Angelo Malinverni. I fiori, la Grande Guerra, gli Alpini

Opera di Angelo Malinverni

 

Dal 15 Settembre 2018 al 24 Ottobre 2018

Torino

Luogo: Biblioteca Nazionale Universitaria

Indirizzo: piazza Carlo Alberto 3

Orari: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 14

Curatori: Angelo Mistrangelo

Enti promotori:

  • Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Costo del biglietto: ingresso gratuito



Verrà inaugurata sabato 15 settembre, alle 17, presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, in piazza Carlo Alberto 3, la mostra «Angelo Malinverni – I fiori, la Grande Guerra, gli Alpini», curata da Angelo Mistrangelo e realizzata con la collaborazione della galleria Berman e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
 
Nel centenario della fine della Grande Guerra, la Biblioteca Nazionale celebra questo artista, scrittore, medico e alpino con una rassegna di oltre un centinaio di opere, in cui Malinverni registra le emozioni del fluire dei mesi, delle luci, dei colori di una natura ritrovata, rivisitata, reinterpretata, in rappresentazioni che trovano riscontri all'interno della tradizione pittorica di scuola piemontese di fine Ottocento e dei primi anni del Novecento. Di volta in volta, Malinverni traduce la visione del vero in una raffigurazione dalle cadenze delicate, interiorizzate. Ogni colore, ogni linea, ogni impressione diviene testimonianza di una ricerca che lo ha accompagnato per tutta la vita. L’ampio salone della Biblioteca accoglie l’autore di numerose tavolette rese con un segno che fissa un «Altipiano» e delle betulle, un «Lago montano» e «Il pittore Cavalleri», del 1919, che dipinge davanti allo scenario spettacolare della natura, delle montagne e della luce che illumina alberi e arbusti. Dai «camminamenti» e trincee della prima guerra mondiale a un mazzo di «Rose bianche», si dispiegano le immagini di Malinverni, i ricordi che affiorano alle prime luci dell’alba, gli interni raccolti e arricchiti dalle nature morte o dai mazzi di fiori in un vaso. La retrospettiva permette di entrare in sintonia con una serie di quadri che rivelano la delicatezza delle «Rose avvizzite e mele» o del ritratto di «Maria Rosa» del 1940, in un susseguirsi di paesaggi montani, marine, nature morte, fiori.
 
Contemporaneamente all'inaugurazione sarà disponibile la ristampa, a 80 anni dalla prima edizione, del libro O luna, O luna, tu me lo dicevi... di Angelo Malinverni, un capolavoro della memorialistica del primo conflitto mondiale. In questo appassionato diario di guerra in prima linea con gli alpini, l’autore racconta episodi della Grande Guerra filtrati da uno spirito poetico con un linguaggio personalissimo e disinvolto. Come asserisce il giornalista Marco Balbi, con questo libro Angelo Malinverni ci ha consegnato una delle testimonianze più sincere, originali e commoventi della letteratura di guerra alpina.
 
Nel catalogo trilingue (italiano, francese e inglese) della mostra, edito come il libro O luna, O luna, tu me lo dicevi...dalla casa editrice torinese AdArte, sono inclusi testi del curatore, di Carla Bertone e di Gianni Oliva.
 
La mostra, con ingresso gratuito, è aperta al pubblico fino al 24 ottobre secondo gli orari della Biblioteca Nazionale: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 14.

Angelo Malinverni nasce il 14 febbraio1877 a Torino. L’esperienza della prima guerra mondiale segna una tappa decisiva nella sua vita: si arruola come volontario nel 1915, rifiuta la possibilità di essere assegnato a un ospedale da campo e svolge la sua professione in trincea con gli alpini del Battaglione Ivrea del IV Reggimento. Ferito allo Sleme, durante la degenza realizza numerosi disegni e schizzi con i soldati, le trincee, i reticolati. Grazie alla sua abilità grafica gli viene assegnato il compito di rilevare le posizioni nemiche. Gli viene conferita la Medaglia d’Argento al valore militare per un’azione del dicembre del 1915 sul Mrzli. Rientrato nella vita civile, tralasciando la professione medica anche a causa dell’infermità contratta in guerra, si dedica completamente alla pittura. All’attività di pittore affianca anche quella di scrittore. Muore a Torino nel suo studio il 1°giugno del 1947.

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