Arte Contemporanea a Villa Pisani. Nicola Carrino e Arcangelo Sassolino
Dal 14 Giugno 2014 al 08 Novembre 2014
Vicenza
Luogo: Villa Pisani Bonetti
Indirizzo: via Risaie 1, Bagnolo di Lonigo
Orari: da lunedì a venerdì 15-17; sabato 10-12; la prima domenica di ogni mese 10-12 o su appuntamento
Curatori: Francesca Pola
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0444 831104 / 340 3405184
E-Mail info: villapisani.mostre@alice.it
Sito ufficiale: http://www.villapisani.net
Sabato 14 giugno 2014 inaugura la sesta edizione di Arte Contemporanea a Villa Pisani, progetto che con cadenza biennale invita artisti contemporanei a ideare e realizzare opere inedite per la Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo nel vicentino, capolavoro giovanile dell’architettura di Andrea Palladio.
Quest’anno gli artisti chiamati a misurarsi con l’identità morfologica e significante di questo luogo sono Nicola Carrino e Arcangelo Sassolino.
Il progetto, avviato nel 2007 da Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, attuali proprietari della Villa, è coordinato da Luca Massimo Barbero e curato da Francesca Pola, realizzato dall’Associazione Villa Pisani Contemporary Art in collaborazione con A arte Invernizzi.
Le opere realizzate dai due artisti sono pensate per dialogare con il luogo e gli spazi di una dimora abitata, in una dimensione privata e vissuta che non è soltanto uno spazio espositivo, ma diviene luogo di una memoria attiva e creativa, che nella relazione propositiva con la sua identità storica apre al visitatore inedite coordinate di esperienza.
Nicola Carrino ha scelto di misurarsi con l’esterno della villa, ideando per il giardino la scultura Ricostruttivo Palladio: opera in quattro grandi parallelepipedi modulo, ispirati a I quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio e disposti in configurazione percorribile e abitabile. In continuità con il percorso creativo di Carrino, che dagli anni Sessanta si confronta con la dimensione architettonica intesa nella sua commisura umanistica, l’intervento a Villa Pisani traduce per il suo linguaggio un momento di particolare pregnanza della relazione tra contesto naturale esterno, modularità attiva dell’intervento plastico e identità storica dell’edificio palladiano. Così l’artista stesso descrive questo legame esplicito: “Accordandosi la mia idea di costruttività trasformativa della scultura come forma (Costruttivi, Trasformabili, Decostruttivi, Ricostruttivi), fondata sul concetto di sviluppo organico modulare di crescita e formazione, come in natura, nei principi proporzionali dell’architettura in genere e particolarmente in quella di Andrea Palladio, riferita ai presupposti dell’architettura greco-romana e rinascimentale, nel rapporto di misura dell’uomo con lo spazio di vivibilità”. Nei locali delle cantine della Villa, Carrino proporrà inoltre trasformazioni possibili del Costruttivo 1/69 in 32 moduli scalari, disposti in sequenza variabile lungo l’infilata della varie stanze successive, in parallelo a una presentazione di materiali documentari progettuali ed audiovisivi.
Arcangelo Sassolino ha invece assunto come fulcro di riflessione del suo progetto per Villa Pisani la particolare identità attiva e propositiva della committenza che connota la serie degli interventi artistici realizzati in questi anni per tale luogo: un’identità che si intende rinnovare in chiave attiva e contemporanea, ma in continuità con la grande tradizione italiana del mecenatismo rinascimentale e barocco. La sua opera, pensata per il salone centrale della villa, prevede la realizzazione dei due ritratti dei committenti, Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, secondo una particolare tecnica ideativa ed esecutiva: le immagini fotografiche dei loro volti sono catturate a distanza ravvicinata, vengono stampate su grandi lamiere di alluminio, che secondo un particolare procedimento di trasformazione meccanica sono compresse e deformate: se ne rompe e frammenta così la prospettiva frontale, dando vita a una sorta di cubofuturismo postmoderno. I due ritratti saranno esposti nel salone centrale, uno di fronte all’altro, secondo una collocazione che invita il visitatore a ruotare attorno a ciascuno di essi. Il video che ne descrive le fasi esecutive è presentato nei sotterranei, a sottolineare l’iter processuale di realizzazione come parte inscindibile del loro significato: esplicitando le tensioni energetiche e formali sottese alla loro creazione, in continuità con la caratteristica poetica di Sassolino, fondata proprio sul manifestarsi tangibile delle energie latenti nei materiali e nelle loro relazioni reciproche. Nei locali delle cantine della Villa, sarà inoltre esposta una sua nuova “macchina”, con reazioni improvvise a tempi casuali, che in altro modo ancora esprime questa sorta di vitalità intrinseca e connaturata delle materie.
La mostra intende accogliere il visitatore come vero e proprio ospite in una casa, nella quale le opere di Carrino e di Sassolino si integrano con la Villa, così come i lavori nati negli anni precedenti dal dialogo stabilito con questi spazi da altri otto artisti internazionali, quali Nelio Sonego e Michel Verjux (2007), Igino Legnaghi e François Morellet (2008), Alan Charlton e Riccardo De Marchi (2009), David Tremlett e Bruno Querci (2010), Arthur Duff e Niele Toroni (2012). Alcune delle opere esposte sono ad oggi ancora parte della Villa e del parco, concepite per essa e inserite armoniosamente nell’intero complesso, e facendo così di Villa Pisani un luogo attivo e vitale della storia all’incontro con la contemporaneità.
Agli interventi di Carrino e di Sassolino sono dedicati due cataloghi monografici che contengono l’introduzione di Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, i testi critici di Luca Massimo Barbero e di Francesca Pola, apparati bio-bibliografici degli artisti e le immagini delle opere realizzate a Villa Pisani.
Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo, progettata da Andrea Palladio a partire dal 1541, al ritorno dal suo primo viaggio a Roma, e realizzata tra il 1544 e 1545, è forse l’opera più rappresentativa del periodo giovanile della sua attività e con essa inizia la collaborazione con la Repubblica veneziana. Ispirata alla monumentalità della Roma imperiale, Villa Pisani rappresentava l’affermazione del potere di Venezia sulla terraferma: la dimora rappresentativa e vivibile nello stesso tempo, controllava il territorio agricolo circostante, mentre la posizione sul fiume la collegava alla Serenissima per i trasporti di persone e di merci. Secondo il progetto originale la Villa doveva avere infatti due facciate principali: la prima verso il fiume, ancora integra, e l’altra rivolta verso la campagna, parzialmente incompiuta.
Nel complesso della villa è in corso un’importante ristrutturazione di una barchessa, destinata a diventare dal 2015 polo congressuale e ricettivo.
Nicola Carrino (Taranto 1932) vive e lavora a Roma. Docente di Scultura nelle Accademie di Belle Arti sino al 1992, Accademico di San Luca dal 1993 e Presidente dell’Accademia di San Luca nel biennio 2009-2010. Nel 2009 è nominato Académico Correspondiente dell’Academia Nacional de Bellas Artes de Buenos Aires, nel 2013 Accademico di Merito dell'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.
Sue opere sono presenti nelle collezioni romane della GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, della Fondazione La Quadriennale e del MACRO, del MUSMA di Matera, del Mart di Rovereto, del Neues Museum für Moderne Kunst di Norimberga, del Museum Boymans Van Beuningen di Rotterdam e del Tel Aviv Museum of Art. Fra le opere permanenti in spazi pubblici realizza il Rilievo di facciata del Complesso Corviale IACP (Roma, 1974) e il Riassetto Urbano della Piazza Fontana (Taranto, 1983-1992). Nel 1971 riceve il Premio Internazionale Bienal de São Paulo alla XI Biennale di San Paolo del Brasile. Partecipa alle Biennali di Venezia (1966, 1970, 1976, 1986), di Parigi (1967), di San Paolo del Brasile (1971, 1979), alle Quadriennali di Roma (1965, 1973, 1986, 1999). Dal 1967 progetta opere pubbliche in relazione all’architettura e al paesaggio e realizza interventi installativi con sculture modulari in ferro e acciaio inox, componibili e trasformabili che denomina Costruttivi Trasformabili, Decostruttivi, Ricostruttivi. Dal 1962 al 1967 fa parte del Gruppo 1 di Roma svolgendo ricerche razionali. Dal 1952 al 1962 si dedica alla ricerca pittorica dal realismo all’informale.
Arcangelo Sassolino (Vicenza 1967) vive e lavora a Trissino. Dopo gli studi presso la School of Visual Art (SVA) di New York e una permanenza di sei anni negli Stati Uniti, nel 2001 ha tenuto la sua prima personale alla Galleria Grossetti di Milano. Tra le mostre personali più recenti si segnalano Afasia al Palais de Tokyo di Parigi (2008) e Time-Tomb presso il Z33 Museum di Hasselt (2010), mentre è del 2007 la partecipazione a Ginnungagap/Pavilion of Belief nell’ambito della 52° Biennale di Venezia e del 2011 la realizzazione della grande installazione Piccolo animismo al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma. Sassolino ha preso parte a importanti esposizioni collettive presso istituzioni artistiche di rilevanza internazionale; tra le italiane si segnalano la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano con La scultura italiana del XXI secolo (2010), la Peggy Guggenheim Collection di Venezia (2009), il C4 - Centro Cultura Contemporanea Caldogno (2006), il Mart - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, dove nel 2005 ha partecipato alla mostra Per esempio. Arte Contemporanea Italiana dalla Collezione UniCredit, la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (2001). All’estero i suoi lavori sono stati esposti al Museum Tinguely di Basilea (2010), all’Essl Museum di Vienna (2009), alla Haus für Konstruktive und Konkrete Kunst di Zurigo (2008), al FRAC di Rheims (2007), allo ZKM - Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2006).
Quest’anno gli artisti chiamati a misurarsi con l’identità morfologica e significante di questo luogo sono Nicola Carrino e Arcangelo Sassolino.
Il progetto, avviato nel 2007 da Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, attuali proprietari della Villa, è coordinato da Luca Massimo Barbero e curato da Francesca Pola, realizzato dall’Associazione Villa Pisani Contemporary Art in collaborazione con A arte Invernizzi.
Le opere realizzate dai due artisti sono pensate per dialogare con il luogo e gli spazi di una dimora abitata, in una dimensione privata e vissuta che non è soltanto uno spazio espositivo, ma diviene luogo di una memoria attiva e creativa, che nella relazione propositiva con la sua identità storica apre al visitatore inedite coordinate di esperienza.
Nicola Carrino ha scelto di misurarsi con l’esterno della villa, ideando per il giardino la scultura Ricostruttivo Palladio: opera in quattro grandi parallelepipedi modulo, ispirati a I quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio e disposti in configurazione percorribile e abitabile. In continuità con il percorso creativo di Carrino, che dagli anni Sessanta si confronta con la dimensione architettonica intesa nella sua commisura umanistica, l’intervento a Villa Pisani traduce per il suo linguaggio un momento di particolare pregnanza della relazione tra contesto naturale esterno, modularità attiva dell’intervento plastico e identità storica dell’edificio palladiano. Così l’artista stesso descrive questo legame esplicito: “Accordandosi la mia idea di costruttività trasformativa della scultura come forma (Costruttivi, Trasformabili, Decostruttivi, Ricostruttivi), fondata sul concetto di sviluppo organico modulare di crescita e formazione, come in natura, nei principi proporzionali dell’architettura in genere e particolarmente in quella di Andrea Palladio, riferita ai presupposti dell’architettura greco-romana e rinascimentale, nel rapporto di misura dell’uomo con lo spazio di vivibilità”. Nei locali delle cantine della Villa, Carrino proporrà inoltre trasformazioni possibili del Costruttivo 1/69 in 32 moduli scalari, disposti in sequenza variabile lungo l’infilata della varie stanze successive, in parallelo a una presentazione di materiali documentari progettuali ed audiovisivi.
Arcangelo Sassolino ha invece assunto come fulcro di riflessione del suo progetto per Villa Pisani la particolare identità attiva e propositiva della committenza che connota la serie degli interventi artistici realizzati in questi anni per tale luogo: un’identità che si intende rinnovare in chiave attiva e contemporanea, ma in continuità con la grande tradizione italiana del mecenatismo rinascimentale e barocco. La sua opera, pensata per il salone centrale della villa, prevede la realizzazione dei due ritratti dei committenti, Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, secondo una particolare tecnica ideativa ed esecutiva: le immagini fotografiche dei loro volti sono catturate a distanza ravvicinata, vengono stampate su grandi lamiere di alluminio, che secondo un particolare procedimento di trasformazione meccanica sono compresse e deformate: se ne rompe e frammenta così la prospettiva frontale, dando vita a una sorta di cubofuturismo postmoderno. I due ritratti saranno esposti nel salone centrale, uno di fronte all’altro, secondo una collocazione che invita il visitatore a ruotare attorno a ciascuno di essi. Il video che ne descrive le fasi esecutive è presentato nei sotterranei, a sottolineare l’iter processuale di realizzazione come parte inscindibile del loro significato: esplicitando le tensioni energetiche e formali sottese alla loro creazione, in continuità con la caratteristica poetica di Sassolino, fondata proprio sul manifestarsi tangibile delle energie latenti nei materiali e nelle loro relazioni reciproche. Nei locali delle cantine della Villa, sarà inoltre esposta una sua nuova “macchina”, con reazioni improvvise a tempi casuali, che in altro modo ancora esprime questa sorta di vitalità intrinseca e connaturata delle materie.
La mostra intende accogliere il visitatore come vero e proprio ospite in una casa, nella quale le opere di Carrino e di Sassolino si integrano con la Villa, così come i lavori nati negli anni precedenti dal dialogo stabilito con questi spazi da altri otto artisti internazionali, quali Nelio Sonego e Michel Verjux (2007), Igino Legnaghi e François Morellet (2008), Alan Charlton e Riccardo De Marchi (2009), David Tremlett e Bruno Querci (2010), Arthur Duff e Niele Toroni (2012). Alcune delle opere esposte sono ad oggi ancora parte della Villa e del parco, concepite per essa e inserite armoniosamente nell’intero complesso, e facendo così di Villa Pisani un luogo attivo e vitale della storia all’incontro con la contemporaneità.
Agli interventi di Carrino e di Sassolino sono dedicati due cataloghi monografici che contengono l’introduzione di Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, i testi critici di Luca Massimo Barbero e di Francesca Pola, apparati bio-bibliografici degli artisti e le immagini delle opere realizzate a Villa Pisani.
Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo, progettata da Andrea Palladio a partire dal 1541, al ritorno dal suo primo viaggio a Roma, e realizzata tra il 1544 e 1545, è forse l’opera più rappresentativa del periodo giovanile della sua attività e con essa inizia la collaborazione con la Repubblica veneziana. Ispirata alla monumentalità della Roma imperiale, Villa Pisani rappresentava l’affermazione del potere di Venezia sulla terraferma: la dimora rappresentativa e vivibile nello stesso tempo, controllava il territorio agricolo circostante, mentre la posizione sul fiume la collegava alla Serenissima per i trasporti di persone e di merci. Secondo il progetto originale la Villa doveva avere infatti due facciate principali: la prima verso il fiume, ancora integra, e l’altra rivolta verso la campagna, parzialmente incompiuta.
Nel complesso della villa è in corso un’importante ristrutturazione di una barchessa, destinata a diventare dal 2015 polo congressuale e ricettivo.
Nicola Carrino (Taranto 1932) vive e lavora a Roma. Docente di Scultura nelle Accademie di Belle Arti sino al 1992, Accademico di San Luca dal 1993 e Presidente dell’Accademia di San Luca nel biennio 2009-2010. Nel 2009 è nominato Académico Correspondiente dell’Academia Nacional de Bellas Artes de Buenos Aires, nel 2013 Accademico di Merito dell'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.
Sue opere sono presenti nelle collezioni romane della GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, della Fondazione La Quadriennale e del MACRO, del MUSMA di Matera, del Mart di Rovereto, del Neues Museum für Moderne Kunst di Norimberga, del Museum Boymans Van Beuningen di Rotterdam e del Tel Aviv Museum of Art. Fra le opere permanenti in spazi pubblici realizza il Rilievo di facciata del Complesso Corviale IACP (Roma, 1974) e il Riassetto Urbano della Piazza Fontana (Taranto, 1983-1992). Nel 1971 riceve il Premio Internazionale Bienal de São Paulo alla XI Biennale di San Paolo del Brasile. Partecipa alle Biennali di Venezia (1966, 1970, 1976, 1986), di Parigi (1967), di San Paolo del Brasile (1971, 1979), alle Quadriennali di Roma (1965, 1973, 1986, 1999). Dal 1967 progetta opere pubbliche in relazione all’architettura e al paesaggio e realizza interventi installativi con sculture modulari in ferro e acciaio inox, componibili e trasformabili che denomina Costruttivi Trasformabili, Decostruttivi, Ricostruttivi. Dal 1962 al 1967 fa parte del Gruppo 1 di Roma svolgendo ricerche razionali. Dal 1952 al 1962 si dedica alla ricerca pittorica dal realismo all’informale.
Arcangelo Sassolino (Vicenza 1967) vive e lavora a Trissino. Dopo gli studi presso la School of Visual Art (SVA) di New York e una permanenza di sei anni negli Stati Uniti, nel 2001 ha tenuto la sua prima personale alla Galleria Grossetti di Milano. Tra le mostre personali più recenti si segnalano Afasia al Palais de Tokyo di Parigi (2008) e Time-Tomb presso il Z33 Museum di Hasselt (2010), mentre è del 2007 la partecipazione a Ginnungagap/Pavilion of Belief nell’ambito della 52° Biennale di Venezia e del 2011 la realizzazione della grande installazione Piccolo animismo al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma. Sassolino ha preso parte a importanti esposizioni collettive presso istituzioni artistiche di rilevanza internazionale; tra le italiane si segnalano la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano con La scultura italiana del XXI secolo (2010), la Peggy Guggenheim Collection di Venezia (2009), il C4 - Centro Cultura Contemporanea Caldogno (2006), il Mart - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, dove nel 2005 ha partecipato alla mostra Per esempio. Arte Contemporanea Italiana dalla Collezione UniCredit, la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (2001). All’estero i suoi lavori sono stati esposti al Museum Tinguely di Basilea (2010), all’Essl Museum di Vienna (2009), alla Haus für Konstruktive und Konkrete Kunst di Zurigo (2008), al FRAC di Rheims (2007), allo ZKM - Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2006).
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