Oto Hudec. We are the garden

© Oto Hudec | Oto Hudec, Garden in Winter (We are the Garden), 2020
Dal 16 Marzo 2022 al 22 Aprile 2022
Roma
Luogo: AlbumArte
Indirizzo: Via Flaminia 122
Orari: dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00
Curatori: Lýdia Pribišová
Enti promotori:
- Con il supporto dei fondi pubblici dallo Slovak Art Council e Istituto Slovacco a Roma
Costo del biglietto: ingresso gratuito secondo norme vigenti e Super Green Pass
Telefono per informazioni: +39 06 24402941
E-Mail info: info@albumarte.org
Sito ufficiale: http://www.albumarte.org
Mercoledì 16 marzo 2022, dalle ore 18.00, AlbumArte, spazio indipendente per l’arte contemporanea, inaugurerà la mostra personale WE ARE THE GARDEN un progetto site-specific dell’artista slovacco Oto Hudec (Košice, SK, 1981) nella sua prima mostra personale in Italia. La mostra, a cura di Lýdia Pribišová, attualmente curatrice della Kunsthalle di Bratislava, sarà visitabile fino al 22 aprile 2022.
WE ARE THE GARDEN affronta il tema del cambiamento climatico, l’ecosistema e i danni dell’antopocentrismo sulla terra.
In mostra, Oto Hudec presenta un modello di vita autosufficiente (o piuttosto di sopravvivenza) in una visione distopica del futuro prossimo, dopo che le conseguenze fatali della crisi climatica, avranno colpito la vita sulla Terra. Il cuore del progetto è una replica in scala ridotta del cottage reale dell'artista nel suo giardino nella Slovacchia orientale, collegato a una serra per creare un sistema chiuso. Le piante nella serra producono ossigeno per gli abitanti della casa e forniscono anche una fonte di nutrimento, mentre l'anidride carbonica che esalano mantiene le piante in vita. Le persone nel cottage sono inestricabilmente legate al giardino nella serra, ne fanno parte. L'uno dipende dall'altro.
La mostra è costruita intorno alla storia di un uomo e una bambina che vivono in questo ambiente futuro.Racconta la loro lotta quotidiana contro le alte temperature, l'aria polverosa e irrespirabile, le tempeste di vento senza precipitazioni e le sostanze tossiche in una terra devastata dall'attività umana. La storia descrive anche come tutto è cominciato: i cambiamenti all'inizio erano impercettibili, quasi inavvertiti; gli insetti scomparvero gradualmente dal paesaggio, il tempo cambiò più rapidamente, le estati divennero insopportabilmente calde, gli inverni sorprendentemente freddi, le inondazioni e gli incendi furono più frequenti. Con il tempo, la terra si trasformò in una terra desolata e inospitale. Un video animato mostra la vita quotidiana dei due protagonisti della storia - probabilmente gli unici sopravvissuti - mentre si muovono attraverso l'arido paesaggio in tute protettive. Fortunatamente, il vero cottage nel giardino dell'artista a Košice non è un sistema chiuso, ma un luogo di vita usato da una comunità di amici come giardino e spazio espositivo spontaneo, con piani futuri per ospitare residenze di artisti. I disegni, i dipinti di oggetti e vari oggetti naturali che documentano la vita del duo fittizio all'interno del cottage, collegano la realtà vissuta con la finzione, i cui confini si confondono in uno sguardo più profondo.
Il progetto è stato realizzato grazie al supporto dei fondi pubblici dallo Slovak Art Council e l’Istituto Slovacco a Roma. In collaborazione con la realtà indipendente PILOT di Bratislava.
Oto Hudec (1981) artista e attivista vive e lavora a Košice, Slovacchia. I suoi progetti usano spesso storie e visioni utopiche per esplorare il cambiamento climatico, la globalizzazione, la migrazione e la vita delle comunità minoritarie.
Selezione mostre PERSONALI: 2019: “We Are All Carbon,” Gandy Gallery, Bratislava, Slovakia, 2017; “House of Isabel,” Gallery OFF Format, Brno, Czech Republic; “Archipelago,” Kunsthalle Bratislava, Slovakia; “Prague Day after the Air Raid,” Artwall Gallery Prague, Czech Republic; “The Man Who Travels with Bees,” Gandy gallery, Bratislava, Slovakia; 2014: “Nor Tortoise Shell nor Blades of Grass,” MMCA Chang Dong National Art Studio, Seoul, South Korea; 2013: “Nomadia,” Mutuo Espaco de Arte, Barcelona, Spain; “Tales from the Other Seas,” Espaço Gesto, Porto, Portugal; 2011: “Traffic Jam,” Miscelanea space, Barcelona, Spain.
Selezione mostre COLLETTIVE: 2021: “Slow Life”, Ludwig Museum Budapest, Hungary; Madler-Passage Leipzig, Germany; “Potential Agrarianisms”, Kunsthalle Bratislava, Slovakia; 2020, “Slow Life, Radical Practices of the Everyday”, Museum Ludwig, Budapest, Hungary and Museum Ludwig, Koblenz, Germany; 2019, “Suoja Shelter Festival”, Space for Free Arts, Helsinki, Finland; “Face to Face”, Musée de l´Homme, Paris, France, 2018, “Welcome to the Jungle”, Kunsthalle Duesseldorf, Germany; 2017: “Nadikhuno Muzeumos,” tranzit.sk, Bratislava, Slovakia’ “Stop Over,” Freiraum 21, Museums Quartier, Vienna, Austria; “Fear of the Unknown,” Galerie NTK, Pragu, Czech Republic; “Museum On/Off, Centre Pompidou, Paris, France; “Rien ne va plus? Faites vos jeux!,” De Appel, Amsterdam, Netherlands; “Fear from the Unknown,” Kunsthalle Bratislava, Slovakia; 2015: “Walking without Footprints,” tranzit.sk, Bratislava, Slovakia; “Reinterpretácia skutočnosti,” Slovak National Gallery, Bratislava, Slovakia; “ Other Forms of Relations,” MMCA Chang Dong National Art Studio, Seoul, South Korea; 2011: Voices from the Center,” threewalls gallery, Chicago, USA.
L’artista è rappresentato da Gandy Gallery, Bratislava.
WE ARE THE GARDEN affronta il tema del cambiamento climatico, l’ecosistema e i danni dell’antopocentrismo sulla terra.
In mostra, Oto Hudec presenta un modello di vita autosufficiente (o piuttosto di sopravvivenza) in una visione distopica del futuro prossimo, dopo che le conseguenze fatali della crisi climatica, avranno colpito la vita sulla Terra. Il cuore del progetto è una replica in scala ridotta del cottage reale dell'artista nel suo giardino nella Slovacchia orientale, collegato a una serra per creare un sistema chiuso. Le piante nella serra producono ossigeno per gli abitanti della casa e forniscono anche una fonte di nutrimento, mentre l'anidride carbonica che esalano mantiene le piante in vita. Le persone nel cottage sono inestricabilmente legate al giardino nella serra, ne fanno parte. L'uno dipende dall'altro.
La mostra è costruita intorno alla storia di un uomo e una bambina che vivono in questo ambiente futuro.Racconta la loro lotta quotidiana contro le alte temperature, l'aria polverosa e irrespirabile, le tempeste di vento senza precipitazioni e le sostanze tossiche in una terra devastata dall'attività umana. La storia descrive anche come tutto è cominciato: i cambiamenti all'inizio erano impercettibili, quasi inavvertiti; gli insetti scomparvero gradualmente dal paesaggio, il tempo cambiò più rapidamente, le estati divennero insopportabilmente calde, gli inverni sorprendentemente freddi, le inondazioni e gli incendi furono più frequenti. Con il tempo, la terra si trasformò in una terra desolata e inospitale. Un video animato mostra la vita quotidiana dei due protagonisti della storia - probabilmente gli unici sopravvissuti - mentre si muovono attraverso l'arido paesaggio in tute protettive. Fortunatamente, il vero cottage nel giardino dell'artista a Košice non è un sistema chiuso, ma un luogo di vita usato da una comunità di amici come giardino e spazio espositivo spontaneo, con piani futuri per ospitare residenze di artisti. I disegni, i dipinti di oggetti e vari oggetti naturali che documentano la vita del duo fittizio all'interno del cottage, collegano la realtà vissuta con la finzione, i cui confini si confondono in uno sguardo più profondo.
Il progetto è stato realizzato grazie al supporto dei fondi pubblici dallo Slovak Art Council e l’Istituto Slovacco a Roma. In collaborazione con la realtà indipendente PILOT di Bratislava.
Oto Hudec (1981) artista e attivista vive e lavora a Košice, Slovacchia. I suoi progetti usano spesso storie e visioni utopiche per esplorare il cambiamento climatico, la globalizzazione, la migrazione e la vita delle comunità minoritarie.
Selezione mostre PERSONALI: 2019: “We Are All Carbon,” Gandy Gallery, Bratislava, Slovakia, 2017; “House of Isabel,” Gallery OFF Format, Brno, Czech Republic; “Archipelago,” Kunsthalle Bratislava, Slovakia; “Prague Day after the Air Raid,” Artwall Gallery Prague, Czech Republic; “The Man Who Travels with Bees,” Gandy gallery, Bratislava, Slovakia; 2014: “Nor Tortoise Shell nor Blades of Grass,” MMCA Chang Dong National Art Studio, Seoul, South Korea; 2013: “Nomadia,” Mutuo Espaco de Arte, Barcelona, Spain; “Tales from the Other Seas,” Espaço Gesto, Porto, Portugal; 2011: “Traffic Jam,” Miscelanea space, Barcelona, Spain.
Selezione mostre COLLETTIVE: 2021: “Slow Life”, Ludwig Museum Budapest, Hungary; Madler-Passage Leipzig, Germany; “Potential Agrarianisms”, Kunsthalle Bratislava, Slovakia; 2020, “Slow Life, Radical Practices of the Everyday”, Museum Ludwig, Budapest, Hungary and Museum Ludwig, Koblenz, Germany; 2019, “Suoja Shelter Festival”, Space for Free Arts, Helsinki, Finland; “Face to Face”, Musée de l´Homme, Paris, France, 2018, “Welcome to the Jungle”, Kunsthalle Duesseldorf, Germany; 2017: “Nadikhuno Muzeumos,” tranzit.sk, Bratislava, Slovakia’ “Stop Over,” Freiraum 21, Museums Quartier, Vienna, Austria; “Fear of the Unknown,” Galerie NTK, Pragu, Czech Republic; “Museum On/Off, Centre Pompidou, Paris, France; “Rien ne va plus? Faites vos jeux!,” De Appel, Amsterdam, Netherlands; “Fear from the Unknown,” Kunsthalle Bratislava, Slovakia; 2015: “Walking without Footprints,” tranzit.sk, Bratislava, Slovakia; “Reinterpretácia skutočnosti,” Slovak National Gallery, Bratislava, Slovakia; “ Other Forms of Relations,” MMCA Chang Dong National Art Studio, Seoul, South Korea; 2011: Voices from the Center,” threewalls gallery, Chicago, USA.
L’artista è rappresentato da Gandy Gallery, Bratislava.
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