A caccia di novità fra le gallerie di Milano  

Cinque mostre per il weekend

Galleria Monica de Cardenas | Claudia Losi, Asking Shelter
 

Francesca Grego

20/01/2017

1. Marc Didou. Pars oculi, Biblioteca del Daverio

Antico e contemporaneo, tecnologia e scultura, arte e scienza si fondono con risultati quasi magici nell’opera di Marc Didou. L’artista francese riprende la tecnica dell’anamorfosi, cara agli artisti fra il XV e il XVII secolo, e la innesta sulle ultimi ritrovati della tomografia a risonanza magnetica, per illusioni ottiche che deliziano la fantasia. Fino al 25 gennaio.

2. Broomberg & Chanarin, Trace of Evidence, Lisson Gallery

Gli ultimi dieci anni di produzione del prolifico duo di fotografi, insieme a un progetto inedito realizzato per l’occasione. La fotografia perde il suo carattere narrativo per farsi indizio o prova, trace of evidence di scottanti eventi di attualità, come la guerra in Afghanistan o la questione curda, mentre il linguaggio al tempo stesso allusivo e incalzante sovverte le regole della rappresentazione. Fino al 17 marzo.

3. Claudia Losi. Asking Shelter, Galleria Monica de Cardenas

Una serie di preziose installazioni per costruire un ecosistema immaginario: primitive capanne di bronzo scolpito, minuziosi insetti d’argento, bozzoli di seta pura e stampe di animali, fino all’essere metamorfico per eccellenza, la farfalla, scolpita nel marmo o proiettata in immagini di grande fascino. Fino al 18 marzo.  

4. Riccardo Beretta. Paravento Playground, Galleria Francesca Minini

Fresca di vernissage, Paravento Playground è un progetto site specific, realizzato a partire da immaginifiche sculture in legno intarsiato e patchwork di stoffe variopinte. Al centro, il concetto di soglia, superamento, che trova corrispondenza nella struttura delle opere e nella tecnica Terrasanta Relief, una sorta di bassorilievo al negativo elaborato dall’artista. Fino al 18 marzo.
 

5. Kishio Shuga, Situations. Pirelli Hangar Bicocca

La prima retrospettiva dedicata da una grande galleria europea all’opera di Kishio Suga, figura chiave dell’arte contemporanea giapponese. Più di venti installazioni rielaborate appositamente per l’occasione trasformano lo spazio espositivo in un paesaggio fatto di metalli, legno, pietre e paraffina all’insegna del contrasto fra incombenza e leggerezza, fluidità e tensione. Fino al 5 febbraio.
Si ispira al lavoro di Shuga la serata speciale del 26 gennaio, all’insegna della sperimentazione di sonorità materiche ed elettroniche con gli ospiti Hanna Hartman, Thomas Hankermith e Thomas Brinkman.



 

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