Federico Gori. Come afferare il vento
Dal 08 Maggio 2015 al 26 Luglio 2015
Pistoia
Luogo: Palazzo Fabroni
Indirizzo: via S. Andrea 18
Orari: gio-dom 10-13 e 15-18; sab 16 maggio (La notte dei musei)con apertura straordinaria anche 21-24; dal 22 al 24 maggio 10-20
Enti promotori:
- Comune di Pistoia/Palazzo Fabroni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0573 371214
E-Mail info: fabroni.artivisive@comune.pistoia.it
Sito ufficiale: http://www.cultura.pistoia.it
Inaugurerà venerdì 8 maggio p.v. alle ore 18.00 a Palazzo Fabroni la mostra "Federico Gori. Come afferare il vento".
Promossa e organizzata dal Comune di Pistoia/Palazzo Fabroni, la mostra è un’iniziativa realizzata con la collaborazione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale “Cantiere Toscana Contemporanea”.
È sponsorizzata da Publiacqua.
Curata da Marco Pierini, è pensata e progettata interamente per gli spazi che la accolgono, le sale del secondo piano di Palazzo Fabroni, che fa parte dell’Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani. Con questo intento, ogni singola opera ‘site-specific’ si lega al contesto architettonico e storico dell’edificio in maniera organica, in un equilibrio compositivo pensato ad hoc per le sale del museo, in modo che il tutto si configuri come una grande installazione, composta però al suo interno da opere differenti per natura, dimensioni e materiali.
Alla base dell'opera di Federico Gori è il suo rispetto per l'esperienza creatrice della terra: partendo da essa, dai suoi elementi primari, il farsi dell'opera non può prescindere da questo debito indicibile, dal sentimento di gratitudine e pienezza continuamente rinnovato che fonda e caratterizza la poetica dell’artista. Federico Gori torna alla terra e ai suoi principi per cogliere la forza dell'essere in prossimità della radice della vita.
Il tema della terra, e quello inscindibilmente connesso della natura del tempo, della sua moltiplicazione, delle continue e incessanti digressioni, è affrontato attraverso l’utilizzo di vari mezzi espressivi e tecnici: installazioni, opere a parete, sculture, video. Nelle sale situate nella parte nord di Palazzo Fabroni sono installate opere interamente realizzate in rame, elemento primario e naturale individuato dall’artista come simbolo della mutevolezza e del cambiamento. Sono qui disposte “Underground”, opera a parete di oltre 9 metri di larghezza, l’installazione “Come afferrare il vento”, il ciclo “Perenne” e la video-installazione “Ovunque proteggi” (composta da quattro animazioni-video in rotazione su altrettanti schermi). Nella parte sud del museo sono allestite le opere che compongono il ciclo “Corteccia”, tele di grande formato realizzate con carbone, cenere, erba e terra che dialogano con l’installazione "Senza titolo" in cemento posizionata a terra. La mostra si conclude con un ciclo di opere in terracotta dal titolo “13.12” e con la video-installazione “Quando la neve cadrà io non sarò mai stato qui”, composta di tre animazioni-video. Una parte del percorso espositivo è accompagnata dal brano strumentale "Earth (about the wind)" colonna sonora incisa per l’occasione dal gruppo musicale Werner.
Promossa e organizzata dal Comune di Pistoia/Palazzo Fabroni, la mostra è un’iniziativa realizzata con la collaborazione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale “Cantiere Toscana Contemporanea”.
È sponsorizzata da Publiacqua.
Curata da Marco Pierini, è pensata e progettata interamente per gli spazi che la accolgono, le sale del secondo piano di Palazzo Fabroni, che fa parte dell’Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani. Con questo intento, ogni singola opera ‘site-specific’ si lega al contesto architettonico e storico dell’edificio in maniera organica, in un equilibrio compositivo pensato ad hoc per le sale del museo, in modo che il tutto si configuri come una grande installazione, composta però al suo interno da opere differenti per natura, dimensioni e materiali.
Alla base dell'opera di Federico Gori è il suo rispetto per l'esperienza creatrice della terra: partendo da essa, dai suoi elementi primari, il farsi dell'opera non può prescindere da questo debito indicibile, dal sentimento di gratitudine e pienezza continuamente rinnovato che fonda e caratterizza la poetica dell’artista. Federico Gori torna alla terra e ai suoi principi per cogliere la forza dell'essere in prossimità della radice della vita.
Il tema della terra, e quello inscindibilmente connesso della natura del tempo, della sua moltiplicazione, delle continue e incessanti digressioni, è affrontato attraverso l’utilizzo di vari mezzi espressivi e tecnici: installazioni, opere a parete, sculture, video. Nelle sale situate nella parte nord di Palazzo Fabroni sono installate opere interamente realizzate in rame, elemento primario e naturale individuato dall’artista come simbolo della mutevolezza e del cambiamento. Sono qui disposte “Underground”, opera a parete di oltre 9 metri di larghezza, l’installazione “Come afferrare il vento”, il ciclo “Perenne” e la video-installazione “Ovunque proteggi” (composta da quattro animazioni-video in rotazione su altrettanti schermi). Nella parte sud del museo sono allestite le opere che compongono il ciclo “Corteccia”, tele di grande formato realizzate con carbone, cenere, erba e terra che dialogano con l’installazione "Senza titolo" in cemento posizionata a terra. La mostra si conclude con un ciclo di opere in terracotta dal titolo “13.12” e con la video-installazione “Quando la neve cadrà io non sarò mai stato qui”, composta di tre animazioni-video. Una parte del percorso espositivo è accompagnata dal brano strumentale "Earth (about the wind)" colonna sonora incisa per l’occasione dal gruppo musicale Werner.
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