Madama Cucchi. Un'installazione per la Veranda juvarriana

Enzo Cucchi, Testa dura, olio su tela
Dal 05 Novembre 2015 al 01 Febbraio 2016
Torino
Luogo: Palazzo Madama
Indirizzo: piazza Castello
Orari: lunedì 10-18; martedì chiuso; da mercoledì a sabato 10-18; domenica 10-19
Costo del biglietto: intero € 12, ridotto € 10. Il primo mercoledì del mese, non festivo, l'ingresso è gratuito
Telefono per informazioni: +39 011 4433501
E-Mail info: palazzomadama@fondazionetorinomusei.it
Sito ufficiale: http://www.palazzomadamatorino.it
Dopo la mostra a Rivoli nel 1993, è la magnificenza dell'architettura di Filippo Juvarra a fare da sfondo alla creazione di Enzo Cucchi.
Dal prossimo 5 novembre la Veranda Sud di Palazzo Madama ospita l'intervento del grande artista contemporaneo, fatto di tre opere pittoriche e una scultura, nuova testimonianza della ricerca del dialogo tra antico e contemporaneo che da sempre contraddistingue il lavoro di Cucchi.
Affacciata sulla piazza e sullo Scalone, la Veranda, antica “Camera degli Specchi” di Madama Reale, accoglie tre dipinti raffiguranti un volto.
Per ognuno, un titolo che rivela il legame profondo di Cucchi con la poesia, ed è parte esso stesso dell'opera.
Per ora… basta: una preghiera, un’invocazione affidata al viso e alla forza delle mani intrecciate del pleurant;
Sì… siamo in Italia: un Giano bifronte (o una Trinità scesa dagli antichi affreschi medievali) che osserva il visitatore e al tempo stesso ne distoglie lo sguardo lasciando in eredità una valle di lacrime.
Testa dura: profilo di derivazione giottesca, puro volume come il freddo diamante.
Drone Dario: la scultura in legno di tiglio, il preferito dagli artisti del Rinascimento tedesco, è stata pensata per essere sospesa al centro della sala, come l’uovo di Piero della Francesca, a simboleggiare la continuità dell’uomo con l’arte. Le guglie aguzze che coronano la scultura sono gli apici di un flusso continuo di volumi in cui una cattedrale gotica lascia il posto alle cupole di un edificio rinascimentale e ai ciuffi di una palma. Nel fluire della composizione trovano posto due sole figure umane, in una distorsione in cui i corpi perdono i propri confini per fondersi.
La Veranda juvarriana, con le sue alte vetrate trasparenti e il soffitto settecentesco, diventa il palcoscenico della riflessione di Enzo Cucchi sulla scultura: “Io posso pensare a una scultura come a un’ombra; mi piace l’idea che una scultura possa fare un’ombra su un luogo incredibile: mare, su qualcosa che invece di solito le sculture classiche non riescono ad arrivare; oppure una cosa che mi piaceva, anche in questo senso questa scultura e vedi anche il cielo”.
Per Enrica Pagella, direttore di Palazzo Madama, “Madama Cucchi, come l’opera d’arte di ogni tempo e di ogni museo, ci conduce dentro la sfera rimossa della relazione tra l’uomo e il mondo, la illumina e la costruisce attraverso percorsi che fluttuano tra esperienza e memoria, tra sentire e agire, dove nulla è stabile e definitivo, «attimi, miracoli – dice Cucchi – una sola volta e nell’unico luogo dove avviene la trasformazione»”.
A concludere l’esposizione un catalogo semplice e ricercato al tempo stesso, pubblicato da Nero, in cui architettura, disegno e pittura dialogano e sfidano l’intelletto di chi guarda.
Il progetto Madama Cucchi è stato possibile grazie al sostegno di Emilio Mazzoli.
Dal prossimo 5 novembre la Veranda Sud di Palazzo Madama ospita l'intervento del grande artista contemporaneo, fatto di tre opere pittoriche e una scultura, nuova testimonianza della ricerca del dialogo tra antico e contemporaneo che da sempre contraddistingue il lavoro di Cucchi.
Affacciata sulla piazza e sullo Scalone, la Veranda, antica “Camera degli Specchi” di Madama Reale, accoglie tre dipinti raffiguranti un volto.
Per ognuno, un titolo che rivela il legame profondo di Cucchi con la poesia, ed è parte esso stesso dell'opera.
Per ora… basta: una preghiera, un’invocazione affidata al viso e alla forza delle mani intrecciate del pleurant;
Sì… siamo in Italia: un Giano bifronte (o una Trinità scesa dagli antichi affreschi medievali) che osserva il visitatore e al tempo stesso ne distoglie lo sguardo lasciando in eredità una valle di lacrime.
Testa dura: profilo di derivazione giottesca, puro volume come il freddo diamante.
Drone Dario: la scultura in legno di tiglio, il preferito dagli artisti del Rinascimento tedesco, è stata pensata per essere sospesa al centro della sala, come l’uovo di Piero della Francesca, a simboleggiare la continuità dell’uomo con l’arte. Le guglie aguzze che coronano la scultura sono gli apici di un flusso continuo di volumi in cui una cattedrale gotica lascia il posto alle cupole di un edificio rinascimentale e ai ciuffi di una palma. Nel fluire della composizione trovano posto due sole figure umane, in una distorsione in cui i corpi perdono i propri confini per fondersi.
La Veranda juvarriana, con le sue alte vetrate trasparenti e il soffitto settecentesco, diventa il palcoscenico della riflessione di Enzo Cucchi sulla scultura: “Io posso pensare a una scultura come a un’ombra; mi piace l’idea che una scultura possa fare un’ombra su un luogo incredibile: mare, su qualcosa che invece di solito le sculture classiche non riescono ad arrivare; oppure una cosa che mi piaceva, anche in questo senso questa scultura e vedi anche il cielo”.
Per Enrica Pagella, direttore di Palazzo Madama, “Madama Cucchi, come l’opera d’arte di ogni tempo e di ogni museo, ci conduce dentro la sfera rimossa della relazione tra l’uomo e il mondo, la illumina e la costruisce attraverso percorsi che fluttuano tra esperienza e memoria, tra sentire e agire, dove nulla è stabile e definitivo, «attimi, miracoli – dice Cucchi – una sola volta e nell’unico luogo dove avviene la trasformazione»”.
A concludere l’esposizione un catalogo semplice e ricercato al tempo stesso, pubblicato da Nero, in cui architettura, disegno e pittura dialogano e sfidano l’intelletto di chi guarda.
Il progetto Madama Cucchi è stato possibile grazie al sostegno di Emilio Mazzoli.
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