutto, ma sui resti, sulle rovine: su ciò che è rimasto. Immortala barlumi dell’apocalisse della storia. Tasselli che rimandano a un mosaico oramai invisibile”. In questa personalissima reinvenzione del vedutismo ottocentesco, rivissuto attraverso una sensibilità unica e radicalmente contemporanea, Jodice porta il suo sguardo via via su “alimenti, manichini e utensili, che si caricano di valenze inquietanti” (Eden), su “vegetazioni coltivate o selvagge, che alimentano universi visionari” (Natura). Fino all’ ”epilogo che è un approdo. Nella serie sul Mare, spiagge, isole e scogli non sono contaminati, né contagiati: sono stati ripuliti di ogni ingombro. Nessuna eco. La natura è resa assoluta, come un monumento dell’interiorità”. La ricerca di questo maestro, in tutti i cicli a cui si è dedicato il suo obbiettivo fotografico, ha sempre quindi inseguito e perlustrato, sempre secondo le parole di Trione, “l’intuito, la curiosità, l’arbitrio. Si consegna a una prodigiosa rabdomanzia percettiva, per perlustrare il visibile. Vuole ricondurre, però, la pluralità indisciplinata del mondo dentro i bordi dell’obiettivo. Seleziona schegge, che iscrive in una cornice immutabile. Assorbe materiali dal vivo, per dar vita non a regesti dell’attualità, ma a fotogrammi classici, distanti da mode e da tendenze […] coniuga spontaneità e rigore, eccitazione e disciplina. Su questa soglia, non si lascia mai travolgere dal presente: allinea una moltitudine di suggestioni e di spunti veri dentro confini esatti. La sua sfida è ambiziosa: muovere dalla cronaca per spingersi verso una dimensione metafisica. Trasformare puntuali resoconti spaziali in esercizi senza tempo. Di fronte a noi, non è un semplice reporter. Ma un artista spirituale, mirabile nell’utilizzare i luoghi come se fossero pezzi di imprevedibili nature morte. Nei suoi scatti, non ci sono incertezze: non c’è vita, non c’è aria. Ma l’eternità dell’istante, affidata a un bianco e nero inconfondibile” (Vincenzo Trione, Omaggio a Mimmo Jodice).
Una ricerca esemplare che, nell’arco di più di cinquant’anni, non ha smesso di reincantare il nostro sguardo sulla realtà, a partire da quella della città di Napoli, rappresentando uno dei vertici della produzione fotografica e della riflessione sulla fotografia a livello internazionale. All’eccellenza rappresentata da questa ricerca la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee tributa il proprio omaggio, con il conferimento a Mimmo Jodice del primo “Matronato alla carriera” della sua storia istituzionale.
Durante la cerimonia introdotta da Pierpaolo Forte, Presidente della Fondazione Donnaregina e Andrea Viliani, Direttore del museo MADRE, Vincenzo Trione, coordinatore del Dipartimento di Ricerca del MADRE presenterà il percorso artistico di Mimmo Jodice.
Caterina Miraglia, assessore all’Istruzione e Edilizia scolastica - Promozione culturale - Musei e Biblioteche della Regione Campaniaconferirà il Matronato.
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