Borderline. Artisti tra nomalità e follia. Da Bosch all’Art brut, da Ligabue a Basquiat
Dal 17 Febbraio 2013 al 16 Giugno 2013
Ravenna
Luogo: Mar - Museo d’Arte della città di Ravenna
Indirizzo: via di Roma 13
Orari: da martedì a venerdì 9-18; sabato e domenica 9-19; chiuso lunedì. Dal 1 aprile: da martedì a giovedì 9-18; venerdì 9-21; sabato e domenica 9-19; chiuso lunedì
Curatori: Claudio Spadoni, Giorgio Bedoni, Gabriele Mazzotta
Enti promotori:
- Regione Emilia-Romagna
- Provincia di Ravenna
Costo del biglietto: intero 9 euro, ridotto 7 euro
Telefono per informazioni: +39 0544 482017/ 482775
E-Mail info: ufficio.stampa@museocitta.ra.it
Sito ufficiale: http://www.museocitta.ra.it
L’obiettivo della mostra è di superare i confini che fino ad oggi hanno racchiuso l’Art Brut e l’”arte dei folli” in un recinto, isolandone gli esponenti da quelli che la critica (e il mercato) ha eletto artisti “ufficiali”.
Già nella cultura europea del XX secolo diversi protagonisti delle avanguardie e psichiatri innovatori guardarono in luce nuova le esperienze artistiche nate nei luoghi di cura per malati mentali. Le ricerche di quegli anni avevano avviato una revisione radicale di termini quali “arte dei folli” e “arte psicopatologica”, prendendo in esame queste produzioni sia come sorgenti stesse della creatività quanto come una modalità propria di essere nel mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale.
Ricordiamo in sintesi alcune significative tappe storiche: già nel 1912 Paul Klee, in occasione della prima mostra del movimento artistico del Blaue Reiter alla Galleria Thannhauser di Monaco aveva individuato nelle culture primitive, nei disegni infantili e in quelli dei malati mentali le fonti dell’attività creativa. Nel 1922 lo psichiatra tedesco Hans Prinzhorn pubblicò un testo dal titolo “Bildnerei der Geisteskranken (“L’attività plastica dei malati di mente”) che segnerà la fine dello sguardo positivista sulle produzioni artistiche nate negli ospedali psichiatrici. Infine, nel 1945 Jean Dubuffet conia la nozione di Art Brut avviando così una nuova epoca di ricerche in questo campo.
Oggi il termine Borderline individua una condizione critica della modernità, antropologica prima ancora che clinica e culturale. In questo senso la mostra intende esplorare gli incerti confini dell’esperienza artistica al di là di categorie stabilite nel corso del XX secolo, individuando così un’area della creatività dai confini mobili, dove trovano espressione artisti ufficiali ma anche quegli autori ritenuti “folli”, “alienati” o, detto in un linguaggio nato negli anni ’70, “outsiders”.
La mostra curata da Claudio Spadoni, direttore scientifico del museo e da Giorgio Bedoni, psichiatra, psicoterapeuta, docente presso l’Accademia di Brera, e da Gabriele Mazzotta, con il supporto della Fondazione Mazzotta di Milano sarà inaugurata il prossimo 16 febbraio per proseguire fino al 15 giugno 2013.
Dopo una ampia INTRODUZIONE INTROSPETTIVA, con opere di Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel, Francisco Goya, e Théodore Géricault, l’esposizione sarà organizzata per sezioni tematiche.
Nel DISAGIO DELLA REALTA’ verranno presentate importanti opere di protagonisti riconosciuti quali Pierre Alechinsky, Karel Appel, Jean Dubuffet, Gaston Chaissac, Madge Gill, Vojislav Jakic, Asger Jorn, Tancredi Parmeggiani, Federico Saracini, Gaston Teuscher, Willy Varlin, August Walla, Wols, Adolf Wölfli, Carlo Zinelli.
Il DISAGIO DEL CORPO comprenderà una serie di lavori dove è protagonista il corpo, che diviene l’estensione della superficie pittorica e talvolta opera stessa nelle sue più sorprendenti trasformazioni, descritte in toni ludici, poetici, talvolta violenti. In questa sezione troviamo Victor Brauner, Corneille, Jean Dubuffet, Pietro Ghizzardi, Cesare Inzerillo, André Masson, Claudio Parmiggiani, Arnulf Rainer, Eugenio Santoro, Carlo Zinelli; poi protagonisti del Wiener Aktionismus come Hermann Nitsch e Günter Brus; e infine Joaquim Vicens Gironella, Josef Hofer, Dwight Mackintosh, Oswald Tschirtner.
All’interno dei RITRATTI DELL’ANIMA ampio spazio verrà dedicato ad una sequenza di ritratti e soprattutto autoritratti, una delle forme di autoanalisi inconsapevole più frequente nei pazienti delle case di cura, con opere di Enrico Baj, Jean – Michel Basquiat, Pablo Echaurren, Sylvain Fusco, Pietro Ghizzardi, Ted Gordon, Alfred Kubin, Antonio Ligabue, Bengt Lindstrom, Mattia Moreni, Tony Oursler, Arnulf Rainer, Gino Sandri, Lorenzo Viani. Due maschere Sepik vengono inserite, quali emblematici manufatti di arte primitiva, provenienti dalle popolazioni indigene del fiume Sepik in Melanesia. Un’intera sala verrà poi dedicata ad Aloïse Corbaz, storica autrice dell’Art Brut.
La mostra proseguirà con una sezione dedicata alla scultura, la TERZA DIMENSIONE DEL MONDO con inediti di Umberto Gervasi, Giuseppe Righi e ancora opere di arte primitiva del Sepik.
Infine, nel SOGNO RIVELA LA NATURA DELLE COSE (titolo che richiama una mostra della Fondazione Mazzotta del 1989), verrà definito l’onirico come fantasma del Borderline con una selezione di dipinti di surrealisti come Salvador Dalì, Max Ernst, André Masson, Victor Brauner, oltre alla presenza di Paul Klee, grande estimatore dell’arte infantile e degli alienati, e dell’autore di Art Brut Scottie Wilson.
La mostra è possibile grazie alla collaborazione di alcuni musei e collezioni pubbliche e private tra cui ricordiamo: Collection de l’Art Brut, Losanna; Museo delle Culture, Lugano; Fondazione Antonio Mazzotta, Milano; Centro di Documentazione di Storia della Psichiatria “San Lazzaro”, Reggio Emilia; Archivio Conti, Saronno; Fondazione Culturale Carlo Zinelli, San Giovanni Lupatoto (VR); Casa Museo Pietro Ghizzardi, Boretto (RE); Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue, Parma;
Verrà pubblicato un ampio catalogo delle Edizioni Gabriele Mazzotta con la riproduzione di tutte le opere esposte, saggi di Claudio Spadoni, Giorgio Bedoni, Gabriele Mazzotta, Sarah Lombardi, Francesco Paolo Campione, ed un’ampia sezione di apparati documentari.
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