Douglas Gordon Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish…

Courtesy l’artista e Gagosian gallery © Studio lost but found/VG Bild-Kunst, Bonn, Germany/ SIAE 2025
Dal 30 May 2025 al 23 November 2025
Roma
Luogo: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Indirizzo: Via Guido Reni 4/a
Orari: da martedì a domenica 11 – 19 la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
Sito ufficiale: http://www.maxxi.art
Un’installazione multimediale di film e video presenta tutta l’opera di Gordon, tra i più influenti protagonisti della videoarte.
Nel 1999, invitato a esporre alla Foksal Gallery di Varsavia, Douglas Gordon sceglie di presentare l’intero corpus dei suoi lavori video realizzati fino a quel momento. La mostra prende il titolo Pretty much every film and video work from about 1992 until now. To be seen on monitors, some with headphones, others run silently and all simultaneously, configurandosi come un’esplorazione del concetto di archivio: un dispositivo composito in cui opere eterogenee si connettono in un continuum visivo e concettuale.
Nasce così l’omonima installazione che da allora viene riproposta in molteplici contesti espositivi, rinnovata e ampliata, aggiungendo i lavori più recenti. Le opere di Douglas Gordon prendono vita dalla rilettura e dalla manipolazione di materiali visivi eterogenei: film celebri e dimenticati, documentari storici e scientifici, serie televisive e video amatoriali. Attraverso questi frammenti della cultura visiva contemporanea, l’artista evoca un senso profondo di straniamento, muovendosi tra ripetizione, identità e quell’inquietante familiarità che Freud definiva perturbante.
Attraverso strategie come il campionamento, la ripetizione, il rallentamento, la divisione, il rispecchiamento e la desincronizzazione, l’artista smonta le aspettative dello spettatore per poi ricomporle in una nuova dimensione, spesso ambigua e destabilizzante. Immaginazione, conoscenza e senso comune vengono così frantumati e ricollocati in un universo visivo pervaso di tensioni sottili e risonanze emotive, capace di interrogare e affascinare il pubblico a ogni latitudine.
Nasce così l’omonima installazione che da allora viene riproposta in molteplici contesti espositivi, rinnovata e ampliata, aggiungendo i lavori più recenti. Le opere di Douglas Gordon prendono vita dalla rilettura e dalla manipolazione di materiali visivi eterogenei: film celebri e dimenticati, documentari storici e scientifici, serie televisive e video amatoriali. Attraverso questi frammenti della cultura visiva contemporanea, l’artista evoca un senso profondo di straniamento, muovendosi tra ripetizione, identità e quell’inquietante familiarità che Freud definiva perturbante.
Attraverso strategie come il campionamento, la ripetizione, il rallentamento, la divisione, il rispecchiamento e la desincronizzazione, l’artista smonta le aspettative dello spettatore per poi ricomporle in una nuova dimensione, spesso ambigua e destabilizzante. Immaginazione, conoscenza e senso comune vengono così frantumati e ricollocati in un universo visivo pervaso di tensioni sottili e risonanze emotive, capace di interrogare e affascinare il pubblico a ogni latitudine.
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