Da inaccessibile a visitabile
 
										
										 
										
										
																		
																	Foto di Federico Geremei | 
																									Paesaggio della Groenlandia
															
							04/11/2003
							 La natura è sempre presente nelle fotografie che scatti, l'elemento umano sembra interessarti meno rispetto al paesaggio 
F.G."A me i ritratti non piacciono, sono foto-tessera d'autore. Il ritratto ha dei contorni, c'è un soggetto che si impone e che ha una sua identità. Un ritratto può suggerire, ammiccare. Allora sono gli occhi fotografati che ti invitano, che ti guardano. Per questo ho scelto un bambino come immagine per promuovere la mostra."
E il paesaggio?
F.G."Il paesaggio non è uno sfondo, né un soggetto. È un insieme di soggetti, è una metropoli non costruita. Le dune e gli iceberg sono cattedrali. E alle cattedrali si passa accanto, si guardano da lontano. Si prova a entrare e ci si perde nelle proporzioni e si ammirano i dettagli più piccoli, le maioliche più in ombra. Poi si esce e si guarda la maestosità con occhi diversi. Questo mi capita con le dune o tra gli iceberg, è questo processo che cerco di raccontare. Non c'è nulla di mistico, è un paragone fine a sé, mi raccomando..."
 
Le tue sono foto eleganti, precise e quasi tutte dedicate a temi e terre estreme: come riesci a tradurre l'emergenza della natura in immagine?
F.G."Le sfumature dolci, le curve e le tonalità digradanti appaiono eleganti e certi posti si prestano a quest'estetica intima. É per me un privilegio riuscire a produrre immagini rassicuranti e familiari pur se acquisite in terre lontane, inospitali. E riuscire a fare questo senza la presenza di soggetti umani è ancora più stimolante. Di solito basta un dettaglio a umanizzare un'immagine disumana, terribile."
Per esempio?
F.G." Beh, una scritta d'amore su un muro di cemento, oppure due occhi che sbucano dietro un mare di fango in una foresta, col cielo grigio. In questo la tradizione di Reporter Senza Frontiere è magistrale. Io a volte arrivo a risultati simili senza figure umane. L'umanizzazione avviene allora creando stupore per un mondo che da imponente si fa fantastico e da fantastico reale... Da inaccessibile a visitabile. Sembra il processo di poetizzazione al contrario, però a quanto pare funziona."
L'approccio ad un luogo, il viaggio, è nei tuoi occhi o è una sorpresa custodita all'interno della macchina fotografica?
F.G." Le mie sono foto di viaggio, fatte durante un viaggio. Parto per essere invaso da quello che vedo, immerso nel posto in cui mi trovo... A disposizione ho un sottoinsieme rettangolare di quello che i miei occhi registrano, come gli appunti di viaggio che scarabocchiamo in giro per il mondo: souvenir mentali scritti a penna. La fotografia, del resto, è un tipo di grafìa, no? A volte riporto ogni dettaglio con l'illusione di trattenere la realtà tramite una cronaca esplicita e doviziosa. Altre volte è la suggestione del luogo, nel senso letterale del termine, che riempie le pagine di deliri incomprensibili... E a volte torno da viaggi incredibili senza essere riuscito a riavvolgere il primo rullino: non sempre ci va di scrivere, certe immagini non le riportiamo neanche nel diario più intimo."
 "Kalaallit Nunaat
Immagini dalla Groenlandia" 
 di Federico Geremei
Inaugurazione mercoledì 5 novembre, ore 19
Dal 5 al 30 novembre 2003
Fabrica					
Roma, Via Girolamo Savonarola 8
tel: 06 39725514						
						
					LA MAPPA
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