’60 Pop Art Italia
![Umberto Buscioni, Particolari, 1967, olio e smalto su tela, cm 71 x 83. Archivio Buscioni – Galleria Spazio A, Pistoia I Ph. Camilla Maria Santini Umberto Buscioni, Particolari, 1967, olio e smalto su tela, cm 71 x 83. Archivio Buscioni – Galleria Spazio A, Pistoia I Ph. Camilla Maria Santini](http://www.arte.it/foto/600x450/5a/147913-03_Buscioni_Particolari-1920x1576.jpg)
Umberto Buscioni, Particolari, 1967, olio e smalto su tela, cm 71 x 83. Archivio Buscioni – Galleria Spazio A, Pistoia I Ph. Camilla Maria Santini
Dal 16 Marzo 2024 al 14 Luglio 2024
Pistoia
Luogo: Palazzo Buontalenti
Indirizzo: Via de’ Rossi 7
Curatori: Walter Guadagnini
Sito ufficiale: http://www.pistoiamusei.it
Sarà decisamente Pop il 2024 di Fondazione Pistoia Musei, la nuova realtà culturale della città toscana che rafforza il progetto del sistema museale promosso da Fondazione Caript.
A inaugurarlo sarà proprio la grande mostra ’60 Pop Art Italia, in programma a Palazzo Buontalenti dal 16 marzo al 14 luglio 2024.
In attesa dell’apertura della biglietteria online, è già possibile prenotare le visite per gruppi organizzati e guide turistiche scrivendo a edu@pistoiamusei.it.
La rassegna, curata da Walter Guadagnini, presenta 60 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia, attraverso i suoi maggiori esponenti, tra cui Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi. I prestiti provengono da istituzioni museali come il MaCro di Roma, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, il MART di Trento e Rovereto, la Collezioni Maramotti di Reggio Emilia, le Collezioni di Intesa Sanpaolo e da importanti collezioni private.
Il percorso espositivo si configura come un viaggio nei principali centri d’irradiazione italiani di questo fenomeno prettamente metropolitano, nato a Londra nel 1956 e sviluppatosi in contemporanea a New York, Los Angeles e quindi in Europa, al punto da divenire la principale espressione artistica degli anni sessanta del secolo scorso.
Un itinerario tra quelle città – come Roma, Milano, Torino, Venezia, Palermo e Pistoia – che hanno consentito, per una fortunata serie di connessioni, di creare un terreno fertile dove la cultura Pop potesse attecchire, grazie all’attività delle gallerie private, dei critici d’arte che hanno intessuto i rapporti tra l’Italia e il resto del mondo, dei collezionisti, delle riviste e delle istituzioni pubbliche che hanno saputo cogliere le novità e dare loro il giusto rilievo.
La prima sezione si focalizzerà su Roma, il principale centro artistico nazionale di quegli anni, dove nella “Scuola di Piazza del Popolo” si ritrovarono Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi e altri ancora, sostenuti da galleristi quali Plinio de Martiis e Giuseppe Liverani, o da intellettuali quali Alberto Moravia e Goffredo Parise.
Per l’occasione sarà esposto un grande quadro relativo al murale che Claudio Cintoli realizzò all’interno del Piper club a Roma, uno dei locali iconici della capitale che diede un impulso decisivo all’affermazione della musica Beat in Italia.
La mostra prosegue verso nord fermandosi a Pistoia, dove s’incontrano Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi, gli alfieri della “Scuola di Pistoia”, quindi a Milano dove, grazie a Enrico Baj, si assiste dapprima all’affermazione di una versione della Pop Art più prossima al Nouveau Réalisme francese, e in seguito, anche per l’azione della Galleria Milano e dello Studio Marconi, a un’altra d’ispirazione londinese, con autori quali Valerio Adami, Lucio Del Pezzo, Emilio Tadini.
Il viaggio tocca poi Torino, in cui le gallerie Il Punto e Sperone, in collaborazione con la galleria Sonnanbend di New York e Parigi, introducono in Italia i lavori di Andy Warhol e Roy Lichtenstein, e dove sono attivi artisti quali Michelangelo Pistoletto, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo, Anna Comba, Beppe Devalle, Piero Gallina.
In questo tour lungo la penisola, un ruolo particolare hanno pure Venezia e Palermo, alle quali saranno dedicate due sale specifiche, concentrate sull’esperienza della Biennale d’Arte del 1964 e su quella delle due mostre Revort del 1965 e del 1968. Proprio le opere del 1968, anno che segna la chiusura della stagione d'oro della Pop Art, concludono il percorso della mostra pistoiese.
Catalogo Electa.
A inaugurarlo sarà proprio la grande mostra ’60 Pop Art Italia, in programma a Palazzo Buontalenti dal 16 marzo al 14 luglio 2024.
In attesa dell’apertura della biglietteria online, è già possibile prenotare le visite per gruppi organizzati e guide turistiche scrivendo a edu@pistoiamusei.it.
La rassegna, curata da Walter Guadagnini, presenta 60 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia, attraverso i suoi maggiori esponenti, tra cui Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi. I prestiti provengono da istituzioni museali come il MaCro di Roma, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, il MART di Trento e Rovereto, la Collezioni Maramotti di Reggio Emilia, le Collezioni di Intesa Sanpaolo e da importanti collezioni private.
Il percorso espositivo si configura come un viaggio nei principali centri d’irradiazione italiani di questo fenomeno prettamente metropolitano, nato a Londra nel 1956 e sviluppatosi in contemporanea a New York, Los Angeles e quindi in Europa, al punto da divenire la principale espressione artistica degli anni sessanta del secolo scorso.
Un itinerario tra quelle città – come Roma, Milano, Torino, Venezia, Palermo e Pistoia – che hanno consentito, per una fortunata serie di connessioni, di creare un terreno fertile dove la cultura Pop potesse attecchire, grazie all’attività delle gallerie private, dei critici d’arte che hanno intessuto i rapporti tra l’Italia e il resto del mondo, dei collezionisti, delle riviste e delle istituzioni pubbliche che hanno saputo cogliere le novità e dare loro il giusto rilievo.
La prima sezione si focalizzerà su Roma, il principale centro artistico nazionale di quegli anni, dove nella “Scuola di Piazza del Popolo” si ritrovarono Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi e altri ancora, sostenuti da galleristi quali Plinio de Martiis e Giuseppe Liverani, o da intellettuali quali Alberto Moravia e Goffredo Parise.
Per l’occasione sarà esposto un grande quadro relativo al murale che Claudio Cintoli realizzò all’interno del Piper club a Roma, uno dei locali iconici della capitale che diede un impulso decisivo all’affermazione della musica Beat in Italia.
La mostra prosegue verso nord fermandosi a Pistoia, dove s’incontrano Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi, gli alfieri della “Scuola di Pistoia”, quindi a Milano dove, grazie a Enrico Baj, si assiste dapprima all’affermazione di una versione della Pop Art più prossima al Nouveau Réalisme francese, e in seguito, anche per l’azione della Galleria Milano e dello Studio Marconi, a un’altra d’ispirazione londinese, con autori quali Valerio Adami, Lucio Del Pezzo, Emilio Tadini.
Il viaggio tocca poi Torino, in cui le gallerie Il Punto e Sperone, in collaborazione con la galleria Sonnanbend di New York e Parigi, introducono in Italia i lavori di Andy Warhol e Roy Lichtenstein, e dove sono attivi artisti quali Michelangelo Pistoletto, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ugo Nespolo, Anna Comba, Beppe Devalle, Piero Gallina.
In questo tour lungo la penisola, un ruolo particolare hanno pure Venezia e Palermo, alle quali saranno dedicate due sale specifiche, concentrate sull’esperienza della Biennale d’Arte del 1964 e su quella delle due mostre Revort del 1965 e del 1968. Proprio le opere del 1968, anno che segna la chiusura della stagione d'oro della Pop Art, concludono il percorso della mostra pistoiese.
Catalogo Electa.
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