ANGELO TITONEL AL VITTORIANO

Titonel
 

26/02/2004

Il 20 marzo si è aperta a Roma, nel complesso del Vittoriano, la mostra antologica: Angelo Titonel, opere 1962 – 2000. L’esposizione, che purtroppo si trova in uno spazio tra sala e cantiere, documenta quarant’anni di attività del pittore veneto attraverso poco più di 120 opere che sembrano scandire le diverse tappe della storia dell’arte internazionale di questo periodo. Personalità e professione si mescolano infatti la formazione da designer e la cultura figurativa degli anni ’60 traspare dai primi “studi” come nell’ “Albero”del 1964 in cui la forza del segno sintetico e rapido riesce a rappresentare sentimenti e cose, quasi quotidiani. Negli anni ’70 l’artista si trasferisce a Roma ed entra in contatto con i lasciti della Pop art e del neorealismo ed ecco uscire dalle tele scene di bagnanti, quasi surreali, treni fermi e stazioni semivuote “esterni alla Hopper, con violenti tagli dinamici, dove il tema della solitudine appare esplicito; la solitudine delle stazioni, luoghi dove si sosta per andare altrove; dell’incomunicabilità dei personaggi nelle sale d’aspetto…” così afferma Rossana Bossaglia, curatrice della mostra insieme a Claudio Strinati. Da questa stesura così lucida di olii e acrilici su tela differisce l’uso della tecnica mista su tavola degli anni ’90, che si avvicina maggiormente all’informale di Fautrier, fino alla ceramica dove prevale l’astratto e quelle che prima erano figure umane ora sono sagome dal sapore antico che sempre suggeriscono il senso di solitudine. “Winner 2000” è forse l’opera più conosciuta dell’artista, anch’essa tecnica mista su tavola; qui ai colori si aggiungono ritagli di giornale, fondendo sperimentazione e quotidianità. Un’immagine, rapita dalle Olimpiadi, dell’atleta prima vittorioso, poi nuotatore, poi qualcos’altro perché l’immagine si gira e si ripete stravolgendone il significato e travolgendo chi guarda nel suo gioco: “l’impressione è che il gesto di vittoria muti, senza cambiare, in quello di una bracciata nell’acqua” così la descrive Claudio Strinati e aggiunge che in questo modo si percepisce effettivamente “l’archetipo della sagoma”, l’assoluto primitivo ma anche la testimonianza dell’essere solo dell’uomo. ANGELO TITONEL, OPERE 1962 – 2000 20 marzo – 16 aprile 2001 Roma, Complesso del Vittoriano Via S. Pietro in carcere Dal lunedì alla domenica 9,30 – 19,30 Ingresso gratuito Catalogo edito da Matteo Editore a cura di R. Boscaglia e C. Strinati

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