Bruno Olivi. Vivere nella pittura
Dal 28 Settembre 2019 al 29 Ottobre 2019
Rubiera | Reggio Emilia
Luogo: Complesso monumentale de L’Ospitale
Indirizzo: via Fontana 2
Orari: sabato con orario 16.00-19.00; domenica con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.00
Curatori: Carlo Mastronardi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0522 622291
E-Mail info: cultura@comune.rubiera.re.it
Sito ufficiale: http://www.comune.rubiera.re.it
Dando seguito all’ormai consolidata tradizione delle esposizioni di settembre organizzate dall’Amministrazione Comunale di Rubiera presso il Complesso monumentale de L’Ospitale (Via Fontana, 2), dal 28 settembre al 27 ottobre 2019 sarà allestita “Vivere nella pittura”, retrospettiva dedicata all’artista reggiano Bruno Olivi, curata da Carlo Mastronardi con un testo critico di Sandro Parmiggiani.
La mostra, realizzata con il contributo di Tetrapak Italia, verrà inaugurata sabato 28 settembre alle ore 17.30. Saranno presenti Emanuele Cavallaro (Sindaco del Comune di Rubiera), Rita Boni (Assessore alla Cultura del Comune di Rubiera) e Carlo Mastronardi (curatore).
L’esposizione, la prima realizzata dopo la scomparsa del pittore, avvenuta nel 2017, ripercorre l’itinerario artistico di Bruno Olivi rivelando, attraverso una concisa selezione di opere, la ricchezza e la profondità della sua ricerca.
L’Ospitale, da secoli luogo di accoglienza e di incontri, apre le sue porte a Bruno Olivi che – come si legge nel testo di Rita Boni – «ha fatto della provincia un luogo di sperimentazione artistica autentica, attingendo alla tradizione bolognese, da cui prende avvio la sua attività, per guardare alla grande pittura mondiale».
«Seguendo la varietà degli esiti del percorso dell’artista – scrive Sandro Parmiggiani – e la costanza di un’ispirazione sempre fedele alle ragioni profonde del dipingere, ci si rende conto che Olivi aveva fin dall’adolescenza deciso che quella, la pittura, era la casa in cui voleva abitare, il suo stesso destino di uomo che intendeva fare proprio, la fortezza che avrebbe presidiato fino all’ultimo dei suoi giorni […]. Bruno Olivi se ne sta con piena dignità e forza nell’universo della pittura del suo tempo; inesausta, talvolta ancora da esplorare, è la ricchezza della storia della pittura, che lui, con il suo contributo creativo e umano ha onorato, e alla quale si è consegnato e immerso per tutta la sua vita».
Il percorso espositivo comprende una trentina di dipinti selezionati da Carlo Mastronardi, anche lui pittore e amico di lunga data di Bruno Olivi. Lo stesso Mastronardi, assiduo frequentatore del suo studio, ci ricorda che Olivi «lavorava in piedi con i fogli stesi a terra; all’inizio tracciava delle sciabolate di colore per dare al lavoro un’impalcatura, poi sgocciolava vari colori e con diversi tipi di pennelli equilibrava il tutto, fino ad ottenere le opere che conosciamo».
Catalogo disponibile in mostra con prefazione di Rita Boni e Carlo Mastronardi, testo critico di Sandro Parmiggiani, apparato bio-bibliografico e riproduzione fotografica delle opere.
Bruno Olivi nasce a Reggio Emilia il 9 marzo 1926. Frequenta la Scuola d’Arte “Gaetano Chierici”, dove ha come insegnante di Figura Carlo Destri, con il quale avrà poi diverse occasioni di collaborazione, e successivamente l’Istituto d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena, dove ha modo di conoscere l’opera di Renzo Ghiozzi (“Zoren”), artista innovatore e sperimentatore. Nel 1946 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna, assieme ad altri artisti reggiani, come Marco Gerra, con il quale resterà amico per tutta la vita. Gli anni bolognesi sono fondamentali nella formazione di Olivi, grazie all’incontro con il magistero di Virgilio Guidi, di Giorgio Morandi, di Ilario Rossi, di Pompilio Mandelli, e con le variegate esperienze dell’informale, cresciuto rigoglioso grazie in particolare al contributo di idee e di sollecitazioni di Francesco Arcangeli, cui si deve la fortunata definizione di “Ultimo Naturalismo”. Olivi passa dalle nature morte ai paesaggi graffiti e alle sperimentazioni su ampie stesure di colore, lavorato con striature e macchie, prodotte dal gesto. Continua la sua ricerca nella corrente dell’informale a cui rimane per sempre fedele realizzando composizioni di assoluta libertà gestuale, ma sempre connesse a sogni e visioni interiori. Bruno Olivi muore a Reggio Emilia il 5 febbraio 2017.
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