Omar Galliani. Da e per Raffaello
Dal 18 Settembre 2021 al 18 Novembre 2021
Città di Castello | Perugia
Luogo: Galleria delle Arti di Luigi Amadei
Indirizzo: Via Albizzini 21/A
Orari: tutti i giorni 10.30-13.00 / 16.30-19.30
Enti promotori:
- Con il patrocinio di
- Comune di Città di Castello
- Fondazione Cassa di Risparmio Città di Castello
- Rotary Club Città di Castello
- Petruzzi Editore
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 075 8558918
E-Mail info: info@galleriadellearti.net
Sito ufficiale: http://www.galleriadellearti.net
La Galleria delle Arti di Città di Castello (PG), fondata nel 1976 da Luigi Amadei, presenta, dal 18 settembre al 18 novembre 2021, la mostra personale di Omar Galliani, "Da e per Raffaello", con un testo di Italo Tomassoni.
Un confronto inedito tra due artisti poco più che ventenni: da un lato il Maestro urbinate, che in gioventù, nel 1504, lavora allo "Sposalizio della Vergine" per Lodovico Albizzini, nella cappella San Giuseppe della Chiesa di San Francesco a Città di Castello (dipinto ora conservato alla Pinacoteca di Brera); dall'altro il Maestro del disegno italiano, che negli anni dell'Accademia di Belle Arti si ispira al divin pittore, sedotto dalla "trascendenza dispotica di una bellezza inaccessibile e irraggiungibile", con particolare riferimento al "Ritratto di dama con liocorno" della Galleria Borghese.
«Galliani - scrive Italo Tomassoni - tesaurizza quell'immagine, la estrapola dal contesto e l'affida alla magia dialogante del suo disegno. Ispirato da quella perfezione e spinto da un cortocircuito istintivo, crea, a partire dal '77, una sequenza compositiva che intitola "Da e per Raffaello" in cui la bellezza apre i sentieri incrociati della seduzione e della rimozione. Quella bellezza, che esalta la distanza dal XX secolo, rivela l'energia e la fascinazione di un passato che non si è mai estinto».
«Cosa porta in dono al mondo Raffaello con la felicità delle sue Madonne, dei suoi Santi, dei suoi manti azzurri o color porpora? - si chiede Omar Galliani. Porta l'estasi della bellezza a rispecchiarsi su se stessa nel desiderio terreno di sconfiggere l'orrore, la ferita ancestrale tra Bene e Male di cui siamo vittime nel tempo. La scommessa della bellezza ha in lui inizio e epilogo. In quegli anni d'Accademia i miei disegni nel doppio contatto o nella lama dell'unicorno che ferisce un disegno cercavano una rivincita, un rilancio di quell'antica scommessa nel presente».
La Galleria delle Arti, che già nel 1983 e nel 2020 aveva promosso due progetti inediti dedicati a Raffaello, prosegue questo percorso con l'esposizione di una selezione di opere giovanili di Omar Galliani, mai presentate prima, tutte realizzate tra il 1977 e il 1983. Lavori in cui si riconosce il seme di una ricerca inconfondibile, estremamente poetica ed evocativa, che ha portato e continua a portare l'arte e la cultura italiana nel mondo.
«La passione creativa dell'artista - conclude Tomassoni - si è insediata per dare figura allo spazio saturo della modernità. Ha confrontato la realtà del presente con la storia, senza permettere che le regole della forma si lasciassero ridurre a un sistema accademico e lasciando che rappresentazioni distanti si incrociassero senza mai elidersi. Come nella sequenza di "Da e per Raffaello", l'opera di Galliani prova che ogni immagine si alimenta di una molteplicità. E dimostra anche come ogni immagine non è mai separabile da una molteplicità che è in contatto perenne con la storia».
www.omargalliani.com
Un confronto inedito tra due artisti poco più che ventenni: da un lato il Maestro urbinate, che in gioventù, nel 1504, lavora allo "Sposalizio della Vergine" per Lodovico Albizzini, nella cappella San Giuseppe della Chiesa di San Francesco a Città di Castello (dipinto ora conservato alla Pinacoteca di Brera); dall'altro il Maestro del disegno italiano, che negli anni dell'Accademia di Belle Arti si ispira al divin pittore, sedotto dalla "trascendenza dispotica di una bellezza inaccessibile e irraggiungibile", con particolare riferimento al "Ritratto di dama con liocorno" della Galleria Borghese.
«Galliani - scrive Italo Tomassoni - tesaurizza quell'immagine, la estrapola dal contesto e l'affida alla magia dialogante del suo disegno. Ispirato da quella perfezione e spinto da un cortocircuito istintivo, crea, a partire dal '77, una sequenza compositiva che intitola "Da e per Raffaello" in cui la bellezza apre i sentieri incrociati della seduzione e della rimozione. Quella bellezza, che esalta la distanza dal XX secolo, rivela l'energia e la fascinazione di un passato che non si è mai estinto».
«Cosa porta in dono al mondo Raffaello con la felicità delle sue Madonne, dei suoi Santi, dei suoi manti azzurri o color porpora? - si chiede Omar Galliani. Porta l'estasi della bellezza a rispecchiarsi su se stessa nel desiderio terreno di sconfiggere l'orrore, la ferita ancestrale tra Bene e Male di cui siamo vittime nel tempo. La scommessa della bellezza ha in lui inizio e epilogo. In quegli anni d'Accademia i miei disegni nel doppio contatto o nella lama dell'unicorno che ferisce un disegno cercavano una rivincita, un rilancio di quell'antica scommessa nel presente».
La Galleria delle Arti, che già nel 1983 e nel 2020 aveva promosso due progetti inediti dedicati a Raffaello, prosegue questo percorso con l'esposizione di una selezione di opere giovanili di Omar Galliani, mai presentate prima, tutte realizzate tra il 1977 e il 1983. Lavori in cui si riconosce il seme di una ricerca inconfondibile, estremamente poetica ed evocativa, che ha portato e continua a portare l'arte e la cultura italiana nel mondo.
«La passione creativa dell'artista - conclude Tomassoni - si è insediata per dare figura allo spazio saturo della modernità. Ha confrontato la realtà del presente con la storia, senza permettere che le regole della forma si lasciassero ridurre a un sistema accademico e lasciando che rappresentazioni distanti si incrociassero senza mai elidersi. Come nella sequenza di "Da e per Raffaello", l'opera di Galliani prova che ogni immagine si alimenta di una molteplicità. E dimostra anche come ogni immagine non è mai separabile da una molteplicità che è in contatto perenne con la storia».
www.omargalliani.com
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