Shezad Dawood. Leviathan

© Shezad Dawood / Season Two Ltd | Shezad Dawood, Leviathan, production stills 2016

 

Dal 07 Maggio 2017 al 24 Settembre 2017

Venezia

Luogo: Palazzina Canonica / Fabbrica Fortuny

Indirizzo: Riva dei Sette Martiri 1364

Curatori: Alfredo Cramerotti

Enti promotori:

  • Fondazione Querini Stampalia
  • Istituto di Scienze Marine (CNR-ISMAR)
  • Fortuny

Sito ufficiale: http://www.leviathan-cycle.com



Venezia, 7 maggio 2017 – Inaugura oggi a Venezia Leviathan, personale di Shezad Dawood che presenta una nuova importante serie di lavori e si articola in due sedi, la Palazzina Canonica, lungo la Riva dei Sette Martiri, nei pressi dei Giardini della Biennale, e l’antica sede della fabbrica Fortuny, alla Giudecca.

La mostra coincide con il lancio del nuovo film in dieci episodi ideato e diretto dall’artista, da cui prende il nome l’intero progetto. Le puntate di Leviathan saranno svelate nell’arco dei prossimi tre anni, a partire dai primi due episodi, presentati in anteprima a Venezia.

Le proiezioni sono ospitate insieme a una nuova serie di opere su tessuto e sculture negli spazi della Palazzina Canonica, sede originaria dell’Istituto di Scienze Marine di Venezia, riaperta al pubblico per la prima volta dagli anni ‘70.

Il percorso espositivo prosegue con un intervento site-specific presso la fabbrica Fortuny, sull’isola della Giudecca.

La mostra, a cura di Alfredo Cramerotti, si sviluppa con il supporto istituzionale della Fondazione Querini Stampalia e in stretta collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine (CNR-ISMAR) e Fortuny. Dopo Venezia, il progetto vedrà diverse tappe nel Regno Unito e altre sedi internazionali, fino alla presentazione finale di tutti i dieci episodi nel 2020.

Leviathan è ambientato in un futuro immaginario, i cui abitanti sono i sopravvissuti a un cataclisma solare. Ogni episodio è raccontato dal punto di vista di uno dei personaggi, seguiti nel loro vagare tra Europa, Asia e Nord Africa, e nell’incontro con diverse comunità dal carattere idiosincratico. 
Dawood ha lavorato a stretto contatto con il Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, Università degli Studi di Milano), istituto incaricato del riconoscimento degli effetti personali persi dai migranti nel viaggio verso Lampedusa, per contribuire all’identificazione dei dispersi da parte dei familiari. Proprio alcuni degli oggetti dell’archivio del Labanof sono raffigurati nei nuovi dipinti su tessuto di Dawood.

Leviathan si sviluppa inoltre sotto forma di narrazione scritta, pubblicata anche in questo caso per episodi sul sito web del progetto.

I primi due episodi sono disponibili online all’indirizzo www.leviathan-cycle.com.

Shezad Dawood afferma:
“Questo progetto era già avviato prima che la questione climatica uscisse dai riflettori e venisse messa ai margini. La questione chiave rimane quella di rendere più accessibile la conoscenza dei rischi del futuro che ci aspetta. Spero che
il percorso collaborativo che prende inizio a Venezia, arricchito da tutti coloro che hanno generosamente apportato il loro tempo e la loro esperienza, possa dare un contributo in questa direzione”. 
Tra le location scelte dall’artista per le riprese si trovano la piattaforma oceanografica dell’Istituto di Scienze Marine, nel mare Adriatico, il Museo di Storia Naturale di Londra e un’isola abbandonata nella Laguna di Venezia.

Nel corso della preparazione del film Dawood ha scelto di confrontarsi con biologi marini, oceanografi, scienziati politici, neurologi e studiosi dei disturbi post-traumatici, per indagare con il loro aiuto alcune delle questioni più critiche del nostro presente e le loro interconnessioni. Adottando un approccio globale e collettivo, Leviathan è una riflessione sulle possibili conseguenze della mancata consapevolezza dei rischi umanitari e climatici del nostro tempo, visti dall’artista come i due volti della stessa patologia della vita sulla Terra.

I primi due episodi sono proiettati su due diversi schermi allestiti presso la Palazzina Canonica, insieme all’installazione di una serie di dipinti su tessuto e di una scultura di grandi dimensioni. I lavori su tessuto sono stati realizzati in dialogo con l’eccellenza artigianale di Fortuny, utilizzando alcuni dei suoi preziosi manufatti tessili. I dipinti sono allestiti sia lungo la libreria della Palazzina Canonica che nello showroom della fabbrica Fortuny alla Giudecca, nata nel 1919 e oggi ancora attiva.

L’artista ha inoltre realizzato un grande neon, intitolato Island Pattern, pensato per la fabbrica Fortuny e installato sulla facciata esterna dell’edificio, in modo da creare un sottile dialogo con le opere esposte all’interno. L’installazione, visibile dalla sponda opposta del canale, oltre a riflettere il disegno di uno specifico motivo Fortuny, richiama anche
il movimento delle onde che si formano nella Laguna, indicatrici del cambiamento climatico e dell’innalzamento del livello del mare. 

Il curatore Alfredo Cramerotti afferma: “La ricerca di Shezad Dawood sta assumendo un carattere sempre più rilevante e aderente al nostro tempo, dentro e fuori il mondo dell’arte. Piuttosto che concentrarsi sul “che cosa”, indaga il “perché”, e il “come”, possiamo scendere a patti con la nostra attuale condizione.”

Tania Doropoulos, direttore artistico del progetto e responsabile delle mostre presso Timothy Taylor, afferma: “Siamo orgogliosi di poter sostenere un progetto così ambizioso e un artista che con il suo lavoro non solo affronta questioni connesse ad emergenze globali prioritarie, ma si relaziona in maniera profonda con la peculiarità della storia della città di Venezia.”

La mostra è accompagnata da un Programma di eventi che riunisce i diversi esperti e specialisti coinvolti nel progetto in una serie di conversazioni informali, dando vita a una “agorà” filosofica, come nell’Antica Grecia. La documentazione degli incontri sarà disponibile anche in forma digitale sulla piattaforma web del progetto, creando un archivio aperto a scienziati, ricercatori, studenti  e al più ampio pubblico. Sarà inoltre presentato uno speciale palinsesto di proiezioni di film, curato da Shezad Dawood in collaborazione con la piattaforma di streaming MUBI. Le proiezioni, aperte gratuitamente al pubblico, si svolgeranno all’interno della Palazzina Canonica nel corso della durata della mostra.

Il terzo episodio del film sarà presentato nel mese di settembre, momento in cui entrerà a far parte della mostra. Gli episodi successivi saranno commissionati e presentati in partnership con una serie di sedi internazionali, fino ad arrivare alla presentazione dell’intera serie nel 2020.

Il progetto è sviluppato grazie al supporto di Timothy Taylor, Outset Contemporary Art Fund, Galerie Gabriel Rolt, CREAM - University Westminster, University of Salford Art Collection con il contributo di The Contemporary Art Society, e di un gruppo di sostenitori privati. 
Palazzina Canonica
Riva dei Sette Martiri, 1364 Vaporetto Giardini
Martedì–Sabato, ore 10:00 – 18:00

Fortuny
Giudecca, 805, 30133
Vaporetto Giudecca Palanca
Lunedi–Venerdì, ore 10:00–13:00, 14:00–18:00 

Opening su invito: mercoledì 10 maggio 2017, ore 16–20 Public Programme: da mercoledì 10 maggio a domenica 14 maggio 2017  

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