William Xerra. Via Crucis/1999

William Xerra, Aiutato dal Cireneo. Via Crucis/1999, Chiesa di S. Antonio, Gallarate (VA)
Dal 06 Aprile 2014 al 31 Maggio 2014
Gallarate | Varese
Luogo: Chiesa di S. Antonio
Indirizzo: piazza Ponti
Orari: da martedì a venerdì 15.30-19.30; sabato e domenica 10-12 / 15.30-19.30 e su appuntamento
Curatori: Museo della Basilica Santa Maria Assunta, Studenti della 3a A Turismo ISIS Gadda Rosselli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0331 773836
E-Mail info: info@officinacontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.officinacontemporanea.it/
Dal 6 aprile al 31 maggio 2014, la Chiesa di S. Antonio a Gallarate (VA) ospita la mostra William Xerra. Via Crucis/1999.
L’esposizione, organizzata dal Museo della Basilica Santa Maria Assunta, con il supporto degli studenti della 3a A Turismo ISIS Gadda Rosselli di Gallarate, è uno degli eventi di OFFICINA CONTEMPORANEA [OC] - Sistema Culturale Urbano, il progetto sostenuto da Fondazione Cariplo ed elaborato da undici istituzioni attive nella città di Gallarate che, fino al 2016, proporrà una serie di iniziative culturali.
Il percorso presenta quattordici tele di William Xerra, dedicate alla Passione di Gesù, capaci di collegare tra di loro tradizione e modernità, attraverso iconografie sacre e il tipico linguaggio espressivo dell’artista piacentino che si è sempre interrogato sull’attualità del sacro.
La Via Crucis, opera complessa e importante all’interno del percorso creativo di William Xerra, rivisita da molti punti di vista il rito cattolico della Via della Croce o del Dolore.
Nel 1998, Xerra acquista una via crucis completa del Settecento, riferibile alla pittura di autore ignoto di area piemontese. La sua iconografia, ricca e vivace, quasi popolare ha incoraggiato l’artista a intraprendere una via narrativa molto stratificata nel proporre la sua personale esegesi dell’opera.
Dopo circa un anno di meditazione infatti, William Xerra completa il ciclo aggiungendo, accanto ad ognuna delle tele, un suo intervento. Tra gli aspetti più significativi del lavoro di interpretazione, vi è l’idea di porre in relazione il percorso di Cristo con quello del mondo dell’arte e con quello personale.
Xerra lavora come un regista che, stazione dopo stazione, fa scorrere sulla trama della pellicola, un ricco intreccio di riferimenti.
William Xerra, nato a Firenze nel 1937, vive e lavora a Ziano Piacentino. Tutta la sua opera è rivolta tra il segno poetico e quello pittorico, anche quando negli anni Settanta, tra happening, performance e video, concepisce una serie di opere strettamente “concettuali”. Sarà poi il frammento in grado di significare i percorsi e le memorie dell’esperienza quotidiana. Lo stile dell’artista evidenzia i limiti provvisori entro i quali è realizzata l’opera. Degli inizi degli anni Settanta sono: la “verifica del miracolo” con Pierre Restany, le “buste riflettenti”, i “libri-oggetto”, l’intervento su “lapidi dismesse”, i “poemi flipper”, con il poeta Corrado Costa. Quando agli inizi degli anni Ottanta Xerra ripensa alla pittura tutte queste esperienze tornano nel quadro, inteso come luogo di raccolta incessante di azioni, citazioni, appunti. Filiberto Menna lo conferma, nel 1987, uno dei Maestri italiani della pittura-scrittura-pittura. Il VIVE del 1972 accompagnerà l’opera dell’artista in tutto il suo percorso. Nel 2002 presenta alla Fondazione Mudima, Milano, il manifesto IO MENTO, letto da Pierre Restany.
L’esposizione, organizzata dal Museo della Basilica Santa Maria Assunta, con il supporto degli studenti della 3a A Turismo ISIS Gadda Rosselli di Gallarate, è uno degli eventi di OFFICINA CONTEMPORANEA [OC] - Sistema Culturale Urbano, il progetto sostenuto da Fondazione Cariplo ed elaborato da undici istituzioni attive nella città di Gallarate che, fino al 2016, proporrà una serie di iniziative culturali.
Il percorso presenta quattordici tele di William Xerra, dedicate alla Passione di Gesù, capaci di collegare tra di loro tradizione e modernità, attraverso iconografie sacre e il tipico linguaggio espressivo dell’artista piacentino che si è sempre interrogato sull’attualità del sacro.
La Via Crucis, opera complessa e importante all’interno del percorso creativo di William Xerra, rivisita da molti punti di vista il rito cattolico della Via della Croce o del Dolore.
Nel 1998, Xerra acquista una via crucis completa del Settecento, riferibile alla pittura di autore ignoto di area piemontese. La sua iconografia, ricca e vivace, quasi popolare ha incoraggiato l’artista a intraprendere una via narrativa molto stratificata nel proporre la sua personale esegesi dell’opera.
Dopo circa un anno di meditazione infatti, William Xerra completa il ciclo aggiungendo, accanto ad ognuna delle tele, un suo intervento. Tra gli aspetti più significativi del lavoro di interpretazione, vi è l’idea di porre in relazione il percorso di Cristo con quello del mondo dell’arte e con quello personale.
Xerra lavora come un regista che, stazione dopo stazione, fa scorrere sulla trama della pellicola, un ricco intreccio di riferimenti.
William Xerra, nato a Firenze nel 1937, vive e lavora a Ziano Piacentino. Tutta la sua opera è rivolta tra il segno poetico e quello pittorico, anche quando negli anni Settanta, tra happening, performance e video, concepisce una serie di opere strettamente “concettuali”. Sarà poi il frammento in grado di significare i percorsi e le memorie dell’esperienza quotidiana. Lo stile dell’artista evidenzia i limiti provvisori entro i quali è realizzata l’opera. Degli inizi degli anni Settanta sono: la “verifica del miracolo” con Pierre Restany, le “buste riflettenti”, i “libri-oggetto”, l’intervento su “lapidi dismesse”, i “poemi flipper”, con il poeta Corrado Costa. Quando agli inizi degli anni Ottanta Xerra ripensa alla pittura tutte queste esperienze tornano nel quadro, inteso come luogo di raccolta incessante di azioni, citazioni, appunti. Filiberto Menna lo conferma, nel 1987, uno dei Maestri italiani della pittura-scrittura-pittura. Il VIVE del 1972 accompagnerà l’opera dell’artista in tutto il suo percorso. Nel 2002 presenta alla Fondazione Mudima, Milano, il manifesto IO MENTO, letto da Pierre Restany.
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