Alessandro Papetti. La pelle attraverso
Dal 07 Giugno 2014 al 07 Settembre 2014
Perugia
Luogo: Palazzo della Penna - Centro di Cultura Contemporanea
Indirizzo: via Podiani 11
Enti promotori:
- Regione Umbria
- Comune di Perugia
- Perugia2019
- Palazzo della Penna - Centro di Cultura Contemporanea
Costo del biglietto: intero € 6,50 ridotto A (maggiori di 65 anni, gruppi di minimo 15 persone) € 5, ridotto B (dai 7 ai 14 anni, scolaresche) € 3
Telefono per informazioni: +39 075 5716233
E-Mail info: palazzopenna@sistemamuseo.it
Sito ufficiale: http://www.comune.perugia.it/
Dal 7 giugno al 7 settembre 2014, le sale di Palazzo della Penna - Centro di Cultura Contemporanea a Perugia accoglieranno la mostra di Alessandro Papetti (Milano, 1958) dal titolo La pelle attraverso, organizzata dal Comune di Perugia in collaborazione con la Regione Umbria.
L’esposizione, curata da Luca Beatrice, propone una quarantina di opere, tra carte e dipinti, che ritraggono corpi umani, colti sia nei toni caldi della terra sia in quelli lunari dei bagni notturni.
All’inaugurazione, che si terrà venerdì 6 giugno alle 18, sarà presente l’artista.
Non è tanto il corpo in sé, ma la percezione che abbiamo della nostra fisicità a essere in rapporto con ciò che è esterno ad essa; percezione estremamente mutevole perché già vive nel continuo scambio e nelle relazioni tra i sensi e la mente. La pelle, ricettivo sensibile per eccellenza, ultimo confine, diventa al tempo stesso momento di separazione e ponte tra queste due realtà.
Al di là della loro età, sono corpi “antichi” quelli che Papetti presente a Perugia. La novità di questi nudi, diversamente da quelli in cui la tensione agiva maggiormente nell'esperienza di un volto come nella tensione del corpo, è l’apparente passività del soggetto; tuttavia, questo bisogno di silenzio e immobilità manifesta una nuova consapevolezza di sé e una forza interiore più ferma.
In questo caso, a essere protagonista è l'esperienza di lasciarsi invadere e attraversare, più che quella di opporsi e agire con la dimensione esterna. Per ciò in questi nuovi dipinti, i corpi e gli ambienti appaiono talvolta più rarefatti e trasparenti.
Accompagna la mostra un catalogo con un testo critico di Luca Beatrice, fotografie e un video di Francesco Papetti.
Alessandro Papetti nasce a Milano nel 1958.
Tra il 1988 e il 1990 la sua pittura si concentra sul tema dei Ritratti visti dall’alto, ai quali Giovanni Testori dedica un articolo sul “Corriere della Sera”. Dal 1995 svolge la sua attività tra Milano e Parigi. Nel 1999 espone il nuovo ciclo Acqua, alla Galleria Forni di Milano. Nel 2002 nasce il ciclo dei Cantieri navali. Tra il 2003 e il 2005 viene invitato a partecipare a numerose rassegne museali tra cuiLa ricerca dell’identità – Il ritratto interiore, ordinata da Vittorio Sgarbi ed esposta in varie sedi pubbliche italiane.
Nel 2005 la Fondazione Mudima gli dedica una prima retrospettiva dal titolo Il disagio della pittura, nella quale Papetti espone gli ultimi vent’anni del suo lavoro fino ai dipinti sul tema della Città.
Del 2007 è la mostra Ile Seguin esposta al Musée des Années 30 di Parigi, mentre Vittorio Sgarbi lo invita a partecipare alla mostra di Palazzo Reale di Milano Arte italiana. 1968-2007 Pittura.
Nel 2009 Palazzo Reale di Milano ospita la sua personale Il ciclo del tempo, un’installazione di tre dipinti montati su strutture circolari delle dimensioni di 3,30 metri di altezza per un diametro di 8 metri, a cura di Achille Bonito Oliva.
Al 2010 risale la prima personale in Giappone presso l’Istituto culturale italiano di Tokyo intitolata Spazi Dinamici; partecipa alla mostra organizzata a Villa Manin di Codroipo, Occhi e lune, curata da Marco Goldin.
Nel 2011 è presente al Padiglione Italia della Biennale d'Arte di Venezia e al Padiglione della Repubblica di Cuba. Nel settembre 2011 installa due dei tre cerchi de Il ciclo del tempo presso gli spazi dell'Auditorium di Roma, mentre nell’aprile 2012 realizza una personale al Museo dell’Architettura di Mosca – Muar, intitolata Le fabbriche dell’utopia.
Nel corso del 2013 si sono svolte due mostre personali, la prima alla galleria Everard Read di Johannesburg, la seconda a Berlino nell’ambito della mostra curata da Frederik Foert e Gianluca Ranzi alla Halle am Wasser @ Hamburger Banhof.
Negli ultimi venti anni le opere di Papetti hanno più volte varcato il confine italiano, o partecipando a fiere o come protagoniste di rilevanti mostre monografiche nei più importanti istituti culturali e gallerie private.
L’esposizione, curata da Luca Beatrice, propone una quarantina di opere, tra carte e dipinti, che ritraggono corpi umani, colti sia nei toni caldi della terra sia in quelli lunari dei bagni notturni.
All’inaugurazione, che si terrà venerdì 6 giugno alle 18, sarà presente l’artista.
Non è tanto il corpo in sé, ma la percezione che abbiamo della nostra fisicità a essere in rapporto con ciò che è esterno ad essa; percezione estremamente mutevole perché già vive nel continuo scambio e nelle relazioni tra i sensi e la mente. La pelle, ricettivo sensibile per eccellenza, ultimo confine, diventa al tempo stesso momento di separazione e ponte tra queste due realtà.
Al di là della loro età, sono corpi “antichi” quelli che Papetti presente a Perugia. La novità di questi nudi, diversamente da quelli in cui la tensione agiva maggiormente nell'esperienza di un volto come nella tensione del corpo, è l’apparente passività del soggetto; tuttavia, questo bisogno di silenzio e immobilità manifesta una nuova consapevolezza di sé e una forza interiore più ferma.
In questo caso, a essere protagonista è l'esperienza di lasciarsi invadere e attraversare, più che quella di opporsi e agire con la dimensione esterna. Per ciò in questi nuovi dipinti, i corpi e gli ambienti appaiono talvolta più rarefatti e trasparenti.
Accompagna la mostra un catalogo con un testo critico di Luca Beatrice, fotografie e un video di Francesco Papetti.
Alessandro Papetti nasce a Milano nel 1958.
Tra il 1988 e il 1990 la sua pittura si concentra sul tema dei Ritratti visti dall’alto, ai quali Giovanni Testori dedica un articolo sul “Corriere della Sera”. Dal 1995 svolge la sua attività tra Milano e Parigi. Nel 1999 espone il nuovo ciclo Acqua, alla Galleria Forni di Milano. Nel 2002 nasce il ciclo dei Cantieri navali. Tra il 2003 e il 2005 viene invitato a partecipare a numerose rassegne museali tra cuiLa ricerca dell’identità – Il ritratto interiore, ordinata da Vittorio Sgarbi ed esposta in varie sedi pubbliche italiane.
Nel 2005 la Fondazione Mudima gli dedica una prima retrospettiva dal titolo Il disagio della pittura, nella quale Papetti espone gli ultimi vent’anni del suo lavoro fino ai dipinti sul tema della Città.
Del 2007 è la mostra Ile Seguin esposta al Musée des Années 30 di Parigi, mentre Vittorio Sgarbi lo invita a partecipare alla mostra di Palazzo Reale di Milano Arte italiana. 1968-2007 Pittura.
Nel 2009 Palazzo Reale di Milano ospita la sua personale Il ciclo del tempo, un’installazione di tre dipinti montati su strutture circolari delle dimensioni di 3,30 metri di altezza per un diametro di 8 metri, a cura di Achille Bonito Oliva.
Al 2010 risale la prima personale in Giappone presso l’Istituto culturale italiano di Tokyo intitolata Spazi Dinamici; partecipa alla mostra organizzata a Villa Manin di Codroipo, Occhi e lune, curata da Marco Goldin.
Nel 2011 è presente al Padiglione Italia della Biennale d'Arte di Venezia e al Padiglione della Repubblica di Cuba. Nel settembre 2011 installa due dei tre cerchi de Il ciclo del tempo presso gli spazi dell'Auditorium di Roma, mentre nell’aprile 2012 realizza una personale al Museo dell’Architettura di Mosca – Muar, intitolata Le fabbriche dell’utopia.
Nel corso del 2013 si sono svolte due mostre personali, la prima alla galleria Everard Read di Johannesburg, la seconda a Berlino nell’ambito della mostra curata da Frederik Foert e Gianluca Ranzi alla Halle am Wasser @ Hamburger Banhof.
Negli ultimi venti anni le opere di Papetti hanno più volte varcato il confine italiano, o partecipando a fiere o come protagoniste di rilevanti mostre monografiche nei più importanti istituti culturali e gallerie private.
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