Franco Fazzio. Iperrealismo ed ecologia umana: memorie per l’umanità
Dal 27 Gennaio 2023 al 10 Febbraio 2023
Pisa
Luogo: ArtinGenio Museum
Indirizzo: Via Vincenzo Gioberti 39
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.artingenioedizioni.it
Tredici opere di pittura iperrealista sul tema ecologico e sul tema della Shoah, saranno presentate all’interno dello spazio espositivo ARTinGENIO MUSEUM a Officine Garibaldi in occasione del “Giorno della Memoria”. Si parte alle 17 di venerdì 27 gennaio con la conferenza di presentazione del ciclo pittorico di Franco Fazzio, noto artista iperrealista siciliano, con un interessante approfondimento sul restauro di importanti opere d’arte di Antonello da Messina che lo ha visto protagonista e di cui ne racconterà genesi e sviluppi. Introduce il direttore di ARTinGenio Museum, Francesco Corsi. Alle 18 taglio del nastro dell’esposizione pittorica dal titolo “Iperrealismo ed ecologia umana: memorie per l’umanità” di Fazzio. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 10 febbraio (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, ingresso gratuito). L’iniziativa è stata presentata oggi, lunedì 23 gennaio, in Comune alla presenza dell’assessore alla Cultura di Pisa, Pierpaolo Magnani e del direttore di ARTinGenio Museum, Francesco Corsi.
Quale trait d’union possiamo trovare tra Shoah, ecologia e restauro? “Il nodo sta nella Memoria: la sensibilità che porta l’umanità a conservare i capolavori d’arte e nello stesso tempo a conservare la consapevolezza degli orrori da questa medesima compiuti – dice Corsi -. Il Novecento si è lasciato dietro la vergogna dell’umanità che ha dovuto subire il popolo ebraico, così come si è lasciato dietro un pianeta inquinato, trasformato da una tecnologia amministrata in modo barbaro”. “Se Dostoevskij scrisse che la bellezza salverà il mondo, allora l’arte deve intervenire, lasciando memoria delle brutture compiute, tuttavia attraverso il filtro della luce. Ed ecco il senso delle visioni disagianti della produzione umana dei rifiuti e dell’essere umano reietto di Fazzio. Rappresentare per ricordare, lasciando intravedere la speranza che l’umanità possa evolvere verso la luce stessa”, aggiunge Corsi. “La coincidenza dell’inaugurazione con il ‘Giorno della Memoria’ mi ha colto pienamente motivato e concorde col direttore per la realizzazione di un’opera che fosse dedicata a ricordo degli orrori commessi al popolo ebraico con la Shoah. L’opera presentata fa sempre ricorso ad una foto. In questo caso ritrae una ragazza adolescente deportata, già in divisa e, certamente, sottoposta alle prime torture. Ciò che mi ha colpito è il modo come si è posta di fronte alla macchina fotografica. Ella ostenta grande fierezza, orgoglio e conserva, nonostante tutto, una bellezza umana pur prevedendo una fine tragica. Nel rievocare la tragedia di una singola persona, - conclude l’artista Franco Fazzio -, ho ritenuto fondamentale far rivivere i suoi tratti e quindi il suo essere umano restituendo i colori della carne e la bellezza espressiva degli occhi. Un modo come riscattarla e darle bellezza perenne per ciò che è stato brutalmente cancellato”.
Franco Fazzio, restauratore di opere d’arte, già docente all’Università di Palermo per il Restauro dei Beni Culturali, è stato relatore sullo stato di conservazione dell’opera del Caravaggio “Il seppellimento di S. Lucia”, per incarico di Vittorio Sgarbi. Si è occupato dei restauri della Cappella Palatina e di Antonello da Messina, di cui è stato Condition Report accompagnando le opere da Palermo a New York presso il Metropolitan Museum of Art. L’assoluta padronanza tecnica della pittura, ha condotto il Prof. Fazzio a realizzare un ciclo di opere d’arte iperrealiste di fattura stupefacente.
Quale trait d’union possiamo trovare tra Shoah, ecologia e restauro? “Il nodo sta nella Memoria: la sensibilità che porta l’umanità a conservare i capolavori d’arte e nello stesso tempo a conservare la consapevolezza degli orrori da questa medesima compiuti – dice Corsi -. Il Novecento si è lasciato dietro la vergogna dell’umanità che ha dovuto subire il popolo ebraico, così come si è lasciato dietro un pianeta inquinato, trasformato da una tecnologia amministrata in modo barbaro”. “Se Dostoevskij scrisse che la bellezza salverà il mondo, allora l’arte deve intervenire, lasciando memoria delle brutture compiute, tuttavia attraverso il filtro della luce. Ed ecco il senso delle visioni disagianti della produzione umana dei rifiuti e dell’essere umano reietto di Fazzio. Rappresentare per ricordare, lasciando intravedere la speranza che l’umanità possa evolvere verso la luce stessa”, aggiunge Corsi. “La coincidenza dell’inaugurazione con il ‘Giorno della Memoria’ mi ha colto pienamente motivato e concorde col direttore per la realizzazione di un’opera che fosse dedicata a ricordo degli orrori commessi al popolo ebraico con la Shoah. L’opera presentata fa sempre ricorso ad una foto. In questo caso ritrae una ragazza adolescente deportata, già in divisa e, certamente, sottoposta alle prime torture. Ciò che mi ha colpito è il modo come si è posta di fronte alla macchina fotografica. Ella ostenta grande fierezza, orgoglio e conserva, nonostante tutto, una bellezza umana pur prevedendo una fine tragica. Nel rievocare la tragedia di una singola persona, - conclude l’artista Franco Fazzio -, ho ritenuto fondamentale far rivivere i suoi tratti e quindi il suo essere umano restituendo i colori della carne e la bellezza espressiva degli occhi. Un modo come riscattarla e darle bellezza perenne per ciò che è stato brutalmente cancellato”.
Franco Fazzio, restauratore di opere d’arte, già docente all’Università di Palermo per il Restauro dei Beni Culturali, è stato relatore sullo stato di conservazione dell’opera del Caravaggio “Il seppellimento di S. Lucia”, per incarico di Vittorio Sgarbi. Si è occupato dei restauri della Cappella Palatina e di Antonello da Messina, di cui è stato Condition Report accompagnando le opere da Palermo a New York presso il Metropolitan Museum of Art. L’assoluta padronanza tecnica della pittura, ha condotto il Prof. Fazzio a realizzare un ciclo di opere d’arte iperrealiste di fattura stupefacente.
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