Con Josef Helfenstein, direttore del Kunstmuseum alla scoperta della collezione

Giù le mani dai Picasso. Quando i cittadini di Basilea protestarono per trattenere i due capolavori

Kunstmuseum Basel Neubau | Foto: © Julian Salinas
 

Samantha De Martin

24/06/2021

Era il 1967 quando due capolavori di Pablo Picasso legarono per sempre l’arte senza tempo del pittore di Malaga alla città di Basilea.
Dietro i due masterpieces del Kunstmuseum, l’ Arlecchino seduto e I due fratelli - che valgono senza dubbio il viaggio nella perla sul Reno - c’è l’appassionata storia di una città votata all’arte, devota alla bellezza, e un dono prezioso offerto ai basilesi da uno degli artisti più straordinari del XX secolo.
Anche se il pittore visitò la città solo una volta, pernottandovi mentre si recava a Zurigo, il 7 settembre 1932, tra il maestro cubista e questo scrigno percorso da circa 40 musei, fu subito amore.


Intervista a Josef Helfenstein, direttore dal Kunstmuseum Basel

“All you need is Pablo”
I protagonisti di questa storia, da ripercorrere visitando questo imperdibile museo al numero 8 di St. Alban-Graben, che custodisce la collezione d'arte pubblica più antica al mondo, sono i due dipinti di Picasso, una catastrofe aerea e uno slogan capace di unire una città intera: “All you need is Pablo”.
Ma andiamo con ordine. Nell’autunno del 1967 il mondo dell’arte basilese era in rivolta dopo un disastro dei cieli. La soluzione di Staechelin, l’azionista di maggioranza della compagnia aerea, era di vendere all’estero degli importanti dipinti provenienti dalla collezione d’arte di famiglia per risarcire i danni provocati dal disastro. Tuttavia i giovani di Basilea, per scongiurare l’irrimediabile “fuga” dalla città dell’Arlecchino seduto e de I due fratelli, organizzarono un’infuocata protesta che spinse la popolazione basilese avente diritto di voto ad approvare un contributo statale di oltre sei milioni di franchi per l’acquisto dei dipinti.
L’iniziativa andò a buon fine e lo stesso Picasso rimase a tal punto colpito dalla dichiarazione d’amore dei basilesi nei confronti della sua arte, da fare dono alla città di altre quattro opere.
Per nulla al mondo il museo d’arte basilese avrebbe potuto rinunciare a questi due capolavori. Il loro straordinario valore artistico scaturisce anche dal fatto che I due fratelli, dipinto nel 1905, e l'Arlecchino, del 1923, delimitano simbolicamente la fase cubista di Picasso.

Con Josef Helfenstein, direttore dal Kunstmuseum Basel, raggiungiamo idealmente la sala che custodisce I due fratelli, completato dall’artista nel 1906, quando si trovava nel villaggio di montagna catalano di Gósol, nei Pirenei. Pur continuando a lavorare su soggetti contemporanei provenienti dal mondo degli arlecchini, degli acrobati, dei giocolieri, il pittore aveva tuttavia iniziato a liberarsi dall'atmosfera malinconica del periodo blu, alleggerendo la sua tavolozza di colori con sfumature di rosa e arancio che caratterizzano appunto il periodo “rosa”.


Josef Helfenstein, direttore del Kunstmuseum di Basilea | Courtesy Kunstmuseum e Basilea Turismo

I due fratelli: un capolavoro giovanile di Picasso
“Picasso aveva circa 25 anni quando realizzò quest’opera, e non aveva ancora la fama che presto gli sarebbe stata attribuita uscendo dall’anonimato per diventare la star dell’arte del XX secolo” spiega il direttore del Kunstmuseum, Josef Helfenstein. All’interno di uno spazio vuoto, privo di elementi narrativi e senza tempo, un giovane sorregge sulle spalle il fratellino più piccolo. Attraverso il movimento delle mani i due sembrano fondersi e sfumare l’uno nell’altro.
Colpisce in questo lavoro il rapporto delle due figure con lo spazio. Il fratello maggiore, lo sguardo rivolto allo spettatore, sembra uscire dal quadro, mentre il più piccolo, caratterizzato da tratti del viso più sfocati, rimane legato allo sfondo dell'immagine.

“Un dipinto senza tempo”
“Credo che I due fratelli - continua Josef Helfenstein - rappresenti un dipinto senza tempo. Racchiude tutta la fragilità del genere umano sotto vari aspetti. Si tratta di un’opera straordinariamente contemporanea nella quale potremmo molto probabilmente intravedere la rappresentazione dei migranti dei nostri tempi, di coloro che hanno perduto ogni cosa. Ci sono molti dettagli in movimento in questo dipinto, ma c’è soprattutto la tenerezza, fragile e sublime al tempo stesso, di questi due fratelli racchiusa nel movimento di mani che lega i due personaggi. Il gesto con il quale il più grande tocca la mano del fratello minore, accarezzando con l’altra un piede del fratellino racchiude un’enorme tenerezza e fragilità al tempo stesso. Eccezionale è inoltre la differente resa nella rappresentazione. Possiamo cogliere la brillantezza dell’artista giovane. Il fratello maggiore guarda fuori dal quadro lo spettatore, come al centro di un autoritratto. I suoi occhi sono rappresentati in una maniera estremamente brillante e realistica. Il fratello più piccolo, invece, dietro le spalle, sembra non essere ancora nato".


Kunstmuseum Basel Hauptbau | Courtesy basel.com

Una sorpresa racchiusa sotto al dipinto
Nel 2018, i conservatori del Kunstmuseum hanno esaminato l'immagine con scanner digitale a raggi X, esplorando così l'opera d'arte senza danneggiarla. Dall’esame hanno potuto scorgere un terzo volto nella parte superiore del dipinto, tra i visi dei due fratelli. Questo ci dà un'idea completamente nuova di come Picasso abbia lavorato sul dipinto. Prima dell'indagine si presumeva che l'artista avesse avuto un'idea chiara della composizione, attraverso i suoi studi preliminari su carta. Il pittore avrebbe posizionato la testa del fratello maggiore in modo tale da guardare direttamente lo spettatore, per poi però decidere di ritrarla quasi di profilo.
Ma le sorprese non finiscono qui. Nella metà inferiore del quadro, i raggi X hanno anche individuato una figura completamente nuova, seduta di profilo, intenta a reggere qualcosa o a compiere un gesto con il braccio teso. Diventa chiaro come Picasso, durante il processo creativo, si sia allontanato dalla sua prima stesura, per eseguire una figura seduta, e poi nella seconda fase, quella oggi a noi visibile, abbia eseguito la sua definitiva e magistrale rappresentazione dei due fratelli.

Insomma, un capolavoro da ammirare da vicino, in tutta la sua straordinaria intensità.

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Basilea alle prime luci del mattino, con la Cattedrale in lontananza, e l'antico Ponte di Mittlere Brücke | Courtesy Basel Tourismus

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