Lisa Ponti. Il disegno di una mostra
![Lisa Ponti, Untitled. Matita e fotocopia su carta, 29,7 x 21 cm. <span>Courtesy Galleria Federico Vavassori Milano I Ph. Alessandro Zambianchi</span> Lisa Ponti, Untitled. Matita e fotocopia su carta, 29,7 x 21 cm. <span>Courtesy Galleria Federico Vavassori Milano I Ph. Alessandro Zambianchi</span>](http://www.arte.it/foto/600x450/5d/131335-MACRO-Museo-per-limmaginazione-preventiva-Lisa-Ponti-Il-disegno-di-una-mostra-def-1.png)
Lisa Ponti, Untitled. Matita e fotocopia su carta, 29,7 x 21 cm. Courtesy Galleria Federico Vavassori Milano I Ph. Alessandro Zambianchi
Dal 07 Luglio 2022 al 30 Ottobre 2022
Roma
Luogo: Museo MACRO
Indirizzo: Via Nizza 138
Orari: Martedì: 12.00 – 21.00 Mercoledì, giovedì e venerdì: 12.00 – 19.00 Sabato e domenica: 10.00 – 19.00. Lunedì chiuso. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Enti promotori:
- Roma Culture
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.museomacro.it
Il disegno di una mostra presenta un’ampia selezione di opere di Lisa Ponti (1922-2019), artista, editor, critica e scrittrice che ha attraversato momenti storici fondamentali del Novecento entrando in stretta relazione con artisti di diverse generazioni, da Gianfilippo Usellini a Giorgio De Chirico, da Alighiero Boetti a Luigi Ontani, da Vincenzo Agnetti a Enrico Castellani.
Lisa Ponti realizza la sua prima mostra personale a settant’anni, nel 1992, presso la galleria di Franco Toselli a Milano, sebbene il suo rapporto con il disegno nasca diversi anni prima, sviluppandosi in parallelo a quello con la scrittura.
A rappresentare la complementarietà tra questi due mezzi espressivi, il progetto espositivo sarà completato da una monografia pubblicata dalla casa editrice Humboldt Books che restituisce l’unicità della voce di Lisa Ponti.
Con la sua personalità poetica e sognante e ancora poco indagata rispetto alla fama del padre, il celebre architetto e designer Gio Ponti, Lisa Ponti è una figura femminile dai tratti non convenzionali che si aggiunge a quelle già esplorate dalla sezione ARITMICI del MACRO.
Dopo una laurea in Filosofia, Lisa Ponti collabora con il padre in diversi contesti: lo assiste nella realizzazione degli affreschi a Palazzo del Bo a Padova (1940), partecipa attivamente all’interno della redazione della rivista Stile pubblicata da Garzanti 1947, è caporedattrice di Domus (1940-1979), curando poi nello specifico le pagine dedicate all’arte fino al 1986. Negli anni Quaranta pubblica il libro di poesie Gio Ponti agli amici (1941) e il libro di favole illustrato da Ettore Calvelli L’armadio magico (1946) che raccoglie le narrazioni inventate per intrattenere i fratelli più piccoli durante la guerra.
Nelle opere in mostra, il carattere fiabesco del suo immaginario e il tratto preciso e improvviso come un lampo, riempiono fogli di un solo e unico formato: l’A4. «Dentro lo standard il minimo riduce l’immenso a distanza fra i segni», afferma l’artista.
Come apparizioni, le parole e il testo si inseriscono graficamente e ironicamente sul foglio, performando insieme al gesto veloce che delinea il profilo di personaggi cherubini, di figure fantastiche, ma anche compagne di speranze e turbolenze. Tra disegni e acquerelli, la pagina bianca è arricchita da tanti altri modi di raccontare, grazie all’uso di diversi materiali e strumenti: fogli di giornale e fotografie personali con cui produrre dei collage, evidenziatori e pennelli, cotone e ovatta, sticker che tratteggiano le forme sui fogli. Il disegno per l’artista è un luogo intimo, un momento in cui ritagliarsi uno spazio privato e di abbandono. Il formato A4 è un limite da superare attraverso un segno che comprime l’apparizione o il sogno in un istante.
La futura pubblicazione legata alla mostra, raccogliendo testi provenienti dalla sua attività di giornalista e critica d’arte oltre a una selezione di disegni, lascia emergere la capacità di lettura e dialogo che Lisa Ponti ha avuto nei confronti di un milieu di artisti, designer e architetti con profili differenti. Il suo personale itinerario nella storia della cultura del Novecento, italiana e internazionale, lascia aperta la possibilità di un convivio tra molteplici sensibilità in un linguaggio privo di formalismi accademici dettato dal suo sguardo personale sul mondo.
Lisa Ponti realizza la sua prima mostra personale a settant’anni, nel 1992, presso la galleria di Franco Toselli a Milano, sebbene il suo rapporto con il disegno nasca diversi anni prima, sviluppandosi in parallelo a quello con la scrittura.
A rappresentare la complementarietà tra questi due mezzi espressivi, il progetto espositivo sarà completato da una monografia pubblicata dalla casa editrice Humboldt Books che restituisce l’unicità della voce di Lisa Ponti.
Con la sua personalità poetica e sognante e ancora poco indagata rispetto alla fama del padre, il celebre architetto e designer Gio Ponti, Lisa Ponti è una figura femminile dai tratti non convenzionali che si aggiunge a quelle già esplorate dalla sezione ARITMICI del MACRO.
Dopo una laurea in Filosofia, Lisa Ponti collabora con il padre in diversi contesti: lo assiste nella realizzazione degli affreschi a Palazzo del Bo a Padova (1940), partecipa attivamente all’interno della redazione della rivista Stile pubblicata da Garzanti 1947, è caporedattrice di Domus (1940-1979), curando poi nello specifico le pagine dedicate all’arte fino al 1986. Negli anni Quaranta pubblica il libro di poesie Gio Ponti agli amici (1941) e il libro di favole illustrato da Ettore Calvelli L’armadio magico (1946) che raccoglie le narrazioni inventate per intrattenere i fratelli più piccoli durante la guerra.
Nelle opere in mostra, il carattere fiabesco del suo immaginario e il tratto preciso e improvviso come un lampo, riempiono fogli di un solo e unico formato: l’A4. «Dentro lo standard il minimo riduce l’immenso a distanza fra i segni», afferma l’artista.
Come apparizioni, le parole e il testo si inseriscono graficamente e ironicamente sul foglio, performando insieme al gesto veloce che delinea il profilo di personaggi cherubini, di figure fantastiche, ma anche compagne di speranze e turbolenze. Tra disegni e acquerelli, la pagina bianca è arricchita da tanti altri modi di raccontare, grazie all’uso di diversi materiali e strumenti: fogli di giornale e fotografie personali con cui produrre dei collage, evidenziatori e pennelli, cotone e ovatta, sticker che tratteggiano le forme sui fogli. Il disegno per l’artista è un luogo intimo, un momento in cui ritagliarsi uno spazio privato e di abbandono. Il formato A4 è un limite da superare attraverso un segno che comprime l’apparizione o il sogno in un istante.
La futura pubblicazione legata alla mostra, raccogliendo testi provenienti dalla sua attività di giornalista e critica d’arte oltre a una selezione di disegni, lascia emergere la capacità di lettura e dialogo che Lisa Ponti ha avuto nei confronti di un milieu di artisti, designer e architetti con profili differenti. Il suo personale itinerario nella storia della cultura del Novecento, italiana e internazionale, lascia aperta la possibilità di un convivio tra molteplici sensibilità in un linguaggio privo di formalismi accademici dettato dal suo sguardo personale sul mondo.
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