CENNI BIOGRAFICI

Enrico Baj
 

03/12/2001

Enrico Baj è nato a Milano nell’ottobre del 1924. Si è formato al fianco dei principali artisti delle avanguardie europee degli anni ’50, insieme a Lucio Fontana, Piero Manzoni, Yves Klein e il gruppo Cobra. Il 1951 segna un punto di svolta nella carriera dell’artista, che in quell’anno fonda, con Crippa, Dova e Colombo, il Movimento Nucleare, incentrato sulla denuncia civile e l’ironia dissacratoria nei confronti soprattutto di quanto successo a Hiroshima e Nagasaki. Il movimento, di cui Baj scrive anche il manifesto programmatico (Bruxelles, 1952), si propone “come specchio dei tempi”, in cui l’energia nucleare diviene il centro tematico delle opere. Da metà anni Cinquanta Baj inizia quel lungo filone di produzione che si potrebbe definire “ludico”, pur sempre vicino a temi d’attualità. La sua opera riprende gli stilemi neodadaisti utilizzando tecniche miste tra le quali prevalgono dei collages molto materici, assemblati con i materiali più vari (specchi frantumati, passamanerie, meccano, lego). In questo filone rientrano le celebri serie di generali e dame, ma anche la ripresa con debite modifiche di famose opere come Guernica di Picasso o La grande Jatte di Seurat. Nel 1961 al Museum of Modern Art di New York conosce Marcel Duchamp, di cui diviene amico: il grande dadaista è personalità che Baj nella sua produzione tiene ben presente. Nel 1972 Baj lascia le parodie, la satira, ma senza abbandonare la denuncia, anzi rendendola più forte e diretta: crea la famosa opera per i funerali dell’anarchico Pinelli, capolavoro di accusa sociale e politica. Ancora negli anni Settanta inizia la realizzazione della colossale Apocalisse, vero e proprio work in progress, ancora oggi suscettibile di modifiche ed aggiunte. Negli ultimi vent’anni Baj ha continuato a realizzare i suoi temi preferiti: molte le rappresentazioni che vedono protagonisti i robot, automi antropomorfi, ma anche legni, maioliche e persino maschere tribali realizzati con oggetti quotidiani che le connotano come arte povera post-litteram, realizzata grazie all’utilizzo di forbici, martelli, pennelli, bottoni, passamanerie. Enrico Baj è anche un produttivo incisore: ha realizzato una cinquantina di libri d’artista, illustrando autori antichi e contemporanei, da Lucrezio a Milton, da Queneau a Calvino, ecc. Infine non può essere tralasciata la sua adesione alla Patafisica, scienza delle soluzioni immaginarie ideata da Alfred Jarry sul finire del XIX secolo, e di cui Baj diviene un convinto assertore: l’artista milanese partecipa intensamente alle attività del Collegio di Patafisica a Parigi e pubblica persino un libro (edito Bompiani) intitolato “Patafisica”.